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Rosanna Marani

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Rosanna Marani

Rosanna Marani (Imola, 12 ottobre 1946) è una giornalista e conduttrice televisiva italiana.

Indice

Biografia

Si è affermata nel giornalismo alla Gazzetta dello Sport il 18 novembre del 1973, con un’intervista esclusiva a Gianni Rivera in silenzio stampa da 6 mesi. Ha collaborato con Il Giornale d’Italia e il Resto del Carlino sotto la guida di Gualtiero Vecchietti e il Guerin Sportivo, titolare di una rubrica Io li spoglio subito, sotto la guida di Italo Cucci. È stata la prima donna a diventare giornalista professionista sportiva nel 1976 ed è stata anche la prima giornalista a condurre una trasmissione sportiva in TV: per Telenorditalia, emittente lombarda, ha condotto infatti Bar Sport, un talk show dedicato al calcio, allo sport e ai protagonisti degli anni settanta.

Successivamente la sua carriera si è sviluppata interamente in televisione. Per Telemilano, la prima rete televisiva Fininvest, è stata inviata dei notiziari, di Buongiorno Italia, di Viva le donne, di Record, di Superflash e de Gli speciali. Per la Rai ha lavorato in: Giorni d’Europa, 7 Giorni al Parlamento (con Gianluca Di Schiena), È quasi goal, Il processo del lunedì, Tv7, TG3 Telesogni (con Claudio Ferretti). Tra le interviste realizzate, quella trasmessa dal Tg1 delle 13 a Rosa Bossi, la madre di Silvio Berlusconi, l’unica esistente e di cui la signora Marani possiede i diritti d’autore in esclusiva. L’intervista è stata inserita, senza l’autorizzazione della giornalista, in Silvio forever. Autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi, un documentario di Roberto Faenza e Filippo Macelloni, scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella e distribuito dalla Lucky Red.

Durante un breve periodo a Telemontecarlo è stata inviata di Sport Show, del Tg e di Mondocalcio.

Negli anni novanta, Carlo Tumbarello la chiama ad Odeon Tv per la rubrica “I Cavoli a merenda” all’interno della trasmissione Forza Italia, condotta da un giovane Fabio Fazio. A Telelombardia, negli anni novanta, Rosanna Marani partecipa Novantesimo donna, condotto da Eliana Jotta, con una rubrica fissa in cui assegna voti di merito e demerito ai calciatori, bacchettando i comportamenti meno sportivi. Lavora a Telenova come inviata di Fax 13, e ad Antenna 3: è inviata di Marinasumagol, Non solo bici, Antenna tredici, Visti a San Siro, Speciali cronaca e politica, nella quale intervista i politici tifosi.

È stata sposata due volte: con Pierluigi Aprà (attore in La Cina è vicina di Marco Bellocchio), morto prematuramente a 37 anni, e con Vincenzo Celentano, deceduto nel 2017.  Ha tre figli: Gabriele, Andrea,  Giulia e tre nipoti, Giacomo e Gaia, nati dal matrimonio di Gabriele con Elena Torzuoli e Francesco, nato dal matrimonio di Giulia con Roberto Carboni.

.Attualmente in pensione, molto attiva in rete, collabora con testate online, scrive poesie, editoriali e aforismi ed è impegnata nel volontariato, in battaglie sociali a tutela dei senza voce, dell’ambiente e degli animali.

Musica e poesia

Nei primi anni settanta ha scritto i testi di alcune canzoni di Rita Pavone, Domenico Modugno.Nell’aprile del 2013, con la lirica “Veglia”, Rosanna Marani si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, curato dall’Accademia dei Bronzi e da Vincenzo Ursini Edizioni.

Onorificenze

Cavaliere dell'ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana
  «Per il merito di avere aperto la strada alle donne ad una professione, quella del giornalismo sportivo, a loro preclusa prima del suo avvento.»— Roma, 2 giugno 1983
  • La sua foto compare nel Famedio de La Gazzetta dello sport, tra quelle dei fondatori, dei direttori, delle firme più prestigiose del quotidiano.
  • Ambrogino d’oro 2015
  • Premio Aldo Biscardi 2024 alla carriera

Bibliografia

    • Una donna in Campo, Edizioni Sansoni-Agielle, 1975
    • La testa nel pallone, Edizioni Mursia, 1978
    • L’anima del Palio, Edizioni NCS, 1993
      • P’ossessione, Vincenzo Ursini Edizioni, 2013
      • Po(s)sesso, L’Infernale Edizioni, 2017
      • Ti do la mia parola, L’Infernale Edizioni, 2019
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      • Menzioni
    • Tesi di Laurea di Ilaria Macchi, Silvia Dalla Costa, Fanny Xhajanka, Giada Masieri, Chiara Colnaghi, Valeria Izzo, Tiziana Lucioli, Marta Fantoni, Laura Cherubini, Stefania Putzu, Veronica Fumarola, Veronica Celi, Lucrezia Buongiorno, Egle Patanè,  Alessia Napoli, Marika Brunetti, Barbara Venerito, Francesca Devincenzi, Enzo Cairone, Gentiana Lato, Sebastiana Risso
    • Atleta al femminile di Gian Maria Madella, Edizioni EditNova, 1979
    • Maledetti giornalisti di Gianni de Felice, Conti Editore, 1992
    • Voglio entrare negli spogliatoi di Francesca Devincenzi, Sassoscritto Editore, 2010

Collegamenti esterni

http://www.storiaradiotv.it/ROSANNA%20MARANI.htm

ROSANNA MARANI

Rosanna Marani nasce ad Imola il 12 ottobre 1946, grazie a Gino Sansoni, editore di FORZA MILAN! approda a LA GAZZETTA DELLO SPORT, l’esordio avviene il 18 novembre 1973 con un’intervista a Gianni Rivera, da sei mesi in silenzio stampa, titolo a nove colonne: RIVERA E LE DONNE. In Rai collabora a GIORNI D’EUROPA e 7 GIORNI AL PARLAMENTO con Gianluca Di Schiena, collabora inoltre con AMICA, GRAZIA, IL GUERIN SPORTIVO, TEMPO, AGENZIA ASCA, MOMENTO SERA, MADAM CLASS, occupandosi di sport, cronaca nera, politica, costume, spettacoli. La sua collaborazione con le tv private inizia a Telenorditalia, Rosanna è la prima donna a condurre un talk-show sportivo, BAR SPORT. Quindi collabora con il tg di TeleSanterno, nel corso della sua carriera ha collaborato con diverse emittenti locali: oltre alle già citate Telenorditalia e TeleSanterno ricordiamo: Canale 21 (NUMBER ONE, NUMBER TWO), Telelombardia (NOVANTESIMO DONNA condotto da Eliana Jotta), Antenna 3 Lombardia (MARINASUMAGOL, CABRIOFLIPPER, NON SOLO BICI, ANTENNA TREDICI, VISTI A SAN SIRO, SPECIALI CRONACA E POLITICA), Telenova (FAX 13). Si può quindi scrivere che Rosanna Marani, oltre ad essere stata la prima donna a condurre un talk-show sportivo, è stata fra le prime ad andare in onda su emittenti di diverse regioni.   Nel 1979 il passaggio a Telemilano58 antenata di Canale5.  Quindi una variegata collaborazione con la Fininvest: è inviata di BUONGIORNO ITALIA, delle news, di W LE DONNE, RECORD, SUPERFLASH e de GLI SPECIALE: “Mike Bongiorno e Ludovico Peregrini” sono stati i miei maestri severe ma importantissimi, mi hanno insegnato il ritmo e il taglio televisivo.”.   Un breve periodo a Telemontecarlo con Luigi Colombo, la vede inviata di Sport Show, del Tg e di Mondocalcio, trasmissione in cui rivela tutta la sua vena ironica. Prendendo spunto dalla cronaca sportiva, traveste i calciatori, li fa recitare come possono e spazia su tutti i temi d’attualità, dal gioco maschio (memorabile l’intervista a Gigi Radice travestito da marine che parla del gergo guerresco, gattonando sul prato di Trigoria e quella a Franco Scoglio paragonato a Socrate che beve la cicuta inviatagli da Gianluca Vialli: insomma, precorre i tempi anticipando le monellerie del trio della Gialappas). E’ Rosanna Marani ad intervistare per Tmc Diego Armando Maradona in silenzio stampa: “ricordo che rispose alla mie domande solo a gesti, il servizio fotografico fu acquistato da Gigi Vesigna, direttore di TV SORRISI E CANZONI”. Nel 1987 Rosanna Marani viene nominata Cavaliere della Repubblica dal presidente Francesco Cossiga “per avere indicato una strada professionale nuova alle donne”. Chiamata da Roberto Tumbarello a Odeon Tv per FORZA ITALIA e nella sua rubrica I CAVOLI A MERENDA, ne combina di cotte e di crude: traveste Walter Zenga da Batman, Gianluca Pagliuca da cavernicolo, i calciatori della Roma da gladiatori, prende a torte in faccia Marcello Lippi nella trasmissione condotta da un giovanissimo ma bravissimo Fabio Fazio. Così Rosanna ricorda FORZA ITALIA, programma cult nella storia delle tv private italiane: “Condotta da Walter Zenga, Fabio Fazio e Roberta Termali, prodotta dall’indimenticato Carlo Tumbarello, nel cast c’erano anche Vittorio Feltri, Nicola Forcignano (uno degli autori di MARINASUMAGOL) e Cristina Parodi che curava la rubrica LA RAGAZZA CON LA VALIGIA, erano i suoi primi passi in tv.

“Io curavo CAVOLI A MERENDA, tre minuti di follia settimanale in cui i calciatori travestiti (questa volta il budget era appropriato, la regia era buona e il montaggio ottimo) chi da gladiatore (quelli della Roma), chi da tenente dei Marine (Gigi Radice) etc., parlavano di calcio recitando come potevano. Il risultato era irresistibile, ricordo che Arrigo Sacchi, in canotta e in pantoloncini del pigiama, che si mise in testa la parrucca di Gullit…  Diego Armando Maradona si prestò gratuitamente vestito da Babbo Natale, fu il primo travestimento nella storia del calcio. Il calcio era cosa seria allora,prettamente maschile, ingessato, impenetrabile. Ci fu chi si scandalizzò per le mie dissacrazioni continue (ho partecipato al Meeting di Ischia con un mio documentario titolato proprio I miei Travestiti, in cui da Lippi a Vialli ci stanno proprio tutti a divertirsi sapendo di divertire), ha poi sorriso e decretato il successo dei ragazzacci della Gialappas. Il muro era sbrecciato.”

Rosanna Marani ha collaborato anche con IL GIORNALE D’ITALIA, IL RESTO DEL CARLINO (sotto la guida di Gualtiero Vecchietti e di Italo Cucci) con TG3 TELESOGNI con Claudio Ferretti ed ha collaborato con numerose emittenti radiofoniche fra le quali ricordiamo: NovaRadio,Radio Montercarlo, Radio Milano International e RaiStereoUno. Rosanna è diventata oggetto di studio per le aspiranti giornaliste sportive ed è stata soggetto di alcune tesi di laurea di Ilaria Macchia e Silvia Dalla Costa, allieve dell’Università Cattolica del Sacro Cuore del professor Giancarlo Padovan (nonchè direttore di TUTTOSPORT). Rosanna Marani ha scritto anche tre libri: UNA DONNA IN CAMPO, LA TESTA NEL PALLONE e L’UOMO DEL PALIO.  Rosanna ha pagato sulla sua pelle il fatto di essere una mosca bianca e la sola donna inviata sui campi di calcio a quell’epoca, ma essendo testarda, caparbia e appassionata del suo metiere, ha finito con il farsi accettare e rispettare dai colleghi maschi. Amare?  “Beh è chiedere troppo a chi ti porta via gli scoop da sotto gli occhi, come l’unica intervista esistente fino ad oggi, andata in onda sul Tg1 delle 13, alla mamma di Silvio Berlusconi, signora Rosa Bossi”.

Dal novembre 2007 Rosanna Marani è entrata nella gran famiglia di www.storiaradiotv.it per il nostro portale si occuperà naturalmente di sport.

Anonimo

Un ricordo spuntato all’improvviso, quando finalmente si mette ordine tra le proprie carte…antiche. La lacca, il disco, un 45 giri, me li rubarono  assieme all’automobile….

http://cverdier.blogspot.com/2007/09/rita-pavone-i-singoli-as-bs-1970-1971.html

La canzone che scrissi per il mio primo figlio Gabriele, cantata oltre che da Rita Pavone, anche da Domenico Modugno. Inizialmente era stata scritta per Mina, che rinunciò ad inciderla.

Rita Pavone – I Singoli A’s & B’s 1970-1971 Vol.4 – pensieri_p”33″

26 set 2007 … IV° raccolta di singoli di Rita Pavone con la quale si entra con decisione … E poi Come Un Tiranno di Marani e Piero Pintucci, un bellissimo brano … ma viene stoppata nella semifinale da una imprevedibile Rosanna Fratello …

Qui la versione intera

‘Come un tiranno Testo di Rosanna Marani Musica di Piero Pintucci’ by Rosanna Marani 1 on #SoundCloud
https://soundcloud.com/rosanna-marani-1/come-un-tiranno-testo-di-rosanna-marani-musica-di-piero-pintucci

15 Come Un Tiranno (Marani-Pintucci) (9-1971)

COME UN TIRANNO  Testo di Rosanna Marani Musica di Piero Pintucci

Io ti guardo…sei qui…stai sognando… di già

Quel mondo tuo

Il coraggio non ho di toccarti…così

Io penso a lui…

Perdonami…se piango sai…

Mi ha lasciato qui…

Ogni giorno… è…per te

Quando hai fame … son là

E ti servi di me….

Come un tiranno

I miei momenti……

Ti prendi ormai….

E

Ogni giorno è…cosi

Quando hai sete son là

Hai bisogno di me….

Con un sospiro…

Stanco la sera

Crolli giù…..

Io non dormo…ma tu…certo tu non lo sai

E credi che…

Tutto il mondo che c’è, sia la donna che hai

Accanto a te…

Un uomo può…andare via…

Una donna…no

Una donna…no

Ogni giorno di più…

Vorrei credere che…

Sono tutto per te…

Rimane vuoto…

Questo tuo mondo…

Senza di lui…

Eri un bambino

Ma… un ragazzo tu sei ormai

Ogni giorno di più fai il grande…e non…sai

Siamo solo…metà…

Dammi la mano …

Corriamo insieme…

Incontro a lui…

Come un tiranno Rita Pavone

https://youtu.be/kK3LdvBYl_0

Come un tiranno Domenico Modugno

https://youtu.be/n6w_Dl6h6yc

https://lortodirosanna.wordpress.com/2010/11/18/famedio-gazzetta-dello-sport-un-posto-per-me-ce/

Famedio Gazzetta dello Sport: un posto per me c’è

 

Beh, c’ho soddisfazione. Il mio compito professionale, svolto con passione e determinazione, merita la sufficienza che mi attribuisco, senza esitazione alcuna. Avanti, sotto a chi tocca!

NOTA: MAGARI PUO’ ESSERE UTILE PER IL MIO…COCCODRILLO

Articolo de La Padania a firma (occulta) di Stefania Piazzo, che ringrazio per il ritratto, con…cornice, che mi ha regalato!

PDF DA SCARICARE

http://futura.unito.it/blog/la-rivincita-delle-donne-il-caso-di-rosanna-prima-giornalista-sportiva-deuropa/

FUTURA

La rivincita delle donne. Il caso di Rosanna prima giornalista sportiva d’Europa

di vivianamonastero

mercoledì 7 marzo 2012

Prima giornalista sportiva d’Europa, Rosanna Marani, oggi sessantacinquenne, con determinazione e caparbietà è riuscita a farsi accettare in un mondo fino ad allora off limits per le donne: il calcio. In vista del giorno dedicato alle donne, l’8 marzo, è fondamentale raccogliere la testimonianza di una giornalista che ha fatto da apripista ad altre donne che come lei hanno voluto e vogliono intraprendere la strada del giornalismo.

