Sto male

Sto male, sono una cavia insofferente. Ancora un mercoledì da… pecora, con flebo per il vaccino che scorre nel mio sangue e dovrebbe risanarmi o almeno tentare di farlo, e mi si rizzano i capelli al solo pensiero. Ancora quattro ore di goccia su goccia di quel veleno ( per me lo è) che poi nella settimana successiva mi indurrà nausea e vomito e giramenti di testa.

Voglio stare beneeeeee.

Ho fatto shopping, sono dimagrita (era ora, mi sono messa a dieta, ma insomma tutti quelli che si ammalano di tumore calano di peso e d io proprio per via del tumore devo ingrassare perchè il mio tumore si nutre di zuccheri? maledetto sette volte)

Devo indossare le robine che ho comperato e che mi hanno illuso quando le provavo, di essere ancora vivissima e pronta per un defilèè.

Ho voglia di colori tenui, di armonia, di eleganza, di classe e di charme.

Invece mi ritrovo preda di umori aggressivi, da scaricatore di porto senza altro conforto che sfogo nella volgarità di parole usate come sassi.

Ho voglia delle emozioni e delle sfumature che passano da sotto l’ombelico a sopra e discettare di vita senza patire l’ombra della morte.

Uffa, mannaggia, acciderbolina, corbezzoli! Cosa mi deve insegnare questa esperienza? A spogliarmi della mia identità e a diventare : “Il soggetto numero 1876 ha così reagito alla infusione della sostanza. Prima settimana… Seconda settimana…Terza settimana…Quarta settimana…”

Oppure a regalarmi una nuova dimensione più compiuta?

Intanto che aspetto, vomito e traballo.

Fanculo.