Rosanna, lei è stata la prima giornalista sportiva d’Europa. Come mai ha deciso di intrapprendere questa strada?

Nel ’73 non c’era nessuna donna che parlava di calcio e la cosa a me non andava a genio. Allora ho deciso di entrare a gamba tesa nel tempio dell’uomo: il calcio. Ovvero, la Gazzetta dello Sport.

Qual è stato il suo percorso? E quanto è stato difficile?

Un amico di mio padre, Toni Romano, mi fece conoscere Gino Sansoni, l’editore di Diabolik. Lui un giorno mi invitò allo stadio a vedere Milan – Rapid Vienna e mi presentò Giorgio Mottana, che allora era il direttore della Gazzetta dello Sport. Gli disse: “Rosanna vorrebbe fare la giornalista sportiva”. Lui mi guardò come se fossi una povera demente, mi voltò le spalle e se ne andò via. Io lo raggiunsi, gli toccai la spalla e gli dissi ad alta voce: “Senta direttore, ma lei non mi dà neanche una possibilità? Cosa devo fare, sposarmi Rizzoli?”. Lui mi guardò, forse preoccupato che alzassi il tono della voce e mi disse: “Venga in redazione domani mattina alle 5”. Io ci andai e lui mi disse che non c’era niente da fare. E io incalzai: “Lei mi ha fatto venire qui. Adesso una possibilità la pretendo”. Guardò verso il cielo, me lo ricordo come fosse ieri, e mi disse: “Ci servirebbe un’intervista a Gianni Rivera”. L’ex campione era in silenzio stampa da sei mesi. Ero sola, contro il mondo. Ma alla fine vinsi io.

Ci racconta com’è andata?

Chiamavo Rivera in tutti i ritiri nei quali andava. Andai con la mia 500 ad Ancona, dove si giocava una partita a favore dei terremotati. Mi misi a intervistare Romeo Benetti. Quando vidi Rivera dissi: “Signor Romeo, mi presenterebbe Rivera, per cortesia?”. Lui mi portò verso Gianni Rivera, io mi presentai. Si sedette, non voleva essere scortese. Gli dissi: “Guardi signor Gianni Rivera, la mia carriera è nelle sue mani. Me la dà questa possibilità?”. Lui mi disse: “Sì”. Ecco, questo è il segreto che non ho mai raccontato a nessuno. Quando portai l’intervista al direttore lui non ci voleva credere. Mi disse: “L’articolo esce domani”. Mi hanno dato 9 colonne, con richiamo in prima pagina:“Intervista esclusiva a Gianni Rivera”.

E poi il giornale l’ha assunta?

No, il giornale mi ha usato per 8-9 mesi, mi ha mandato anche al Giro d’Italia. Poi mi ha scaricato. Mi sono rivolta all’avvocato Luca Boneschi e ho vinto la causa. Mi hanno offerto dei soldi per togliermi di torno ma io mi sono rivolta all’Ordine, che ha fatto una surrogatoria, dandomi la possibilità di svolgere l’esame di stato a Roma e sono diventata professionista. La Gazzetta è stata obbligata a riprendermi. Il giorno che tornai in redazione la giornalista Gabriella Parca scrisse un bellissimo pezzo sulla terza pagina del Giorno, intitolato: “Rosanna Marani ha vinto la sua battaglia. Per tutte le donne”. Ma la mia strada non è stata affatto facile. Sono stata ricoverata in ospedale per depressione, per rabbia, per quello che ai tempi chiamavano isterismo. Ho combattuto una battaglia da Golia contro i titani. Ce l’ho fatta piangendo, stringendo i denti, in assoluta solitudine.

E’ cambiato qualcosa rispetto al passato?

Qualcosa è cambiata. Ma prima di dichiararci libere ci vorrà del tempo.

Che consigli darebbe a una giovane giornalista che volesse intraprendere la stessa strada?

Studiare e leggere moltissimo, non aver nessun timore di essere se stesse. Ma soprattutto sapere di aver talento e grazie a questo riuscire a far partecipi gli altri di quello che si sente e che si vede.

Qual è, per lei, il significato dell’8 marzo?

Ci sono migliaia di donne tenute schiave e chi ha la libertà ha il dovere di lottare per loro. Perché prima di noi, donne italiane libere, ci sono state quelle che ci hanno rimesso la vita e a cui dobbiamo la libertà di oggi.

Alle donne, Rosanna Marani ha dedicato anche una poesia. Si intitola “La mia rondine”. Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=eyojWges63U&feature=youtu.be

Settembre 2010

Villagge Festival Playtv

http://www.playtvitalia.it/sito-new/festival.html

In onda Playtv Playtv2

Marzo 2013

https://lortodirosanna.wordpress.com/2013/03/22/una-bella-sorpresa-il-passato-si-coniuga-al-presente-per-diventare-futuro/

Una bella sorpresa: il passato si coniuga al presente per diventare futuro

Con Marina Presello e Valentina Mariani
Con Marina Presello e Valentina Mariani

Ospite in Studio a SkySport24http://youtu.be/d5cwJsiO8G0

Aprile 2013

https://lortodirosanna.wordpress.com/2013/04/11/guerin-sportivo-colpi-di-tacco-le-100-lady-che-hanno-fatto-la-storia-del-calcio/

Guerin Sportivo : Colpi di tacco Le 100 lady che hanno fatto la storia del calcio

Ritaglio foto miaNumero 27 Io Ritagliohttps://lortodirosanna.wordpress.com/2013/04/15/ebbene-si-ho-vinto-primo-premio-assoluto-al-concorso-di-poesia-mille-voci-per-alda-merini/

Aprile 2013

Ebbene si! Ho vinto: Primo Premio Assoluto al concorso di poesia Mille voci per Alda Merini

http://www.infooggi.it/articolo/premio-alda-merini-vince-rosanna-marani/40622/

Premio Alda Merini: vince “Rosanna Marani”

15/04/2013,  a cura di Gianluca Teobaldo Responsabile Categoria: RedazioneIohttp://www.catanzaroinforma.it/pgn/newslettura.php?id=52851

ARTE E CULTURA / Premio Alda Merini, vince Rosanna MaraniLa nota giornalista sportiva si aggiudica la II edizione del concorsoLunedì 15 Aprile 2013Io

Con la lirica dal titolo “Veglia”, Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista donna sportiva italiana, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro.

https://lortodirosanna.wordpress.com/2013/04/15/marani-come-merini-alla-nostra-rosanna-il-premio-dedicato-ad-alda/

Veglia

MARANI COME MERINI ALLA NOSTRA ROSANNA IL PREMIO DEDICATO

L’altra settimana mi chiama Rosanna e mi dice: ho vinto, ma aspetta a scriverlo!Oggi l’hanno detto e lo possiamo dire.Insomma, quando un giornalista sa trasformare la notizia in poesia, non è una soddisfazione.E’ una liberazione! La mitica Marani, già tra i “padri nobili” della Gazzetta dello Sport, appesa al muro con Brera nei corridoi della Gazza, questa volta l’ha fatta grossa: si è presa la seconda edizione del premio “Alda Merini”, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro.Ha vinto con la lirica “Veglia”. Sveglia la ragazza lo è, da sempre.Per noi che la conosciamo e sappiamo assecondare le sue mattane geniali, le sue intuizioni e quell’essere giornalisti sopra le righe, forse non è neppure più uno stupore la sua bravura sincopata del linguaggio. Perché così sono le sue poesie.Sono un punto e a capo o più semplicemente un fluire senza metrica. Così.
Brera ha scritto di lei, Sky in questi giorni le ha chiesto i vhs delle sue trasmissioni quando su Telemontecarlo intervistava i calciatori travestendoli nei panni dei personaggi più strani. Lei è un pezzo di storia non ambigua, romagnola come lei, del saper scrivere.
Una sera a cena mi racconta: “Sai come ho fatto a intervistare Rivera quando ha avuto il figlio dalla Elisabetta Viviani? Era alla clinica Columbus con uno sbarramento che non ti dico. Mi sono travestita da donna incinta e sono entrata nello stanzino”. Rivera sull’uscio mi ha detto urlando: “Nooo, anche qui!!!”.
La Marani è l’unica ad aver intervistato Maradona in silenzio stampa, facendogli rispondere a gesti.
Non contenta, ha travestito i calciatori nei personaggi più strampalati per rompere la monotonia seriale delle interviste monotono (oggi si direbbe mononota), braccia conserte e gambe svaccate sulla sedia…
Di lei ha scritto Brera, di lei si scrive e si recita quel che ha dentro, perché il vulcano di pensieri inquieti e di certezze fumate con la sigaretta Rosanna è produttrice prolifica.Dal Resto del Carlino al Tempo, con Gualtiero Vecchietti e Italo Cucci.
“Sono stata la prima a entrare negli spogliatoi del calcio”, ti dice, ma senza essere una velina.E senza fare la valletta, ha condotto la prima trasmissione sul calcio guidata da una donna, Bar Sport.
Pioniera, anche nel saper rompere le scatole al sistema, imparando l’arte televisiva da Mike Bongiorno, dalla prima rete Telemilano che poi diventò Canale 5.Le ha passate tutte, poeticamente lottando come lotta una donna, che dalle donne vorrebbe essere fatta fuori ed essere fatta, e basta, dagli uomini.I suoi programmi… tanti… Buongiorno Italia, di Wiva le donne, Record, Superflash. Per la Rai Giorni d’Europa, 7 Giorni al Parlamento, È quasi goal, Il processo del lunedì, Tv7, TG3 Telesogni. Ma ci tiene tanto a Fred e Ginger, l’intervista a Giuseppe Incocciati, del Milan poi Atalanta… Napoli…: “Cantavamo e ballavamo insieme, un’intervista ballata e cantata”. La Marani, come i trovatori e i trovieri.
Ma elencarle tutto sembra di fare un dispetto alla poesia.
L’unica intervista mai realizzata alla mamma di Berlusconi, la signora Rosa, l’ha fatta lei.E quando uscì il docufilm della Lucky Red, “Silvio Forever”, ricordate… Rosanna si incendiò perdendo la pazienza… Per quei diritti ora ha aperto una vertenza grande come una casa…, con l’avvocato Ivano Fazio.Quando te la racconta, prenditi un giorno di ferie! Per leggere tutte le carte, s’intende!
Scrivere, dire, fare, baciare, lettera, sentimento… questo è il suo mestiere.E noi siamo felici di averla con noi dal primo giorno, nel nostro quotidiano online. “La mia seconda giovinezza”, mi dice.
“Stefy, ricordati però di citare Vincenzo Ursini. Il premio Merini che ha il patrocinio del Quirinale, è il solo a nome di Alda col patrocinio delle figlie”.Fatto, Marani. Occuparsi di poesia oggi è eroico.
“Ci vediamo a Roma, magari anche con la Carla”, dice. Sì, perché dalle mescolanze informatiche della Marani è uscita anche la conoscenza di una band, la Diapasong.Fanno un dvd con 12 sue poesie. Registrano a Roma.
La Carla che dice? Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa, con cui Ros e io condividiamo diverse gioie e dolori delle battaglie di civiltà per gli animali, “ha riso… – confessa la Ros – Sai che lei non è una tanto poetica!!!”.Ma no Ros, è ridere di bene, è che basti tu a filtrarci il mondo, a farci da Veglia.
“Lo sai che ti voglio bene?”, mi dice la Ros. “Siamo sorelle di lotta dai tempi mitici quando nessuno parlava di animali, ed è importante cara sorella, perché oggi con la Federazione delle associazioni, voluta dalla Michela Brambilla, oggi è tutto più semplice. Una cosa la dico: è dagli animali che ho imparato la poesia”.

Stefania Piazzo15 aprile  ©2013 Piazzolanotizia – Riproduzione Riservata

Rassegna Stampa Premio Concorso di Poesia Mille voci per Alda Merini

https://lortodirosanna.wordpress.com/2013/04/16/rassegna-stampa-premio-concorso-di-poesia-mille-voci-per-alda-merini  /

 
Calabria ora
 
 

http://www.ntacalabria.it/99572/catanzaro-il-premio-merini-di-poesia-a-rosanna-marani/

 
NTA' Calabria

http://catanzaro.weboggi.it/Eventi/10441-Premio-Alda-Merini%2C-vince-Rosanna-MaraniCatanzaro oggi

Catanzaro/Cultura: a Rosanna Marani premio poesia A. Merini

15 Aprile 2013 –

(ASCa) – Catanzaro, 15 apr – Con la lirica dal titolo ”Veglia”, Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista donna sportiva italiana, si e’ aggiudicata la seconda edizione del Premio ”Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro.Gli altri cinque finalisti, considerati tutti ex-aequo, sono Michele Belsanti di Roma, con la lirica ”Non e’ eterno il dolore”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, con ”Siede la Regina alla destra del Re”; Vanes Ferlini di Imola, con ”Tu sconosciuto: ad un donatore”; Maria Teresa Infante di San Severo (Foggia), con ”Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Calabro, con ”Le parole che ascolto”. A tutti sara’ assegnata un’artistica targa di argento realizzata per l’occasione dal noto orafo crotonese Michele Affidato.

http://goodmorningumbria.wordpress.com/2013/04/15/a-rosanna-marani-il-premio-dedicato-ad-alda-merini/

 
A ROSANNA MARANI IL PREMIO DEDICATO AD ALDA MERINI

http://www.catanzaroinforma.it/pgn/newslettura.php?id=52851

Catanzaro informahttp://247.libero.it/lfocus/17631858/1/premio-alda-merini-vince-rosanna-marani/Libero 24x7

http://www.giornaledicalabria.net/index.php?section=news&idNotizia=35095

Primo piano

La giornalista Rosanna Marani vince il premio Alda Merini                          

16 aprile 2013 Con la lirica dal titolo “Veglia”, Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista sportiva donna d’Italia, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro. Gli altri cinque finalisti, considerati tutti ex-aequo, sono Michele Belsanti di Roma, con la lirica “Non è eterno il dolore”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, con “Siede la Regina alla destra del Re”; Vanes Ferlini di Imola, con “Tu sconosciuto: ad un donatore”; Maria Teresa Infante di San Severo (Foggia), con “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Calabro, con “Le parole che ascolto”. A tutti sarà assegnata un’artistica targa di argento realizzata per l’occasione dal noto orafo crotonese Michele Affidato. Ricordiamo che nel corso della manifestazione programmata per sabato 20 aprile, alle ore 11, nella Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro, saranno consegnate anche due medaglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la prima, alla carriera, è stata assegnata al giornalista Vincenzo De Virgilio; la seconda all’artista Pasquale Macrì, autore dell’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina dell’antologia “Mille voci per Alda” realizzato con le migliori liriche partecipanti al concorso. Due premi speciali, non a concorso, andranno invece al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico nelle missioni di pace, e a Maria Pia Furina, odontoiatra con la passione della poesia, per l’opera “Come le mie mani”. Oltre ai suddetti premi saranno assegnate targhe di merito a numerosi altri poeti provenienti da tutta Italia.

 

http://www.cn24.tv/news/66696/premio-alda-merini-vince-rosanna-marani.htmlCN24

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=161787:catanzaro-a-rosanna-marani-il-premio-merini-di-poesia&catid=1:ultime&Itemid=291

Catanzaro: a Rosanna Marani il premio Merini di poesia 

Lunedì 15 Aprile 2013 15:29Con la lirica dal titolo “Veglia”, Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista donna sportiva italiana, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro.Gli altri cinque finalisti, considerati tutti ex-aequo, sono Michele Belsanti di Roma, con la lirica “Non è eterno il dolore”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, con “Siede la Regina alla destra del Re”; Vanes Ferlini di Imola, con “Tu sconosciuto: ad un donatore”;  Maria Teresa Infante di San Severo (Foggia), con “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Calabro, con “Le parole che ascolto”.A tutti sarà assegnata un’artistica targa di argento realizzata per l’occasione dal noto orafo crotonese Michele Affidato.Ricordiamo che nel corso della manifestazione programmata per sabato 20 aprile, alle ore 11, nella Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro, saranno consegnate anche due medaglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la prima, alla carriera, è stata assegnata al giornalista Vincenzo De Virgilio; la seconda all’artista Pasquale Macrì, autore dell’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina dell’antologia “Mille voci per Alda” realizzato con le migliori liriche partecipanti al concorso.Due premi speciali, non a concorso, andranno invece al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico nelle missioni di pace, e a Maria Pia Furina, odontoiatra con la passione della poesia, per l’opera “Come le mie mani”.Oltre ai suddetti premi saranno assegnate targhe di merito a numerosi altri poeti provenienti da tutta Italia.Le poesie premiate saranno lette da Adele Fulciniti che sarà accompagnata dal chitarrista Tony Samà. A fine manifestazione si esibiranno i fratelli Andrea e Alessio Bressi e il cantante Michele Tosi.“Il premio Merini – afferma Vincenzo Ursini – ha ottenuto un successo strepitoso. Abbiamo tante di quelle richieste da non poterne più accoglierne altre. Una manifestazione, insomma, che sarà ricordata non solo come la prima in Italia per numero di adesioni, ma anche perché siamo stati costretti a dire di no a centinaia di persone che intendevano essere presenti alla premiazione. Tutto questo senza aver avuto un solo euro da parte delle istituzioni”.

http://www.calabriaonline.com/articoli/catanzaro-premio-merini-con-veglia-si-aggiudica-la-seconda-edizione-rosanna-marani_21865.htm

Catanzaro: Premio Merini, con “Veglia” si aggiudica la seconda edizione Rosanna Marani

La premiazione si svolgerà sabato 20 Aprile nella Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro

Catanzaro: Premio Merini, con Veglia si aggiudica la seconda edizione Rosanna Marani
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
15 / 04 / 2013
 
 
 
 

Con la lirica dal titolo “Veglia”, Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista donna sportiva italiana, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro.Gli altri cinque finalisti, considerati tutti ex-aequo, sono Michele Belsanti di Roma, con la lirica “Non è eterno il dolore”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, con “Siede la Regina alla destra del Re”; Vanes Ferlini di Imola, con “Tu sconosciuto: ad un donatore”; Maria Teresa Infante di San Severo (Foggia), con “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Calabro, con “Le parole che ascolto”. A tutti sarà assegnata un’artistica targa di argento realizzata per l’occasione dal noto orafo crotonese Michele Affidato.Ricordiamo che nel corso della manifestazione programmata per sabato 20 Aprile, alle ore 11, nella Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro, saranno consegnate anche due medaglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la prima, alla carriera, è stata assegnata al giornalista Vincenzo De Virgilio; la seconda all’artista Pasquale Macrì, autore dell’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina dell’antologia “Mille voci per Alda” realizzato con le migliori liriche partecipanti al concorso. Due premi speciali, non a concorso, andranno invece al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico nelle missioni di pace, e a Maria Pia Furina, odontoiatra con la passione della poesia, per l’opera “Come le mie mani”. Oltre ai suddetti premi saranno assegnate targhe di merito a numerosi altri poeti provenienti da tutta Italia.Le poesie premiate saranno lette da Adele Fulciniti che sarà accompagnata dal chitarrista Tony Samà. A fine manifestazione si esibiranno i fratelli Andrea e Alessio Bressi e il cantante Michele Tosi.“Il premio Merini – afferma Vincenzo Ursini – ha ottenuto un successo strepitoso. Abbiamo tante di quelle richieste da non poterne più accoglierne altre. Una manifestazione, insomma, che sarà ricordata non solo come la prima in Italia per numero di adesioni, ma anche perché siamo stati costretti a dire di no a centinaia di persone che intendevano essere presenti alla premiazione. Tutto questo senza aver avuto un solo euro da parte delle istituzioni”.

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La giornalista Rosanna Marani vince il Premio dedicato ad Alda Merini

15-04-2013

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La giornalista Rosanna Marani …

La giornalista Rosanna Marani vince il premio AldaMerini

Cultura e Spettacolo Giornaledicalabria 

15 Apr 2013 22:00Con la lirica dal titolo “Veglia”, Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista sportiva donna d’Italia, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro. Gli altri cinque finalisti, considerati tutti ex-aequo, sono Michele Belsanti di Roma, con la lirica “Non è eterno il dolore”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, con “Siede la Regina alla destra del Re”; Vanes Ferlini di Imola, con “Tu sconosciuto: ad un donatore”; Maria Teresa Infante di San Severo (Foggia), con “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Calabro, con “Le parole che ascolto”. A tutti sarà assegnata un’artistica targa di argento realizzata per l’occasione dal noto orafo crotonese Michele Affidato. Ricordiamo che nel corso della ..

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Magazine Informazione regionale

A Rosanna Marani il premio dedicato ad Alda Merini

15 aprile 2013 da Goodmorningumbria

Il Quotidiano

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Calabria ora

 
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La Gazzetta dello Sport

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https://lortodirosanna.wordpress.com/2013/04/23/rassegna-stampa-premiazione-concorso-mille-voci-per-alda-merini/

Rassegna Stampa Premiazione Concorso Mille voci per Alda Merini 

NTA CALABRIA

http://www.ntacalabria.it/100335/premio-alda-merini-ursini-un-successo-senza-precedenti/

Premio Alda Merini, Ursini: “Un successo senza precedenti”

premio merini tavolo presidenza 300x203 Premio Alda Merini, Ursini: “Un successo senza precedenti”premio-merini-tavolo-presidenzaVincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, è più che soddisfatto. “Con il premio Alda Merini – ha detto – abbiamo superato ogni più rosea aspettativa”. Un successo davvero importante per l’associazione culturale catanzarese che da anni opera sul territorio con grande serietà e impegno.La Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro non è bastata, infatti, ad accogliere tutti coloro che sabato scorso hanno partecipato alla manifestazione conclusiva della seconda edizione del premio internazionale di poesia dedicato alla poetessa dei Navigli, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione, come partner, della Camera di Commercio e quella prestigiosa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  che ha inviato la sua medaglia ufficiale.“E’ stato certamente un grande evento per Catanzaro – ha detto il presidente della giuria Titta Scalise – che meritava una migliore attenzione da parte delle Istituzioni”.Circa 200 posti a sedere tutti pieni ed altrettante persone in piedi hanno fatto da splendida cornice a questo importante appuntamento culturale.“Siamo in presenza di un successo senza precedenti, – ha sottolineato Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, – realizzato senza alcun finanziamento pubblico, tranne quello della Camera di Commercio. Ecco perché ringraziamo Paolo Abramo per aver creduto in questo nostro progetto, così come ringraziamo il maestro orafo Michele Affidato e il Gruppo Callipo, due prestigiose imprese calabresi che, unitamente al gruppo Culligan e al comune di Milano, hanno sostenuto la nostra iniziativa, sostituendosi alle istituzioni regionali dalle quali abbiamo avuto solo risposte negative”.“Insomma, il premio Alda Merini, primo in Italia, in sole due edizioni, per numero di adesioni, è stato realizzato dall’Accademia dei Bronzi, – aggiunge Ursini – senza accedere ad alcun contributo e senza chiedere un solo euro a nessuno, ma soltanto con il nostro finanziamento diretto e con l’adesione di qualche sponsor”.Aperta con la proiezione di una bellissima e commuovente sintesi videografica sul premio e sui premiati, realizzata da Massimo Rotundo, la manifestazione si è sviluppata in due momenti. La prima parte, infatti, è stata riservata alla consegna della medaglia del Presidente della Repubblica, da parte di Paolo Abramo, al giornalista Vincenzo De Virgilio, quale premio alla carriera e al pittore Pasquale Macrì, per l’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina del volume “Mille voci per Alda” che contiene 636 liriche selezionate tra le 2.070 che erano pervenute alla segreteria del concorso. La seconda parte è stata invece dedicata alla consegna dei premi ai vincitori e ai segnalati della sezione poesia, che erano convenuti a Catanzaro da ogni parte d’Italia, partendo da due targhe di argento realizzate da Michele Affidato, che sono state consegnate al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico della Croce Rossa Italiana, e alla dottoressa Maria Pia Furina, “dentista per professione e scrittrice per passione”, quale migliore autrice partecipante aderente all’Accademia dei Bronzi.In precedenza, dopo i saluti del presidente della giuria, Titta Scalise, di Paolo Abramo e del maestro Michele AffidatoVincenzo Ursini ha ringraziato tutti coloro che, a vario titolo, avevano contribuito alla migliore riuscita del concorso. “Un concorso – ha detto Ursini – che ha fatto conoscere Catanzaro in tutta Italia, in senso certamente positivo”.I vari componenti della giuria (Nazzareno Bosco, Mario Donato Cosco, Antonio Benefico, Mauro Rechichi e Antonio Montuoro) hanno quindi consegnato i premi ai relativi vincitori.Dopo Grazia Calabrò e Antonella OrioloRamona AlbaneseMarianna NadileAngelina Russo e Manuela Starvaggi, premiati e segnatali nella sezione “arte”, hanno ritirato i premi destinati alla poesia inedita Rosanna Marani di Milano, prima classificata con la lirica dal titolo “Veglia”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, per la lirica “Siede la Regina alla destra del Re”, Maria Teresa Infante di San Severo, per la lirica “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Scalo, per la lirica “Le parole che ascolto”. Premiati, ma assenti, Michele Belsanti di Roma e Vanes Ferlini di Imola.A fine manifestazione i fratelli Andrea e Alessio Bressi hanno proposto ai presenti alcune melodie popolari catanzaresi, mentre il cantante Michele Tosi, nei locali del Circolo Unione, ha intrattenuto gli ospiti provenienti dalle altre regioni.

CN24

http://www.cn24.tv/news/67060/concluso-il-premio-alda-merini.html

Concluso il Premio Alda Merini

Com’era nelle previsioni, la Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro non è bastata ad accogliere tutti coloro che sabato scorso hanno partecipato alla manifestazione conclusiva della seconda edizione del premio internazionale di poesia Alda Merini, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione, come partner, della Camera di Commercio e quella prestigiosa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha inviato la sua medaglia ufficiale. L’aria che si respirava era certamente quella di un grande evento: circa 200 posti a sedere tutti pieni con altrettante persone in piedi che hanno fatto da cornice a questo importante appuntamento culturale. “Siamo in presenza di un successo senza precedenti, – ha sottolineato nella sua introduzione Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, – realizzato senza alcun finanziamento pubblico, tranne quello della Camera di Commercio. Ecco perché ringraziamo Paolo Abramo per aver creduto in questo nostro progetto, così come ringraziamo il maestro orafo Michele Affidato e il Gruppo Callipo, due prestigiose imprese calabresi che, unitamente al gruppo Culligan e al comune di Milano, hanno sostenuto la nostra iniziativa, sostituendosi alle istituzioni regionali dalle quali abbiamo avuto solo risposte negative”.“Insomma, il premio Alda Merini, primo in Italia, in sole due edizioni, per numero di adesioni, è stato realizzato dall’Accademia dei Bronzi, – aggiunge Ursini – senza accedere ad alcun contributo e senza chiedere un solo euro a nessuno, ma soltanto con il nostro finanziamento diretto e con l’adesione di qualche sponsor. Eppure abbiamo attivato una serie di canali che hanno prodotto un concreto afflusso turistico. Ed è questo, crediamo, il più importante risultato, dopo quello letterario di cui siamo fieri e che tutti ora c’invidiano”. Aperta con la proiezione di una bellissima e commuovente sintesi videografica sul premio e sui premiati, realizzata da Massimo Rotundo, la manifestazione si è sviluppata in due momenti. La prima parte, infatti, è stata riservata alla consegna della medaglia del Presidente della Repubblica, da parte di Paolo Abramo, al giornalista Vincenzo De Virgilio, quale premio alla carriera e al pittore Pasquale Macrì, per l’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina del volume “Mille voci per Alda” che contiene 636 liriche selezionate tra le 2.070 che erano pervenute alla segreteria del concorso. La seconda parte è stata invece dedicata alla consegna dei premi ai vincitori e ai segnalati della sezione poesia, che erano convenuti a Catanzaro da ogni parte d’Italia, partendo da due targhe di argento realizzate da Michele Affidato, che sono state consegnate al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico della Croce Rossa Italiana, e alla dottoressa Maria Pia Furina, “dentista per professione e scrittrice per passione”, quale migliore autrice partecipante aderente all’Accademia dei Bronzi. In precedenza, dopo i saluti del presidente della giuria, Titta Scalise, di Paolo Abramo e del maestro Michele Affidato, Vincenzo Ursini ha ringraziato tutti coloro che, a vario titolo, avevano contribuito alla migliore riuscita del concorso. “Un concorso – ha detto Ursini – che ha fatto conoscere Catanzaro in tutta Italia, in senso certamente positivo”.I vari componenti della giuria (Nazzareno Bosco, Mario Donato Cosco, Antonio Benefico, Mauro Rechichi e Antonio Montuoro) hanno quindi consegnato i premi riservati ai relativi vincitori. Dopo Grazia Calabrò, Antonella Oriolo, Ramona Albanese, Marianna Nadile, Angelina Russo e Manuela Starvaggi, premiati e segnatali nella sezione “arte”, hanno ritirato i premi destinati alla poesia inedita Rosanna Marani di Milano, prima classificata con la lirica dal titolo “Veglia”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, per la lirica “Siede la Regina alla destra del Re”, Maria Teresa Infante di San Severo, per la lirica “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Scalo, per la lirica “Le parole che ascolto”. Premiati, ma assenti, Michele Belsanti di Roma e Vanes Ferlini di Imola. A Cristian Sotgiu, di Selargius (Cagliari) oltre alla segnalazione di merito della giuria, è stata assegnala la medaglia di argento delle edizioni Ursini. Le poesie sono state lette da Adele Fulciniti, accompagnata alla chitarra da Tony Samà. A fine manifestazione i fratelli Andrea e Alessio Bressi hanno proposto ai presenti alcune melodie popolari catanzaresi, mentre il cantante Michele Tosi, nei locali del Circolo Unione, ha intrattenuto gli ospiti provenienti dalle altre regioni.

 STRILLI.IT

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=162491:catanzaro-michele-affidato-al-premio-alda-merini-&catid=1:ultime&Itemid=291

Catanzaro: Michele Affidato al Premio Alda Merini

“Sento il bisogno di ringraziare il Maestro orafo Michele Affidato per aver aderito al nostro premio, realizzando le targhe di argento che abbiamo assegnato ai vincitori. La sua adesione è stata determinante e ci ha consentito di portare a termine questa iniziativa, diventata in sole due edizioni la prima in Italia  per numero di adesioni”.
E’ quando ha detto Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi di Catanzaro, nel corso della manifestazione di premiazione dei vincitori della seconda edizione del premio Alda Merini che si è tenuta nella Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro, alla quale hanno partecipato poeti e giornalisti provenienti da tutta Italia.
L’aria che si respirava era certamente quella di un grande evento: circa 200 posti a sedere tutti pieni con altrettante persone in piedi che hanno fatto da cornice a questo importante appuntamento culturale.
“Siamo in presenza di un successo senza precedenti, – ha sottolineato nella sua introduzione Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, – realizzato senza alcun finanziamento pubblico, tranne quello della Camera di Commercio, partner dell’evento.
Michele Affidato, presente alla manifestazione, dopo aver ringraziato Ursini, ha consegnato personalmente le targhe ai vincitori.
Aperta con la proiezione di una bellissima e commuovente sintesi videografica sul premio e sui premiati, realizzata da Massimo Rotundo, la manifestazione si è sviluppata in due momenti. La prima parte, infatti, è stata riservata alla consegna della medaglia del Presidente della Repubblica, da parte di Paolo Abramo, al giornalista Vincenzo De Virgilio, quale premio alla carriera e al pittore Pasquale Macrì, per l’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina del volume “Mille voci per Alda” che contiene 636 liriche selezionate tra le 2.070 che erano pervenute alla segreteria del concorso. La seconda parte è stata invece dedicata alla consegna dei premi ai vincitori e ai segnalati della sezione poesia. I premi speciali dell’Accademia dei Bronzi sono stati assegnati invece al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico della Croce Rossa Italiana, e alla dottoressa Maria Pia Furina, “dentista per professione e scrittrice per passione”, quale migliore autrice partecipante aderente al sodalizio catanzarese.
Dopo Grazia Calabrò e Antonella Oriolo segnalati nella sezione “arte”, hanno ritirato i premi destinati alla poesia inedita Rosanna Marani di Milano, prima classificata con la lirica dal titolo “Veglia”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, per la lirica “Siede la Regina alla destra del Re”, Maria Teresa Infante di San Severo, per la lirica “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Scalo, per la lirica “Le parole che ascolto”. Premiati, ma assenti, Michele Belsanti di Roma e Vanes Ferlini di Imola.GAZZETTA DEL SUDGazzetta del SudASCAhttp://www.asca.it/artsemovies/interna-Spettacolo-Catanzaro_Cultura__Concluso_il_Premio_Alda_Merini-1270212-0-0.htmlCatanzaro/Cultura: Concluso il Premio Alda Merini

22 Aprile 2013 – 14:46

(ASCA) – Catanzaro 22 apr – Com’era nelle previsioni, la Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro non e’ bastata ad accogliere tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione conclusiva della seconda edizione del premio internazionale di poesia Alda Merini, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione, come partner, della Camera di Commercio e quella prestigiosissima del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha inviato la sua medaglia ufficiale.

”Siamo in presenza di un successo senza precedenti, – ha sottolineato nella sua introduzione Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, – realizzato senza alcun finanziamento pubblico, tranne quello della Camera di Commercio, partner dell’evento.Paolo Abramo ha, quindi, consegnato la medaglia del Presidente della Repubblica, al giornalista Vincenzo De Virgilio, quale premio alla carriera e al pittore Pasquale Macri’, per l’opera ”Alda Merini, i giorni della gioia”.Due premi speciali sono stati poi assegnati al dottor Francesco Calabro’, ufficiale medico della Croce Rossa Italiana e alla dottoressa Maria Pia Furina quale migliore autrice partecipante aderente all’Accademia dei Bronzi.I premi destinati alla poesia inedita sono andati a Rosanna Marani di Milano, prima classificata con la lirica dal titolo ”Veglia”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, per la lirica ”Siede la Regina alla destra del Re”, Maria Teresa Infante di San Severo, per la lirica ”Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Scalo, per la lirica ”Le parole che ascolto”. Premiati, ma assenti, Michele Belsanti di Roma e Vanes Ferlini di Imola.

 

CATANZARO INFORMA

http://www.catanzaroinforma.it/pgn/newslettura.php?id=53089

ARTE E CULTURA / Premio Alda Merini: Un trionfo!

Ursini: “Un successo senza precedenti”

Lunedì 22 Aprile 2013 – 10:57

CatanzaroInforma.it: Premio Alda Merini: Un trionfo!

Com’era nelle previsioni, la Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro non è bastata ad accogliere tutti coloro che sabato scorso hanno partecipato alla manifestazione conclusiva della seconda edizione del premio internazionale di poesia Alda Merini, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione, come partner, della Camera di Commercio e quella prestigiosa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  che ha inviato la sua medaglia ufficiale.L’aria che si respirava era certamente quella di un grande evento: circa 200 posti a sedere tutti pieni con altrettante persone in piedi che hanno fatto da cornice a questo importante appuntamento culturale.“Siamo in presenza di un successo senza precedenti, – ha sottolineato nella sua introduzione Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, – realizzato senza alcun finanziamento pubblico, tranne quello della Camera di Commercio. Ecco perché ringraziamo Paolo Abramo per aver creduto in questo nostro progetto, così come ringraziamo il maestro orafo Michele Affidato e il Gruppo Callipo, due prestigiose imprese calabresi che, unitamente al gruppo Culligan e al comune di Milano, hanno sostenuto la nostra iniziativa, sostituendosi alle istituzioni regionali dalle quali abbiamo avuto solo risposte negative”.“Insomma, il premio Alda Merini, primo in Italia, in sole due edizioni, per numero di adesioni, è stato realizzato dall’Accademia dei Bronzi, – aggiunge Ursini – senza accedere ad alcun contributo e senza chiedere un solo euro a nessuno, ma soltanto con il nostro finanziamento diretto e con l’adesione di qualche sponsor. Eppure abbiamo attivato una serie di canali che hanno prodotto un concreto afflusso turistico. Ed è questo, crediamo, il più importante risultato, dopo quello letterario di cui siamo fieri e che tutti ora c’invidiano”.Aperta con la proiezione di una bellissima e commuovente sintesi videografica sul premio e sui premiati, realizzata da Massimo Rotundo, la manifestazione si è sviluppata in due momenti. La prima parte, infatti, è stata riservata alla consegna della medaglia del Presidente della Repubblica, da parte di Paolo Abramo, al giornalista Vincenzo De Virgilio, quale premio alla carriera e al pittore Pasquale Macrì, per l’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina del volume “Mille voci per Alda” che contiene 636 liriche selezionate tra le 2.070 che erano pervenute alla segreteria del concorso. La seconda parte è stata invece dedicata alla consegna dei premi ai vincitori e ai segnalati della sezione poesia, che erano convenuti a Catanzaro da ogni parte d’Italia, partendo da due targhe di argento realizzate da Michele Affidato, che sono state consegnate al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico della Croce Rossa Italiana, e alla dottoressa Maria Pia Furina, “dentista per professione e scrittrice per passione”, quale migliore autrice partecipante aderente all’Accademia dei Bronzi.In precedenza, dopo i saluti del presidente della giuria, Titta Scalise, di Paolo Abramo e del maestro Michele AffidatoVincenzo Ursini ha ringraziato tutti coloro che, a vario titolo, avevano contribuito alla migliore riuscita del concorso. “Un concorso – ha detto Ursini – che ha fatto conoscere Catanzaro in tutta Italia, in senso certamente positivo”.I vari componenti della giuria (Nazzareno Bosco, Mario Donato Cosco, Antonio Benefico, Mauro Rechichi e Antonio Montuoro) hanno quindi consegnato i premi riservati ai relativi vincitori.Dopo Grazia CalabròAntonella OrioloRamona AlbaneseMarianna NadileAngelina Russo e Manuela Starvaggi, premiati e segnatali nella sezione “arte”, hanno ritirato i premi destinati alla poesia inedita Rosanna Marani di Milano, prima classificata con la lirica dal titolo “Veglia”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, per la lirica “Siede la Regina alla destra del Re”, Maria Teresa Infante di San Severo, per la lirica “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Scalo, per la lirica “Le parole che ascolto”. Premiati, ma assenti, Michele Belsanti di Roma e Vanes Ferlini di Imola.A Cristian Sotgiu, di Selargius (Cagliari) oltre alla segnalazione di merito della giuria, è stata assegnala la medaglia di argento delle edizioni Ursini.Le poesie sono state lette da Adele Fulciniti, accompagnata alla chitarra da Tony Samà. A fine manifestazione i fratelli Andrea e Alessio Bressi hanno proposto ai presenti alcune melodie popolari catanzaresi, mentre il cantante Michele Tosi, nei locali del Circolo Unione, ha intrattenuto gli ospiti provenienti dalle altre regioni.

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Con il Presidente della giuria, Titta Scalise
Con il Presidente della giuria, Titta Scalise

LA VOCE CRITICA

http://www.lavocecritica.com/premio-alda-merini-vince-rosanna-marani/

Premio Alda Merini, vince Rosanna Marani

by aldolicata

 

catanzaro

Con la lirica dal titolo “Veglia”,Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista donna sportiva italiana, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro.Conosciamo meglio Rosanna Marani. Ha esordito nel giornalismo alla Gazzetta dello Sport il 18 novembre del 1973, con un’intervista esclusiva a Gianni Rivera in silenzio stampa da 6 mesi. Ha collaborato con Il Giornale d’Italia e il Resto del Carlino sotto la guida di Gualtiero Vecchietti e di Italo Cucci. È stata la prima donna a diventare giornalista professionista sportiva nel 1976ed è stata anche la prima giornalista a condurre una trasmissione sportiva in TV: a Telenorditalia, emittente lombarda, ha condotto infatti Bar Sport, un talk show dedicato al calcio, allo sport e ai protagonisti degli anni settanta. Successivamente la sua carriera si è sviluppata interamente in televisione. Per Telemilano, la prima rete televisivaFininvest, è stata inviata dei notiziari, di Buongiorno Italia, di Wiva le donne, di Record, di Superflash e de Gli speciali. Per la Rai ha lavorato in: Giorni d’Europa, 7 Giorni al Parlamento (con Gianluca Di Schiena), È quasi goal, Il processo del lunedì, Tv7, TG3 Telesogni (con Claudio Ferretti).rosanna

Tra le interviste realizzate, quella trasmessa dal Tg1 delle 13 a Rosa Bossi, la madre di Silvio Berlusconi, l’unica esistente e di cui la signora Marani possiede i diritti d’autore in esclusiva. Durante un breve periodo a Telemontecarlo è stata inviata di Sport Show, del Tg e di Mondocalcio. Negli anni novanta, Roberto Tumbarello la chiama ad Odeon Tv per la rubrica “I Cavoli a merenda” all’interno della trasmissione Forza Italia, condotta da un giovane Fabio Fazio. A Telelombardia, negli anni novanta, Rosanna Marani partecipa Novantesimo donna, condotto da Eliana Jotta, con una rubrica fissa in cui assegna voti di merito e demerito ai calciatori, bacchettando i comportamenti meno sportivi. Lavora a Telenova come inviata di Fax 13, e ad Antenna 3: è inviata di MarinasumagolNon solo biciAntenna trediciVisti a San SiroSpeciali cronaca e politica, nella quale intervista i politici tifosi. È stata sposata due volte: con Pierluigi Aprà, attore de La Cina è vicina di Marco Bellocchio, morto prematuramente a 37 anni, e con Vincenzo Celentano. Ha tre figli: Gabriele, regista, Andrea e Giulia. Attualmente in pensione, è impegnata nel volontariato, dopo avere lottato dal 2006 per debellare un tumore maligno. È tra le fondatrici di Chiliamacisegua, associazione non profit per la tutela degli animali,da cui si è dimessa, ad ottobre 2012, per approdare alla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, in qualità di Responsabile Comunicazione Web.Ha un notissimo blog in cui personalmente legge le sue poesie: L’orto di Rosanna.https://lortodirosanna.wordpress.com/.Alla mia carissima amica vanno i miei complimenti. Grande Rosanna .Gli altri cinque finalisti, considerati tutti ex-aequo, sono Michele Belsanti di Roma, con la lirica “Non è eterno il dolore”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, con “Siede la Regina alla destra del Re”;Vanes Ferlini di Imola, con “Tu sconosciuto: ad un donatore”; Maria Teresa Infante di San Severo (Foggia), con “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Calabro, con “Le parole che ascolto”.A tutti sarà assegnata un’artistica targa di argento realizzata per l’occasione dal noto orafo crotonese Michele Affidato.
Ricordiamo che nel corso della manifestazione programmata per sabato 20 aprile, alle ore 11, nella Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro, saranno consegnate anche due medaglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la prima, alla carriera, è stata assegnata al giornalista Vincenzo De Virgilio; la seconda all’artista Pasquale Macrì, autore dell’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina dell’antologia “Mille voci per Alda” realizzato con le migliori liriche partecipanti al concorso.
Due premi speciali, non a concorso, andranno invece al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico nelle missioni di pace, e a Maria Pia Furina, odontoiatra con la passione della poesia, per l’opera “Come le mie mani”.
Oltre ai suddetti premi saranno assegnate targhe di merito a numerosi altri poeti provenienti da tutta Italia.
Le poesie premiate saranno lette da Adele Fulciniti che sarà accompagnata dal chitarristaTony Samà. A fine manifestazione si esibiranno i fratelli Andrea e Alessio Bressi e il cantante Michele Tosi.
“Il premio Merini – afferma Vincenzo Ursini – ha ottenuto un successo strepitoso. Abbiamo tante di quelle richieste da non poterne più accoglierne altre. Una manifestazione, insomma, che sarà ricordata non solo come la prima in Italia per numero di adesioni, ma anche perché siamo stati costretti a dire di no a centinaia di persone che intendevano essere presenti alla premiazione. Tutto questo senza aver avuto un solo euro da parte delle istituzioni”.

http://alfredodecclesia.blogspot.it/2013/04/premio-alda-merini-vince-rosanna-marani.html

AltraInformazione

 Premio Alda Merini, vince Rosanna Marani

di 

Con la lirica dal titolo “Veglia”,Rosanna Marani, di Milano, prima giornalista donna sportiva italiana, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia, promosso e organizzato dall’Accademia dei Bronzi e dalle Edizioni Ursini, con l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro.Conosciamo meglio Rosanna Marani. Ha esordito nel giornalismo alla Gazzetta dello Sport il 18 novembre del 1973, con un’intervista esclusiva a Gianni Rivera in silenzio stampa da 6 mesi. Ha collaborato con Il Giornale d’Italia e il Resto del Carlino sotto la guida di Gualtiero Vecchietti e di Italo Cucci. È stata la prima donna a diventare giornalista professionista sportiva nel 1976ed è stata anche la prima giornalista a condurre una trasmissione sportiva in TV: a Telenorditalia, emittente lombarda, ha condotto infatti Bar Sport, un talk show dedicato al calcio, allo sport e ai protagonisti degli anni settanta. Successivamente la sua carriera si è sviluppata interamente in televisione. Per Telemilano, la prima rete televisivaFininvest, è stata inviata dei notiziari, di Buongiorno Italia, di Wiva le donne, di Record, di Superflash e de Gli speciali. Per la Rai ha lavorato in: Giorni d’Europa, 7 Giorni al Parlamento (con Gianluca Di Schiena), È quasi goal, Il processo del lunedì, Tv7, TG3 Telesogni (con Claudio Ferretti).

rosanna

Tra le interviste realizzate, quella trasmessa dal Tg1 delle 13 a Rosa Bossi, la madre di Silvio Berlusconi, l’unica esistente e di cui la signora Marani possiede i diritti d’autore in esclusiva. Durante un breve periodo a Telemontecarlo è stata inviata di Sport Show, del Tg e di Mondocalcio. Negli anni novanta, Roberto Tumbarello la chiama ad Odeon Tv per la rubrica “I Cavoli a merenda” all’interno della trasmissione Forza Italia, condotta da un giovane Fabio Fazio. A Telelombardia, negli anni novanta, Rosanna Marani partecipa Novantesimo donna, condotto da Eliana Jotta, con una rubrica fissa in cui assegna voti di merito e demerito ai calciatori, bacchettando i comportamenti meno sportivi. Lavora a Telenova come inviata di Fax 13, e ad Antenna 3: è inviata di Marinasumagol, Non solo bici, Antenna tredici, Visti a San Siro, Speciali cronaca e politica, nella quale intervista i politici tifosi. È stata sposata due volte: con Pierluigi Aprà, attore de La Cina è vicina di Marco Bellocchio, morto prematuramente a 37 anni, e con Vincenzo Celentano. Ha tre figli: Gabriele, regista, Andrea e Giulia. Attualmente in pensione, è impegnata nel volontariato, dopo avere lottato dal 2006 per debellare un tumore maligno. È tra le fondatrici di Chiliamacisegua, associazione non profit per la tutela degli animali,da cui si è dimessa, ad ottobre 2012, per approdare alla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, in qualità di Responsabile Comunicazione Web. Ha un notissimo  blog di cui personalmente leggo diverse poesie.https://lortodirosanna.wordpress.com/.Alla mia carissima amica vanno i miei complimenti. Grande Rosanna .Gli altri cinque finalisti, considerati tutti ex-aequo, sono Michele Belsanti di Roma, con la lirica “Non è eterno il dolore”; Maria Pompea Carrabba di Termoli, con “Siede la Regina alla destra del Re”;Vanes Ferlini di Imola, con “Tu sconosciuto: ad un donatore”; Maria Teresa Infante di San Severo (Foggia), con “Voglio sentire” e Giovanni Pistoia di Corigliano Calabro, con “Le parole che ascolto”.A tutti sarà assegnata un’artistica targa di argento realizzata per l’occasione dal noto orafo crotonese Michele Affidato.
Ricordiamo che nel corso della manifestazione programmata per sabato 20 aprile, alle ore 11, nella Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro, saranno consegnate anche due medaglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la prima, alla carriera, è stata assegnata al giornalista Vincenzo De Virgilio; la seconda all’artista Pasquale Macrì, autore dell’opera “Alda Merini, i giorni della gioia” utilizzata dall’Accademia dei Bronzi per illustrare la copertina dell’antologia “Mille voci per Alda” realizzato con le migliori liriche partecipanti al concorso.
Due premi speciali, non a concorso, andranno invece al dottor Francesco Calabrò, ufficiale medico nelle missioni di pace, e a Maria Pia Furina, odontoiatra con la passione della poesia, per l’opera “Come le mie mani”.
Oltre ai suddetti premi saranno assegnate targhe di merito a numerosi altri poeti provenienti da tutta Italia.
Le poesie premiate saranno lette da Adele Fulciniti che sarà accompagnata dal chitarristaTony Samà. A fine manifestazione si esibiranno i fratelli Andrea e Alessio Bressi e il cantante Michele Tosi.
“Il premio Merini – afferma Vincenzo Ursini – ha ottenuto un successo strepitoso. Abbiamo tante di quelle richieste da non poterne più accoglierne altre. Una manifestazione, insomma, che sarà ricordata non solo come la prima in Italia per numero di adesioni, ma anche perché siamo stati costretti a dire di no a centinaia di persone che intendevano essere presenti alla premiazione. Tutto questo senza aver avuto un solo euro da parte delle istituzioni”.

fonte  http://www.lavocecritica.com/premio-alda-merini-vince-rosanna-marani

07/11/2013

https://lortodirosanna.wordpress.com/2013/11/07/esclusiva-lo-tzunami-rosanna/

Grazie a Lorenza Di Prima. E’ l’intervista più bella e lusinghiera che mi abbiano fatto. La conserverò in un cammeo di ricordo. Prezioso gioiello che porterò sempre nel mio cuore.

http://www.calcionews24.com/lo-tzunami-rosanna-351965.html

CalcioNew2407/11/2013

Esclusiva: lo tzunami Rosanna

Una donna con i tacchetti a spillo

 
Esclusiva: lo tzunami Rosanna
© Calcio News 24
 

ESCUSIVA ROSANNA MARANI – Un giornalista molto esperto una volta mi disse: “Per essere un buon professionista bisogna evitare di esprimere concetti ovvi o scrivere nozioni che già tutti conoscano”.Eviterò dunque di trascrivere la biografia di Rosanna Marani e di dire che fu la prima giornalista a riuscire ad intervistare un Gianni Rivera in silenzio stampa da sei mesi, nel 1973. Non vi parlerò del fatto che fu la prima donna a lavorare per la Gazzetta dello Sport, la prima donna a diventare giornalista professionista sportiva in Italia e in Europa (nel 1976) e pure la prima giornalista a condurre una trasmissione sportiva in TV.

Eviterò anche di soffermarmi a raccontare come negli anni settanta abbia creato i testi di alcune canzoni di Domenico Modugno, tra gli altri,  e di come, grazie ad una sua idea  per dare sostegno ai bambini rimasti orfani nella tragedia del terremoto dell’Irpinia, siano nate le  “gare di solidarietà benefiche” che oggi vediamo tra le varie testate.Però non posso evitare di parlarvi del suo titolo di Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana:  “ Per aver aperto la strada alle donne ad una professione, quella del giornalismo

sportivo, a loro preclusa prima del suo avvento

.

Mai titolo fu più azzeccato, pennellato sul corpo e sulla personalità di una grande professionista. Un titolo meritato per chi, come lei, ha giocato e vinto la guerra contro il pregiudizio e il maschilismo nell’ambiente del giornalismo sportivo.ROSANNA L’AVANGUARDISTA – Una battaglia tutt’altro che personale. Rosanna è stata una pioniera a cui tutto il mondo dell’informazione, non solo quella al femminile, deve molto.Franco Bruna la ritrasse come Giovanna D’Arco, racchiudendone l’essenza per il suo libro “Una donna in campo”. Una combattente la cui parola è lo scudo e la penna la lancia. 

Rosanna è ancora quella eroina e oggi ci apre la porta della sua casa, oltre che quella dei ricordi.  Con lei l’inseparabile amico, il cucciolo Toi. Parliamo di tutto: dell’amore (uno solo, quello grande della vita), dei figli (tre), dei nipotini (anche se: “Non sarò mai una nonna che prepara merende”), dell’albero Poldo a cui tutte le mattine augura il buongiorno dalla finestra della sua camera da letto, come un rito. Parliamo non ultimo della sua dedizione per il lavoro, della lotta quotidiana per i diritti degli animali. Parliamo anche di musica, poiché indovinare la colonna sonora giusta nella vita è tutto.

Ci racconta come è cominciata la sua carriera, tra un caffè e una sigaretta, e le ore ci sembrano minuti.TRA CAPARBIETA’ E PERSEVERANZA – Rosanna ci racconta, quasi come fosse una favola, quanti per lungo tempo hanno voluto vedere in lei solo la bella donna e non la professionista. Di come sia stata difficile da abbattere quella barriera fatta di sfiducia e presunzione – “Certo faceva male sentire i commenti dei colleghi, le allusioni continue al mio abbigliamento e al mio sesso, come se, solo per il fatto di nascere con un utero, si debba pagare un prezzo più alto. Ma non mi sono mai arresa ne mai mi arrenderò, perché se la vita è dura, io sono più duraHo imparato a dire le parolacce, a non vergognarmi e a non arrossire e poi, una volta metabolizzato, l’ho insegnato anche ai miei figli, insieme ad altre due cose che considero importantissime: la prima è la capacità di saper dire NOpoiché è molto più difficile da pronunciare a dispetto di qualunque Sì, ed in seguito ho insegnato a dire GRAZIE, la riconoscenza oggi forse non è più un valore, ma per me ancora lo èNella vita, non dobbiamo mai dimenticare chi ci ha aiutato e saper ringraziare è un grande dono”.Questa donna dall’immenso carisma e dalla grande tenacia, colpo dopo colpo è riuscita ad abbattere le resistenze e a guadagnare ben più di un lavoro. E’ riuscita a conquistare il rispetto dei colleghi e dei lettori. Quel rispetto nel corso degli anni non ha potuto che trasformarsi in stima, grazie anche ai numerosi successi ottenuti sul campo e, coloro che per lungo tempo hanno dimostrato diffidenza, si sono dovuti arrendere di fronte alla professionalità ed al talento, ingredienti che insieme all’istinto compongono l’anima palpitante del vero giornalismo. 

QUELLA VOLTA CHE… – Come possiamo non menzionare poi gli esilaranti video in cui calciatori e dirigenti calcistici travestiti rilasciavano pertinenti interviste calcistiche. Persino Maradona, lo scorso ottobre, alla conferenza stampa in occasione della presentazione dei suoi video autobiografici per la Gazzetta dello Sport, ha ricordato l’indimenticabile costume da Babbo Natale.

Il più simpatico? – continua Rosanna- è stato senza dubbio Boniperti, ma anche i tre Re Magi VialliMancini, Cerezo (Ndr. quel cortometraggio è persino stato menzionato al Festival Internazionale del Cinema Sportivo di Roma), memorabile è stata l’intervista al Patron dell’Inter Pellegrini vestito da Zorro, oppure Pagliuca in veste di uomo delle caverne.  Devo ammettere, che mi sono divertita sempre oltre ad aver fatto divertire. Erano tutti molto disponibili e riuscivano a non prendersi sul serio pur parlando seriamente. I miei sketch sono diventati dei veri tormentoni. Inconsapevolmente sono stata persino la fautrice di quello che sarebbe diventato  quasi un manifesto culturale per TrapattoniNon dire gatto finché non ce l’hai nel sacco era una mia frase ricorrente da bambina. Era uno scherzo nato durante un’intervista e che poi è stato interiorizzato da Giovanni. Negli anni sono riuscita ad arrivare ad intervistare tutti i più grandi. Persino molti politici si sono prestati alle mie interviste. Ricordo per esempio che Craxi nella sua formazione di 11 titolare ideale aveva messo la Thatcher come centravanti”

.

VIVERE EMOZIONI E PORTARE SCOMPIGLIO – Quando le chiediamo che consiglio darebbe a quanti desiderino seguire le sue orme Rosanna spiega che per fare questo lavoro occorre principalmente cuore e istinto, oltre alla capacità di rinnovarsi, senza aver paura di essere creativi ed il coraggio di “cantare fuori dal coro”.Rischiare, provare ogni nuova esperienza ed entusiasmarsi, sempre. Questo lo spirito ardente di Rosanna. Una vera donna, uno “tzsunami” (come lei stessa si definisce) di idee e creatività che, smessi i panni da giornalista sportiva, ha saputo vestirne molti altri con grandi successi e soddisfazioni, come quando ha conquistato la seconda edizione del Premio “Alda Merini”, oppure come quando aiuta il prossimo perchè, come ci dice,  “essere dalla parte degli ultimi per me è il più grande motivo di orgoglio”.

Siamo pronti a scommettere che Rosanna in futuro ci riserverà ancora molte sorprese perchè, come scrisse lei stessa in un articolo del 1975,  “La sua vita non è davvero soltanto un gol”.

by Lorenza Di Prima 

https://lortodirosanna.wordpress.com/2013/12/13/intervista-a-lortica/

Intervista a l’Ortica

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Ringrazio Gianni Palmieri direttore de L’Ortica per l’intervista che mi ha richiesto.

La foto è stata scattata al tempo della mia malattia. Sempre Toi vicino a me, mio inseparabile compagno anche nella avventura con il mio ufo tumore.

…………………………

Lei è tra le poche donne che è riuscita ad emergere nel giornalismo sportivo e senza l’ausilio di vestiti succinti. Quale è stato il suo segreto professionale che l’ha portata anche a condurre trasmissioni televisive di grande ascolto sul calcio?

L’entusiasmo. La passione. L’ironia. La testardaggine. La consapevolezza del mio talento. La ribellione. Il senso di giustizia. Che mi hanno permesso di ottenere risultati impensabili per la mia epoca. Per una donna intendo. Parliamo degli anni 70, non dimentichiamolo.

Ha lavorato a Mediaset, in Rai, su La7 ed in importanti emittenti locali di tutta Italia. Condivide il pensiero di chi dice che il giornalismo televisivo rispetto a 15 anni fa, è precipitato nella ricerca sfrenata del gossip e del sensazionalismo ad ogni costo?

Concordo. Un livellamento che reputo degradante. Pochi contenuti da stimolo di riflessione e di crescita interiore. Poche verifiche alla fonte. Poca professionalità. Poche inchieste giornalistiche. Tanto cascame, improvvisazione e superficialità e tanto nulla, condito di urla, aggressività e volgarità.

Nel 2006 ha vinto la battaglia più importante della sua vita, sconfiggendo un male gravissimo. In quel momento è cambiata la sua esistenza?

Si. Sono diventata essenziale. Non riesco più ad indossare gioielli, né orologi, né orpelli. Ovvero a mostrami quella che non sono, a stressarsi per il tempo che passa. Perché poi in effetti, siamo noi a trapassare il tempo. Ho imparato a dare significato alla vita che è amore. Solo quello che dai resta. Quello che hai, muore con te. Mi sono dedicata da allora, alle battaglie civili, alla tutela della vita in ogni sua manifestazione. Sono diventata vegetariana e lotto per ogni creatura che non ha la mia forza. Perché nella malattia, ho ritrovato, nel dolore della solitudine del malato, forza, coraggio e poesia.

Da anni è impegnata nella lotta per la difesa dei diritti degli animali e nella battaglia per la tutela dell’ambiente. Quando pensa che l’umanità si renderà conto di aver preso una strada senza ritorno se non si ripristinerà il rispetto della natura e la salvaguardia del suolo?

In dieci anni di lotta quotidiana, posso affermare che le feritoie delle anime delle persone che riesco a raggiungere con la comunicazione del rispetto, senza alcuna imposizione ovviamente che il percorso spirituale, è personale, si sono moltiplicate. Ed è molto gratificante annotare che molte di queste persone sono diventate vegetariane e che molti media oggi offrono spazio a questa lotta. Il mondo è la nostra casa. L’abbiamo in affitto e troppo spesso dimentichiamo di onorare la rata. Siamo vicini allo sfratto. La realtà è sotto gli occhi di tutti. L’uomo Ilva, l’uomo Rifiuti Tossici, l’uomo Discarica, l’uomo Frode Alimentare, l’uomo Avvelenatore, l’uomo Sterminatore, ha abusato della nostra fiducia e della generosità del Creato. Penso allora, che l’uomo deve ritornare e in fretta, ad essere umano, poiché del Creato, è rimasto molto poco da salvare.

Nell’aprile di quest’anno, con la lirica dal titolo “Veglia”, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia. Quando si è scoperta poetessa, era un sogno da bambina?

Ho scoperto la poesia in me, dopo tanta prosa, attraverso la malattia. Con l’aiuto della musica, quando ho trasformato il dolore in amore, quando ho slegato il mio ego dal mio io. Da bambina sognavo e volevo diventare giornalista. In questa mia… settima vita invece, voglio essere solo poeta.

Il nostro settimanale è diffuso sul litorale a nord di Roma, città che lei conosce a fondo. Quale pensa possa essere il ruolo della stampa locale in un mondo dell’informazione che viaggia a velocità sempre più sfrenata nel web e spesso trascura le piccole realtà?

La stampa locale è fondamentale per l’aggregazione, per la riscoperta del focolare, quello dentro casa e quello del vicino di casa. Avete un grande compito. Riportare, l’attenzione, dalla globalizzazione, che tanti danni ha fatto, alle cose spicciole. Ovvero alla solidarietà, al mutuo soccorso. All’empatia. Certo, la rete è una grande invenzione, ma non può sostituire il calore di un abbraccio in carne ed ossa. E la stampa locale, facendo conoscere la realtà locale,  spinge all’abbraccio.

Programmi futuri?

Un Cd di alcune mie poesie, lette da me e musicate da Maestri di musica che mi hanno voluto onorare con le loro note. Qualche spettacolo live in giro per l’Italia, per regalare emozioni a fin di bene. E tanta pace.

https://lortodirosanna.wordpress.com/2014/01/21/possessione-recensione-di-marina-salvadore-diva-proesia/

P’ossessione Recensione di Marina Salvadore Diva Proésia

Acciderbolina, Marina! Ma è uno spettacolo di recensione!! Grazie è persino poco!!

E se da domani non mi chiamano tutti, Diva Proésia, non rispondo, recalcitrante a scendere dall’Olimpo dove mi hai allocata!!!!

http://blog.libero.it/lavocedimegaride/12616971.html

Diva Proésia

Post n°1823 pubblicato il 20 Gennaio 2014 da vocedimegaride

di Marina Salvadore

Copertina

Pur amandola, la Poesia, ho sempre diffidato dei suoi tanti narcisi aedi e cantori, soprattutto contemporanei. Per i miei trascorsi di lavoro nel giornalismo e nello spettacolo, spesso mi sono trovata in situazioni al limite del grottesco, invischiata in kermésse di dubbio gusto, laddove attempatissime signore, abbigliate di veli ed a piedi scalzi, piroettavano leggiadre intorno al fuoco di improvvisati sabba pseudo-culturali o sui bordi delle piscine, alle feste nelle ville dei ricchi, in Versilia, declamando come forsennate versi orrendamente copiati a D’Annunzio, a Garcia Lorca ed altri osannati dall’intellighentia media.

Il mio maestro è stato un poeta semplice, ruspante, Romano Battaglia; un uomo forte come la quercia e fragile d’animo come la poesia che sapeva cogliere d’intorno, da ogni cosa delicata: da un filo d’erba cresciuto sull’uscio della sua casa di Pietrasanta, al crostino di pane intinto nell’olio di frantoio, per intenderci…

Immaginate, ora, nelle loro performances, tutte queste indiavolate “poetesse” da week-end, esasperare al massimo i loro gorgheggi, le loro drammatiche invettive nell’improvvisata, casereccia teatralità e disperata gestualità, per colpire, attrarre, sedurre intellettualmente quel brav’uomo di Battaglia! Dalla Versilia, alla Lombardia, all’Emilia, numerosissime erano queste congreghe di assatanate che ci ospitavano; molti di questi personaggi li ritroverete immortalati in alcune cronache versiliesi o nelle celebri “Lettere al Direttore”, pubblicate da Romano Battaglia nel corso della sua cospicua produzione letteraria..

Durante una “Versiliana” – credo dell’87 – nel suo celebre “Caffè” letterario, al quale collaborai per due edizioni, ricordo che si tenne anche la finale del locale Premio Carducci, con la proclamazione dei vincitori e – stracca di poeti e poetesse di cui sopra – feci l’impossibile per avere sul palco l’ultimo in graduatoria tra gli ultimi poeti valutati dalla illustre commissione di esperti, con grande stupore di questi ultimi alla mia “originale” richiesta.

Lo feci, sinceramente, per alleggerire un po’quel clima pesante, ridondante di disgrazie, dolori, dramma, depressione, psicopatie in versi baciati e mordicchiati, declamate per l’intero pomeriggio e sera di un’estate terribilmente torrida!

A parte la cinquecentesca Vittoria Colonna che ebbe l’ardire di firmarsi, laddove poetesse, pittrici ed altre artiste dell’epoca dovevano celarsi dietro un falso profilo maschile, il salto per arrivare alla contemporanea Alda Merini, a parte rarissime eccezioni, è classicamente un volo lungo secoli sul deserto al femminile, sull’assenza delle donne nelle arti; prerogativa dei maschi, come il sacerdozio, il governo, il lavoro, il sesso, lo sport e persino la scienza. Rarissime sono, infatti, le donne che sono riuscite ad emergere e ad avere successo; per contro, ne troviamo migliaia, in diverse epoche, bruciate sui roghi e ciò ch’era d’impronta femminile – accade ancora oggi – doveva essere obliato o censurato o svilito, com’è accaduto alla bella e saggia sirena Partenope, patrona della mia magnifica città e apportatrice di civiltà e cultura, sostituita dal bècero Pulcinella che, pure, ai suoi esordi non era il rozzo villano ignorante che, oggi, è ben strumentale all’abietta situazione in cui “conviene” tenere Napoli.

Chiedetelo ad Ottorino Gurgo che così si è sfogato nel suo meraviglioso “Ammazziamo Pulcinella”! Dunque, io amo Parthenia, Ligeia e Leucosia, le tre sirene cantate da Licofrone, il poeta… e aspetto da sempre di poter udire la voce e la saggezza della mia “santa trinità”di genere… mitocondriale.

In quest’attesa, piena di fastidiosi input e confusi arzigogoli barocchi prodotti da gente per lo più disturbata mentalmente e priva del minimo sindacale di “cultura”… o, di consapevolezza, l’eco lontana di Diva Proésia, altra regina di un altro mare; quello, virtuale mi ha “accesa” di rinnovata speranza.

Proésia canta e scrive solo quel che pensa e vive, senza inganno, senza odiose rime sibilline, senza inutili orpelli lessicali, senza esasperate nozioni di metafisica, senza autocompiacimento.

Aaah! Diva Proésia è libertà, è nobiltà, è bellezza!

La sua lunga, preziosa collana è fatta di perle di saggezza, di emozioni, di carnalità, di spiritualità, di vita; perle che ondeggiano sul suo petto che si leva e si abbassa al ritmo delle maree, al pulsare delle stelle. Alla Vita!

 Che grande sorpresa scoprire che Diva Proésia è Rosanna Marani, una giornalista ed autrice che da lungo tempo seguo con interesse, da dietro lo schermo di un p.c. – come attraverso l’oblò di un sommergibile – per il suo dinamismo mentale, le sue performances, le sue passioni. La sua genuinità e schietta femminilità.

Continuerò a chiamarla Diva Proésia, collocandola sull’altare votivo a Partenope, sorto sull’ara sacrificale di mille alle altre donne di tutti i secoli, cui hanno strappato la lingua e tagliato le mani.

Per la prima volta, dopo anni, avrò il piacere di acquistare il libro di una poetessa, “P’ossessione” e… leggerlo, giuro!

Come la mia sirena Partenope, anche Rosanna è fatta di melodia, di armonia: ho ascoltato le sue “proésie”, declamate da lei e un brivido m’ha colto; superbi i contenuti ma la voce, la sua voce, è lo strumento ideale per diffonderle all’anima di chi ascolta.

Proporrei un recital in tutti i teatri del Paese e – perché, no? – metterei in musica i suoi testi, dal momento che il mondo della musica è un po’ carente di autori e di buone opere, zeppo di nenie, di marcette e di barbose suppliche rap.

Ad un tratto, nell’ascoltare il brano “Seduzione”, ho chiuso gli occhi e mi è parso di udire l’immensa Mariangela Melato. Struggente suggestione!

La mia “proésia” preferita? “Amore anoressico Amore obeso” , mi ha ricordato gli “umori” di “Afrodita” di Isabel Allende, un best-seller di bella memoria. Ascoltatela, la voce di Diva Proésia, pensando a Partenope, su quella diavoleria ch’è l’audiovox in rete, che contiene ben 52  stupende opere della nostra singolare autrice…

In questo piatto, vischioso, ridicolo ed insulso limbo ch’è diventata la nostra cultura contemporanea, il libro “P’ossessione”di Rosanna Marani è un bellissimo dono da dedicare a coloro cui volete trasmettere, come un omaggio speciale, un degno segno di stima.

Se fosse ancora tra noi, lo regalerei a Romano Battaglia!

Copertina e acquisto

https://lortodirosanna.wordpress.com/2014/04/23/in-esclusiva-per-golditaccoaspillo-rosanna-marani/

In esclusiva per GolDiTaccoASpillo, Rosanna Marani:

Grazie  a Giusy Genovese che oggi mi ha intervistato … e mi ha fatto ricordare … quel bel (mio) tempo che è stato…

Dire … che fu … me lo fa sembrare troppo distante… quel bel (mio) tempo!

Certo … riuscire a segnare un goal di tacco a spillo …. è una soddisfazione molto più che … immensa … a patto di non bucare … il pallone!

Ecco la nostra chiacchierata:

http://www.golditacco.com/2014/04/in-esclusiva-per-golditaccoaspillo.html

Testata

mercoledì 23 aprile 2014

In esclusiva per GolDiTaccoASpillo, Rosanna Marani: “Rimpiango il calcio di una volta. Oggi stiamo assistendo alla spersonalizzazione dell’atleta. Il mio futuro? La poesia”

 

 

In esclusiva sulle pagine GolDiTaccoASpillo la giornalista sportiva, conduttrice e oggi anche poetessa Rosanna Marani. Per le nuovissime generazioni ricordiamo che è stata la prima donna europea a diventare giornalista professionista sportiva, nonché la prima giornalista a condurre una trasmissione televisiva su un argomento fino a quel momento considerato “solo roba da maschi”Rosanna Marani è inoltre ricordata e stimata per la sua intervista a Gianni Rivera in silenzio stampa da 6 mesi e per detenere i diritti in esclusiva dell’unica intervista esistente alla mamma di Silvio Berlusconi, la signora Rosa Bossi.

Possiamo tranquillamente affermare che Rosanna Marani è stata la prima donna che incurante dei pettegolezzi, dei malumori e delle invidie di un ambiente ancora oggi maschilista ha voluto segnare il suo golditaccoaspillo, vincendo la partita. E a noi – aspiranti giornaliste sportive – ha aperto un mondo in cui, nonostante tutto, vogliamo navigare con tutte le nostre forze.

Una donna che decide di volersi occupare di calcio in un particolare contesto socio-culturale, basti solo pensare che in quegli anni era stata appena approvata la legge sul divorzio…

Sono nata ribelle, la mia prima parola è stata “no”, mai amate le ingiustizie e non accetto le imposizioni. All’epoca non era permesso alla donna scrivere di calcio? Bene, io volevo farlo. Mi sentivo dire come fai a parlare di calcio se non hai mai fatto il portiere o il centravanti? Allora un giornalista di nuoto doveva essere un campione di nuoto e un fantino doveva essere un cavallo? Sentivo costantemente delle cose assurde! Mi è capitato comunque di giocare 3 partite e ho anche mandato fuori campo un avversario. In casa si respirava aria di calcio mia madre ne era una patita, una mattina le dissi vado alla Gazzetta dello Sport, sai eravamo abituati a essere un po’ bizzarri. All’epoca lavoravo al Resto del Carlino a Bologna dove Italo Cucci mi aveva concesso di parlare di sport attraverso una rubrica. Un amico -Toni Romano – mi ha portato da Sansoni il direttore di Forza Milan e anche il marito dell’editrice di Diabolik (Angela Giussani, ndr), mi guarda e mi dice non conosco nessuno che parli di ricamo; io ribatto sono qui perché voglio parlare di calcio. Da lì è nato tutto. Una bella sfida ma sono sempre stata una donna tenace. 

Ancora oggi desta curiosità la scelta di una donna di volersi occupare di calcio. Ci sono stati dei momenti di sconforto e cosa l’ha spinta ad andare avanti 

 Ho una costanza e una perseveranza di acciaio; se mi metto in testa una cosa che  desidero fortemente e la ritengo alla mia portata adatta alle mie qualità – perché bisogna essere sempre consapevole del proprio talento e dei propri limiti – non c’è niente che mi ferma. Aggiro l’ostacolo poi se non riesco faccio qualche passo indietro, rifletto e continuo a seguire il mio istinto. Dopo il primo momento di entusiasmo è chiaro che mi si vedeva solo come una bella ragazza, quando oltre all’apparenza è venuto fuori il mio talento è iniziata a palesarsi anche l’invidia del maschio. Un uomo non accetta una donna al suo pari. Se è dipendente o se è raccomandata gli sta bene perché c’è  sempre il suo zampino, se vai da sola, rimani in solitudine; tutto ha un costo e un prezzo, dipende da quanto sei disposto a pagare. 

È cambiato il calcio ma anche il modo di occuparsi di calcio. Possiamo dire “che si stava meglio quando si stava peggio”? 

Assolutamente si.  Il calcio era veramente solo un gioco, il calciatore aveva il filtro dell’agente poi dell’ufficio stampa; non potevi fare domande di approfondimento, dovevi accontentarti di quello che ti veniva dato e detto. Oggi il calciatore è diventato un prodotto industriale, questo succede quando girano troppi soldi e non c’è più la buona fede. Si è arrivato alla spersonalizzazione dell’individuo in questo caso dell’atleta.

 

Il calcio poi è diventato sempre più spettacolo. E il gossip ha preso il sopravvento. Smania di protagonismo anche fuori dal campo?

La nostra società ha nascosto e perso dei valori, come la lealtà e la consapevolezza di quello che  conta davvero nella vita. Non si può pretendere che un ragazzo che già a 20 anni diventa milionario abbia il senso di sé. Certo oggi  sono almeno diplomati, dovrebbero avere gli strumenti adatti per muoversi. Ci sono calciatori che non sono finiti sul lastrico anche se non sono mai apparsi in televisione o in questa marea di giornali che vanno a sindacare nella vita più intima. Il gossip oggi ha preso il sopravvento perché la gente non ha più senso del valore della profondità della vita; se poi ci metti la crisi e dai alla gente un grande fratello o robe che non ti fanno pensare ecco che il dado è tratto. Ormai un calciatore è considerato un divo, ha più visibilità di un attore. 

Calciatori di cui ha un particolare ricordo e chi stima fra le nuove leve

Potrei citarti Rivera che sta scrivendo la sua autobiografia e vuole inserire l’articolo che ha battezzato la mia carriera insieme a quelli di altri giornalisti che hanno parlato di lui. Preferisco ricordare lui e i calciatori della sua epoca. Persone e non solo macchinette. Quelli di oggi non li conosco, mi arrivano degli eco molto lontani su qualche personaggio un po’ bizzarro. 

 Chi è Rosanna Marani oggi 

Una grande soddisfazione è stata quella di essere inserita nel Famedio della Gazzetta dello Sport, segno che ho cambiato il costume italiano. Spero di aver lasciato tracce di me positive. Oggi mi dedico al volontariato, ai diritti degli animali, delle donne e dei bambini. Lavoro come volontaria e sono responsabile della comunicazione web  della  Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente. Mi sto dedicando poi alla poesia, nel 2013 è uscito il mio primo libro di poesie P’Ossessione dopo aver vinto lo scorso anno il premio Alda Merini. Sono molto contenta di aver trovato in me questa vena poetica e ho intenzione di continuare a coltivarla. Una parte del ricavato lo destino agli animali. 

Giusy Genovese

https://lortodirosanna.wordpress.com/2014/05/09/gazzetta-dello-sport-serena-gentile-la-tenace-proesia-della-pioniera-marani/

Gazzetta 9 maggio 2014

Grazie Serena Gentile.

Grazie Gazzetta dello Sport.

Grazie Andrea Monti, direttore.

E’ confortante non essere dimenticati.

E’ salutare sentirsi ancora parte … della famiglia.

Della rosea che ha scritto l’andare della mia vita, capitoli interi, fino a diventare il titolo della mia vita stessa.

Buona lettura

IL LIBRO: LA PRIMA GIORNALISTA DONNA DELLA GAZZETTA HA SCRITTO “P’OSSESSIONE” UNA RACCOLTA DI POESIE E DI VITA

Gazzetta dello Sport Serena Gentile: La tenace “proèsia” della pioniera Marani

Il libro della Marani lo leggi tutto d’un fiato, trasportata dall’emozione figlia della sua poesia e dai suoi vaffanculo, poetici anche quelli.

C’è tutta lei in questo libro, l’anima sottile, il carattere tenace e l’irresistibile ironia.

«Autobiograficissimo – dice lei – sono io, nuda».

Rosanna Marani è una giornalista, la prima della Gazzetta dello Sport.

La sua foto di pioniera nominata Cavaliere della Repubblica per avere aperto una strada  fino al suo avvento, preclusa alle donne, sorride soddisfatta, nel nostro Famedio.

P’ossessione è il suo primo libro di poesie (edito da Vincenzo Ursini Edizioni, prefazione di Gian Paolo Serino), ti possiede, è bello davvero.

Negli anni ’70 una donna che capisce il pallone è una rarità impudente,  in via Solferino, la Marani è una scassamarani, ma è capace di “scrivere di poesia, anche quando parla di calcio”: lo dice nel libro Gianni de Felice, già condirettore della Gazza, e questo sgombra il campo dal fantasma del campanilismo di genere o almeno pareggia i conti.

« Sono sempre stata impestata di rabbia, di banzai, e probabilmente sì, anche di poesia», aggiunge lei, premio Alda Merini con Veglia.

C’è l’amore nei suoi versi, ci sono i figli, e «l’agone dello sport, competizione non supremazia”.

Parole, una dietro l’altra, per dare peso forma e sostanza a ciascuna di esse.

«Si suicidano, devono venir fuori. E nel mio Blog, L’orto di Rosanna, (https://lortodirosanna.wordpress.com),  muoiono svenandosi … dolcemente».

Una, accapo e poi un‘altra e accapo ancora in rima baciata e non, con straordinaria musicalità.

Proèsia la chiama Stefania Piazzo. “Per me è un gioco normale.” fa lei.

C’è la guerra con il suo “ufo tumore” e quella con l’abuso sessuale subito a soli 4 anni. « I miei genitori non me ne hanno mai parlato, sperando che non ricordassi. E invece solo disvelando gli orrori, puoi farcela a vivere”.

Da qui il coraggio di scendere in campo oggi, e di raccontare che ce la si può fare, per l’Associazione Prometeo di Massimiliano Frassi e le vittime della pedofilia.

Ah, Rosanna, che forza.

«Quella violenza ha segnato il corso della mia vita, ma penso al suo lato positivo: senza quell’esperienza ingiusta da cui è scaturita quella rabbia, forse non sarei mai entrata in Gazzetta, nel tempio dell’uomo, che ho sfidato e vinto. Ho riscattato il mio nome, che sentivo addosso infangato, sporco, trasformandolo in una firma».

Ho vinto/e ho pagato/oh se ho pagato/ recita “Su quella lapide una bianca rosa” dove sviscera l’orrore, chiede scusa ai mariti e fa pace con le donne.

Non sono Madonna/non sono puttana urla più avanti, ne “La mia rondine” e parla per tutte, massacrate dal pregiudizio.

« Sarà il nostro senso del ridicolo a farci avere dei limiti».

Com’è moderna la Marani.

« Siamo qui a discutere ancora di quote rosa, ma quando mai. Occorrono più mamme libere di liberare le figlie”.

E più scassamarani…

 Novembre 2014

Ah, che belle scoperte.. trovo cazzeggiando in rete.. Volevo rileggere se possibile la rubrica che avevo sul Guerin Sportivo titolata e voluta da Italo Cucci, Io li spoglio subito, roba dei miei anni ruggenti, ma nisba. Però ho letto che….
E’ estremamente confortante, credetemi, non essere dimenticati quando si è sul viale che rosseggia di tramonto… Grazie Matteo Marani… il mio figliolo adottivo!!!!!!!
Giovanni Messere
…… a proposito Matteo ma la signora Rosanna Marani è tua parente? Ovviamente ottimo lavoro come sempre.

Matteo Marani
Caro Giovanni,
……. Quanto a Rosanna, siamo solo omonimi, anche se da tanti anni chiedono a lei se sono suo figlio e a me se lei è mia madre. No. Ma ci scherziamo sopra. È stata davvero grande, prima giornalista sportiva in Italia. Tutte le donne che oggi si occupano di pallone le devono moltissimo, credimi.
http://blog.guerinsportivo.it/blog/2013/…/05/gs-maggio-2013/

Ps Sul Guerin Sportivo ho curato anche questa rubrica: La Malalingua

Questo articolo è nel  nr. 32 del 1975 “Dicono che Buticchi…!

La Malalingua Guerin Sportivo

https://lortodirosanna.wordpress.com/2014/12/19/possessione-recensione-di-ottavio-rossani/

Dire che sono felice, è poco. E la felicità si esprime con ammutolimento. Come il dolore.

Mi godo questa fortissima emozione tale ad una scheggia elettrica di pace, non prima di avere ringraziato Ottavio Rossani per il suo dire, il viatico per questa mia nuova vita.

La rinascita.

P'ossessione Corriere Della Sera

P’ossessione Recensione di Ottavio Rossani

http://poesia.corriere.it/2014/12/18/il-recupero-dellinnocenza-nei-versilitanie-di-rosanna-marani-in-possessione-esordio-positivo/

CORRIERE DELLA SERA BLOG

TestataPoesia di Ottavio Rossani

Il recupero dell’innocenza nei versi/litanie di Rosanna Marani in “P’ossessione”. Esordio positivo

18 DICEMBRE 2014 | di ottavio rossani          Rinascita

                                                              

Un esordio in poesia che sorprende, inaspettato e provocante. Rosanna Marani, 68 anni che non nasconde, per fortuna, al contrario di come fanno abitualmente le donne sulla via del tramonto, ha vinto con la raccolta P’ossessione (Ursini, 2013, pagg. 186, euro 20) il premio “Alda Merini” dello scorso anno, organizzato dall’editore Ursini di Catanzaro, che poi lo ha pubblicato.

La singolarità del caso è che si tratta della prima raccolta di poesie di una donna, giornalista e scrittrice, assurta negli anni a una grande notorietà, nella carta stampata e in televisione, come la prima donna che ha voluto fare la giornalista sportiva.

E ha cominciato pubblicando un’intervista/scoop sulla Gazzetta dello Sport, vincendo la sfida che gli aveva lanciato l’allora direttore, chiedendole di andare a intervistare Gianni Rivera, il campione bandiera del Milan, che da sei mesi non parlava con i giornalisti. Il direttore con quella proposta impossibile pensava di sbolognare l’invadente aspirante professionista.

Ma aveva fatto male i calcoli, non conoscendo l’irresistibile ariete femminile impersonato da Rosanna Marani, che dopo qualche giorno è tornata nella sede del quotidiano, è entrata nella stanza del direttore e le ha consegnato il “pezzo” già pronto per la stampa.

Non fu subito assunta, ma da quel giorno il successo come prima giornalista sportiva fu travolgente. Gli scoop continuarono.

La novità del suo linguaggio per descrivere le imprese sportive riusciva ad attirare sempre più consensi. Insomma, in quel lontano 1973 è nata una stella del giornalismo sportivo. Dopo di lei, che ha rotto gli argini, il fiume delle giornaliste sportive ha invaso l’Italia e l’Europa.

Ma basta con il florilegio per il suo passato. Gli anni sono trascorsi. La notorietà grazie alla televisione è stata grande.

Ma come fatalmente accade per tutti, anche lei è andata in pensione. E da quel giorno la sua vita è cambiata. Paladina degli animali, combattente contro la vivisezione, vegetariana ostinata, sorridente anche se sofferente, entusiasta anche se dubbiosa, pur non dimenticando il dolore per le sopraffazioni subite, ha reagito scrivendo poesie.

E con candore, ma ben consapevole della nuova sfida, dichiara nel suo preambolo al volume: “Mi chiedono cosa sia la mia poesia: la mia poesia è la cicatrizzazione delle mie ferite”. E conclude, dopo avere denunciato il suo “destino di vittima”, che “non esiste ubriacatura, anche di successo, anche di vittoria sul male, che ti rammendi ciò che un mostro ti ha rubato: l’innocenza. Ecco, con la poesia io sono riuscita a sentirmi innocente”.

Non parlerei comunque di lei, se si trattasse solo di questo. Ho letto però questo suo libro, P’ossessione, dal titolo urticante, che mi insospettiva e mi induceva a non dargli troppa attenzione, soprattutto per il sottotitolo fuorviante “Proèsia”, che Marani ha apposto su sollecitazione di chi ha stilato una presentazione che vorrebbe dire “questa poesia non è poesia”, ma una specie di prosa, e ha coniato l’ibrido “proèsia” per autogiustificarsi della mancanza del coraggio di stroncare il “manufatto”, e alla fine sono rimasto colpito dall’originalità del verso, del contenuto e della forma inusuale di esprimerlo. Posso anche sbagliare, ma credo che Marani abbia vinto un’altra battaglia nella sua vita.

Il libro ha una particolare ispirazione, che nasce dalla necessità di metabolizzare, dopo tanti anni di tormentoso tentativo di dimenticare senza alcun risultato, eventi che l’hanno traumatizzata fin da bambina, di ovattare quel dolore inestirpabile generato da violenze e sopraffazioni.

Ma non per questo ho scoperto una buona poesia, sia nella fattura sia nei temi affrontati. Mi ha colpito il fatto che manca totalmente il progetto, che non ci sono scadenze. Qui c’è un torrente che a seconda dei momenti, delle giornate, rischia di esondare o di prosciugarsi. Invece, da quando il fluido è sgorgato, continua sempre a declinare verso il mare del conforto, dell’autocomprensione (ma non dell’autocommiserazione).

E si sente la frescura dell’invenzione di una lingua tutta sua, che si snoda in una forma di oralità, secondo un ritmo che ricorda le cantilene di lontane filastrocche. Le poesie sembrano lo spiccicare di una bambina o di una ragazza, e invece parlano di amori, di ossessioni oniriche e reali, ma anche assurdamente di possesso dei corpi o addirittura dell’anima.

E si intuisce che questo tipo di possesso viene scritto/parlato per esorcizzarlo dalla sua parte nefasta.

Le poesie sono troppo lunghe per poterne pubblicare diverse a riprova delle sollecitazioni che sanno trasmettere.

Vanno lette nel libro. Qui ne propongo un paio. In esse risaltano con chiarezza il ritmo fabulatorio e martellante, la drammaticità del dettato, il desiderio di oltrepassare il limite della sofferenza.

La lingua è simile a quella orale delle orazioni, delle preghiere, delle invocazioni, delle invettive. I versi procedono sempre con una maiuscola e senza punteggiatura.

Ma in modo sincopato e discontinuo, coinvolgente nel continuo battere ossessivo. E anche provocatorio.

Ho scelto per primo questo testo, che è in pratica il più corto del libro.

Metà mela

Sibilo nel nocciolo

Larva di torsolo

Metà mela

Nicchia vuota

Culla abbandonata

Io Cantilena nel picciolo

Rubino di buccia

Metà mela

Morso pieno

Incavo abitato

Tu Canto nella polpa

Frutto di amore

Mela a metà

Seme fecondo

Pomo rotondo Noi

La poesia di Marani procede su scalini ascendenti nell’ambito del suo mondo personale. Si tratta di scavi nell’interiorità, che spaziano dalla memoria al presente, dal risentimento esistenziale all’esaltazione amorosa, proponendo temi soggettivi, ma che attraggono perché sono dentro la testa e i cuori di tutti: dolore, amore, incontri, gridi, destino, fatalità, reazione coraggiosa alle avversità, desideri, speranza, lotta al male.

Nelle parole, che Marani giostra con abilità, lei ha trovato (e trova) sicurezza e, diciamo pure, salvezza. Riconquistare la propria innocenza, come lei sottolinea, non è una cosa da nulla.

È una rinascita alla vita. La poesia, se è vera poesia, non dovrebbe ottenere sempre – tra gli altri – questo effetto di ricostruzione dell’identità, dell’autoriconoscimento?

Ottavio Rossani

Per chiudere, leggiamo il testo seguente, che nella forma cambia, cioè i versi si allungano, si aprono in alberi con rami estesi, ma con gli stessi caratteri: ritmo, ossessività, chiarezza linguistica, in una continua “ciclicità emotiva”, come sottolinea Fulvio Castellani nell’introduzione.

Ahimè

Io sono troppezza e tantezza

Ahimè

Ma non per me

Per l’altro che appena lo intuisce

Mi patisce

Eppure non mordo

La vita non la metto in gabbia

Come fa il cacciatore se non l’uccide … col tordo

La esalto

Con me vivere sarebbe al cielo ogni secondo un salto

Ogni giorno di ogni fantasia nuova mi impratichisco

Di sale di pepe di peperoncino di zucchero la vita la condisco

Evidentemente sono compagna faticosa

Forse l’uomo preferisce la mammola alla rosa

Allora resto sola

Senza alcuno la notte che mi consola

Senza alcuno che mi rivolga carezza e cura

L’ho provato il rapporto uomodonna

Insomma

Con me non dura

Sai credo sia perché capacità non ho

Di dosarmi di celarmi un po’

Solo un po’

Spavento lo so

O bianco o nero

O tutto o zero

Cambiare me stessa non lo posso davvero fare

La summa totale

Di me so dare

Senza col contagocce alcuna dose bilanciare

Generosa io sono

E proprio per questo lo ammetto

La verità è a mio dispetto

Te lo dico

Seppur ad ammetterlo fatico

Io me stessa

Non perdono

Maledizione

Anche se vi pongo attenzione

Che mi è inutile tentare di porre rimedio ai miei difetti

Nel mio carattere sono innescati

Connaturati

Giacché

Ahimè

Sono oramai perfetti

Rosanna Marani

Da P’ossessione (Ursini, 2013, pagg. 186, euro 20)

Copertina P'ossessione

Nota:  Alle persone gentili che mi hanno chiesto dove prenotare P’ossessione e acquistarlo … rispondo che possono rivolgersi al mio editore … Vincenzo Ursini. Grazie.

http://www.ursiniedizioni.it/

Ursini Edizioni

Via Sicilia, 26/A – 88060 Santa Maria di Catanzaro.

tel +39.0961.782928

fax+39.0961.782980

e-mail: ursiniedizioni@libero.it

Il senso della vita per Rosanna Marani

Grazie  a Marco Costanzo che mi ha offerto uno spunto di riflessione sulla vita e sul suo senso, ovvero sul suo significato.

http://sensodellavita.com/2015/03/24/il-senso-della-vita-per-rosanna-marani/

Il senso della vita per Rosanna Marani

Rosanna Marani
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Pubblichiamo una breve intervista fatta a Rosanna Marani, invitando tutti i nostri lettori ad iscriversi al suo blog l’orto di Rosanna

di Marco Costanzo

SDV: Chi è Rosanna Marani?

RM: Sono nata a Imola in ottobre, il 12 nel 1946. La Romagna, la mia terra mi ha insegnato la introspezione. Calarsi dentro come un secchio fa nel pozzo. Per portare acqua pulita al bicchiere. Chiedersi cosa sia la vita, è iniziare a calare quel secchio. Darle un senso è bere acqua pulita. E la carrucola è il pensiero che fatica a tirare in superficie il secchio.

SDV: Qual è oggi, secondo lei, il senso della vita.

RM: Cercare il proprio io, slegarlo dall’ego, trovare la propria verità e difenderla. E regalarla agli altri.

SDV: Quali sono le letture o esperienze che più hanno influenzato la sua visione del mondo

RM: Tutti i libri che narrano la persecuzione verso gli ebrei. Ho scoperto il male. Ho scoperto l’uomo. Ho deciso che l’avrei combattuto. L’ho fatto, a modo mio. Ribellandomi alle ingiustizie prima e dedicandomi alla poesia, oltre che alla battaglie di civiltà, ora.

SDV: Qual è la sua poesia del cuore

RM: E’ una poesia di Ungaretti…

Le tue mani si fanno come un soffio

D’inviolabili lontananze

Inafferrabili come le idee,

E l’equivoco della luna

E il dondolio, dolcissimi,

Se vuoi posarmele sugli occhi,

Toccano l’anima.

Giuseppe Ungaretti

SDV: Quale libro secondo lei dovrebbe essere sicuramente letto da ogni persona della terra

RM: L’amore ai tempi del colera. El amor en los tiempos del cólera di Gabriel García Márquez

SDV: Cosa si sente di consigliare ai lettori di sensodellavita.com

RM: Di scovare la bellezza ovunque si trovi. Poiché dalla bellezza nasce la bontà. Dalla bontà nasce l’etica. Dall’etica nasce l’amore.

Lasciate un commento se pensate che l’esperienza di Rosanna vi abbia arricchito o visitate la sua pagina in wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Rosanna_Marani

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https://lortodirosanna.wordpress.com/2015/04/20/festival-internazionale-del-giornalismo-a-perugia-scrivere-di-sport-non-e-solo-roba-da-uomini-intervista-a-rosanna-marani/

Grazie a tutti, per la splendida occasione regalatami e la emozionante accoglienza ricevuta.

http://www.ijflive.it/scrivere-di-sport-non-e-solo-roba-da-uomini/

Festival Internazionale del giornalismo a Perugia. Intervista a Rosanna Marani

Scrivere di sport? Non è solo roba da uomini

di Marco Frongia

Durante l'intervista

Novembre 1973. Una ragazza di 27 anni riesce a farsi accompagnare nella camera d’albergo di un famoso calciatore italiano. Vorrebbe intervistarlo, ma lui è in silenzio stampa da sei mesi. Lei gli spiega la situazione, sperando che accetti. La tensione la porta alle lacrime: “In questo momento, ha in mano la mia carriera”, gli rivela.

Pochi giorni prima, infatti, il direttore della Gazzetta dello sport l’ha sfidata: se gli avesse portato un’intervista di quel campione, l’avrebbe assunta. Rendendola, di fatto, la prima donna a occuparsi di giornalismo sportivo in Italia.

Quel famoso giocatore la guarda. Valuta. Poi, decide: “Apra il taccuino, iniziamo l’intervista”.

Comincia così la carriera di Rosanna Marani, la pioniera delle donne nel giornalismo sportivo.

Quel campione, forse l’avrete intuito, era Gianni Rivera.

Sono passati più di quarant’anni da allora, eppure la declinazione femminile del giornalismo sportivo non conosce ancora una vera consacrazione. A frenarla è soprattutto lo scetticismo dei colleghi maschi, ma pesano anche casi di approcci non proprio felici tra le donne e la cronaca sportiva. Episodi di ignoranza sul campo, spesso commessi da giornaliste avvenenti ma non troppo preparate. Secondo Nicoletta Grifoni, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto, sono scivoloni che “fanno tornare indietro” la credibilità femminile in questo campo.

Rosanna Marani e Nicoletta Grifoni, insieme a Elisa Calcamuggi e Simona Rolandi, hanno parlato proprio di questo nel panel di oggi al Teatro della Sapienza, dal titolo: “Giornalismo sportivo: singolare femminile?”, moderato da Giorgio Matteoli.

Una chiacchierata ricca di aneddoti e riflessioni, in cui non è mancata una nota di speranza: “Dopo diciotto anni di lavoro – racconta Simona Rolandi – ringrazio ogni giorno di non sentirmi dire più di tornare a fare la calzetta. Ma c’è ancora tanto da lottare. Per emergere servono professionalità e umiltà”.

Solo così si riuscirà a uscire dai pregiudizi e dalle facili ironie: “Mi hanno chiesto spesso se ho avuto delle love story con qualche calciatore”, ricorda, un po’ infastidita, Rosanna Marani. “Ma ho sempre risposto che non sono abituata a portarmi il lavoro a casa”.

https://lortodirosanna.wordpress.com/2015/04/22/valentina-cristiani-a-tu-per-tu-con-rosanna-marani/

Grazie, Valentina Cristiani.

http://www.1000cuorirossoblu.it/rubriche/interviste/10856-a-tu-per-tu-con-rosanna-marani-21-apr.html

A tu per tu con Rosanna Marani

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Rosanna Marani giornalista   

“Credo che si riceva quel che si offre. Educazione, gentilezza, professionalità, senso del proprio ruolo, consapevolezza del proprio talento, determinazione nella autoaffermazione, umiltà e fermezza nel rintuzzare sgarbi, polemiche, invidie e meschinità. Perché sono le parole che diventano fatti a … parlare di noi, e se noi siamo veri e restiamo noi stessi, siamo ascoltati con attenzione”.

Semplicemente lei, semplicemente Rosanna Marani. Imolese, classe 1946, la prima donna a lavorare per la Gazzetta dello Sport (grazie ad un’intervista esclusiva a Gianni Rivera in silenzio stampa da 6 mesi, ndr), la prima donna a diventare giornalista professionista sportiva in Italia e in Europa (nel 1976), la prima giornalista a condurre una trasmissione sportiva in TV.

Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana per aver aperto la strada alle donne ad una professione, quella del giornalismo sportivo, a loro preclusa prima del tuo avvento (2 giugno 1983). Qual è il segreto per divenire un/a buon/a giornalista?

“Sono grata alla società che ha riconosciuto il mio valore, attribuendomi tale onorificenza, che mi onora e mi appaga. Non esiste segreto, ma una caparbia volontà di proseguire a realizzare il proprio sogno nonostante i nonostante”.

Rosanna Marani gazzetta dello sport

Le caratteristiche che non devono mancare?

“Le caratteristiche positive da coltivare, sono sensibilità, curiosità e ovviamente talento. Capacità di interrogarsi per interrogare. Passione, entusiasmo, coraggio e una salute di ferro. Le caratteristiche negative da tenere a freno, sono protagonismo, vanità, ambizione, arroganza”.

Sei appena stata al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, relatrice sul tema del giornalismo sportivo donna-uomo. Cosa è emerso? Quali sono stati i passi in avanti fatti nel corso degli anni?

“E’ emerso che i passi da fare sono ancora migliaia. E che fino a quando non cadranno i pregiudizi sulla donna, ancora oggi la si vede sul lavoro con sospetto, la battaglia sarà una guerra”.

Rosanna Marani imolese e giornalista

Quando hai deciso di intraprendere questa professione?

La decisione a 10 anni che avrei intrapreso la carriera di giornalista. Progettai dunque la mia vita professionale, allora.  Mi conferirono un premio, dedicato al poeta Luigi Orsini, a Imola, per un tema che la mia maestra di quinta elementare  Vera Poggiali, provvide ad inviare al concorso e che si meritò il primo posto”.

Quando ti sei resa conto di “avercela fatta”?

Non ho avuto mai la sensazione di “avercela fatta”, ma ho sempre creduto di “dovercela fare”.

Persone che “scrivono bene” e persone che “ci mettono vita”. Qual è la differenza? E come si arriva al salto di qualità?

“Scrivere bene, è  solo descrivere, sapendo di sintassi e di grammatica. Dici .. ci mettono la vita. Ecco, ti rispondi da sola.  Per arrivare al cuore del lettore si deve intingere la penna nel proprio cuore. Sentire la vita, metterci la vita, non descriverla e basta”.

Rosanna Marani Gazzetta

Il rapporto con le colleghe com’è stato, nel corso degli anni?

“Il rapporto con le mie colleghe è stato di reciproco rispetto”.

Il più bel complimento ricevuto? 

“Sei una donna da prendere come esempio, rivoltomi da donne che invece hanno insegnato a me la gioia di essere donna”.

Cosa ti è mancato o, magari, ti manca tuttora?

“Non mi è mancato nulla, poiché ho scelto sempre di scegliere ciò che avrei potuto e dovuto scegliere in quel momento preciso della mia vita, tra famiglia, affetti e carriera e renderli compatibili tra loro. Ricordo che ho messo al mondo tre figli, Gabriele, Andrea e Giulia, certamente più importanti della mia professione”.

Hai superato, nel 2006, un tumore maligno. Parlaci della “forza delle donne” che riesce a far loro superare tutto.

“Le donne che amo visceralmente, sono creature speciali. Hanno la capacità di trasformare il dolore in amore e l’amore in forza. Creano la vita, creano l’immortalità”.

Tre aggettivi che parlano di te…

“Curiosa, ribelle, indomabile”.

Se ti dovessi descrivere con un brano musicale?

“Nuda di Don Backy, cantata da Mina”.

… e con una poesia?

“Una mia, Il vino più rosso” https://lortodirosanna.wordpress.com/2012/01/21/il-vino-piu-rosso/

Rosanna Marani

P’Ossessione la tua ultima fatica letteraria, un libro di poesie. Qual è la sua peculiarità?

“E’… la proésia, ovvero come scrivono nella presentazione i miei padrini e madrine, il mio stile, poesia prosaica, prosa poetica”.

Dalle emozioni letterarie a quelle sportive. Sei mai stata allo stadio Dall’Ara per qualche evento sportivo? Raccontaci le tue emozioni…

“Si, ci sono stata. L’emozione? Essere a.. casa, sentirsi .. a casa. Tornare a.. casa”.

Cosa ti piace e cosa invece non apprezzi del calcio moderno?

“Non mi piace più, non è un gioco oggi, è business”.

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

“Cara, ho solo un impegno, vivere, prendendo appuntamento con la gioia. Per celebrarla come le si conviene. E ne sono certa, avrò il mio bel da fare e da ricordare”.

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«Ho 69 anni, una lunga carriera da precaria e la Rai mi ha convocato per il concorso»: la storia di Rosanna Marani

11/06/2015 – di

Prima giornalista sportiva italiana, sei contratti  a tempo determinato senza mai essere assunta. Ha compilato la domanda per prendere in giro chi ha preso in giro lei: «È la solita stessa Rai, un bacino della politica. Ma ai ragazzi dico, andateci e fatevi valere»

«Ho 69 anni, una lunga carriera da precaria e la Rai mi ha convocato per il concorso»: la storia di Rosanna Marani

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Concorso Rai

Rosanna, anche tu tra i 4982 ammessi al concorsone.

So bene che la vita è un contratto a tempo determinato che viene rinnovato ogni compleanno ma sono ugualmente rimasta a bocca aperta. La storia è assurda. Ho 69 anni e ho compilato la domanda per l’ammissione al concorso per prendere in giro la Rai dopo che lei ha preso in giro me, mi hanno sfruttato e poi dimenticato: ho avuto 6 contratti a tempo determinato nonostante il regolamento interno prevedeva l’assunzione dopo tre. Ero a 23 anni di contributi, me ne mancavano due: la redazione di Milano, allora direttore era Antonio Di Bella, mi rassicurarono. Allora ho letto di questo bando e mi sono iscritta senza per questo cercare una vendetta: come curriculum ho messo la mia pagina Wikipedia.

L’avranno letta?

Non credo proprio.

Il controllo dei titoli è uno dei tanti problemi del concorsone. Sul gruppo Facebook in cui sono riuniti i candidati c’è chi segnala di esser stato chiamato pur essendo giornalista pubblicista (è aperto solo ai professionisti)

Proprio lì ho trovato una delle tante ragazze che hanno fatto la tesi di laurea su di me. Si è creata una solidarietà spontanea con tutti

Anche il luogo in cui si svolgerà ha fatto parecchio discutere

Sono d’accordo con voi quando dite che c’è gente che viene dalle isole. Perché Bastia Umbra e non Roma, Firenze, Milano o Bologna? Una cittadina di 22.000 abitanti per 5000 affamati precari: dietro ci sono senza dubbio degli interessi. C’è qualcosa che non funziona, tiratelo fuori.

La Rai che hai conosciuto ieri è la stessa Rai di oggi?

È la solita stessa Rai: è un bacino d’utenza della politica. E degli amici. Mi chiedo: chi ha filtrato le domande cosa ha in testa? Come hanno selezionato i 5000? Mi piacerebbe saperlo. La Rai era così allora ed è così adesso: io non avevo santi in Paradiso, quello che ho avuto me lo sono conquistato con le unghie e con i denti. Non le ho fatto causa solo perché ho avuto un tumore (definitivamente e fortunatamente sconfitto dopo 7 anni, ndr); poi è arrivata la pensione e sono stata costretta ad accontentarmi di quello che ho maturato come precaria. La Rai mi ha depredato. Nonostante questo sono ripartita e lavoro anche adesso che sono in pensione, mi sono reinventata: scrivo poesie, ho il mio blog (lortodirosanna.wordpress.com), mi occupo di ambiente e animali.

La tua è una storia di precarietà antelitteram: quasi tutti quelli della tua generazione hanno fatto la gavetta, sono diventati professionisti e hanno avuto un contratto stabile

E’ così. Vieni usato, spremuto e buttato via. Se non hai un santo in paradiso non conti nulla. Per me non c’è stato verso, sei una pedina di scambio. Puoi essere talentuoso e superare tutte le prove: io vado orgogliosa dei titoloni a 9 colonne sulla Gazzetta dello Sport, delle mie interviste e dei miei travestimenti, come quella di Maradona da Babbo Natale. Ma mi sono dovuta inventare brava, in quanto donna sola in un mondo di uomini.

lortodirosanna.wordpress.com

Tu potresti essere tranquillamente in commissione…

In effetti è così. Anche ora che sono in pensione raggiungo tantissime persone tramite il mio blog e i miei profili social. Con tutto il mio patrimonio sono chiamata a sostenere l’esame da precaria

Cosa ti senti di suggerire ai candidati al concorsone?

Il treno passa sempre una volta sola. Il gol quando lo fai non te ne accorgi: è il boato della folla che ti dice che hai fatto gol. I no sbattuti in faccia devono essere presi come giavellotti da tirare avanti e far scattare la ribellione. Io dico fatelo, andateci, se si abbandona il campo si è sconfitti in partenza

Tu ci sarai?

Mi ripresenterei solo per vedere la faccia che farebbe Ferruccio De Bortoli (presidente della commissione, ndr) che conosco personalmente.

Novembre 2015

https://lortodirosanna.wordpress.com/2015/11/18/alla-nostra-collaboratrice-rosanna-marani-lambrogino-doro-2015/

Buongiorno mondo! Sono stupefatta, emozionata, e immensamente felice per la stima e l’affetto che mi sta piovendo addosso. Ringrazio tutti tutti tutti per la sorpresa di risvegliarmi oggi… ancora viva nel ricordo di molti.

Non posso non dire grazie anche al mio direttore Stefania Piazzo, che mi è d’esempio in questa meravigliosa sfumatura del tramonto della mia vita.

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Alla nostra collaboratrice Rosanna Marani l’Ambrogino d’oro 2015!

17 Nov 2015 · 1 Commento

rosanna-marani

di STEFANIA PIAZZO – “Ehi, direttore, sono ambroginata”. Rosanna mi ha informata così, su whasapp, dell’Ambrogino d’oro per “civica benemerenza”.

Che significa civica e che vuol dire benemerenza. Beh, in anni così bui e pesti come questi, essere civili e civici è per pochi. Una virtù civica, ad esempio, è essere onesti, essere attaccati al proprio territorio, essere sempre tesi verso il bene. Fare bene, lavorare bene. Tanto che gli altri se ne accorgano perché l’intelligenza lascia il segno. Attenti però, perché fare bene, lavorare bene non  vuol dire vivere bene.

Rosanna è una benemerita di Milano, ha esaltato Milano, la sua milanesità, lo ha fatto in nome di Ambrogio, quel vescovo che neanche più i milanesi, e i loro arcivescovoni, spesso, riconoscono più, lui e la sua solidarietà prudente. E va beh…

Rosanna, ha sempre lavorato bene, meglio degli altri, la sua carriera giornalistica è sempre stata marcata dal genio e dall’umanità che manca a tanti e troppi giornalisti, più che giornalisti, delle macchine fotocopiatrici. E Rosanna non ne avrà a male se lo scrivo, ma non può dire di avere avuto una vita facile. Tutta lustrini. Tutta porte aperte. Proprio l’opposto, quello che spesso tocca ai geni e ai talenti come lei, bersaglio degli ignoranti “del tutto è dovuto” e di altre categorie tronfie di uomini, e donne, fatti di pezza e di poche cose, soprattutto l’acqua che tiene insieme i corpi. Nati senza sinapsi.

Ora, a 69 anni, Rosanna Marani raccoglie i frutti, dopo che la sua pianta è stata scrollata da tutto e di più dai rapaci voraci parassiti. Una categoria che abita  inconsapevolmente o meno per protervia e arroganza, quella di chi ha tutto o sa di non avere troppo in zucca, il nostro quotidiano, dai nostri vicini di viaggio a chi ci taglia la strada. Si chiama negazione della dignità.

Se la città, se la sua Milano, lei che è di Imola, vede più virtù civiche in una giornalista che in un politico in pensione, in un carrierista da parlamento, in un culo di pietra del potere, una ragione ci sarà. Carta e penna possono fare tanto di più di chi legifera, male e per se stesso. Carta e penna sono rimasti l’unico e ultimo baluardo di libertà, purché siano in mano ai professionisti che sanno moltiplicare i talenti della civicità (vedi sopra: onestà, arguzia, intelligenza, capacità di visione, istinto, fiuto e abbondante generosità nel lavoro). Altrimenti, tutti sarebbero capaci di scrivere. Ed è quello che purtroppo accade: dare lezione. Non glielo hanno riconosciuto, in vita (quella della carriera, s’intende), gli editori, gli uomini e le mezze tacchette che vivono in facebook. Glielo riconosce oggi Milano, un milione e mezzo di persone.

Banzai!

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IL GIORNO

http://www.ilgiorno.it/milano/ambrogino-oro-1.1552544

Ambrogino d’Oro, al Teatro Dal Verme i 37 premiati

La campagna del Giorno a favore dei due capitreno aggrediti a colpi di machete ha avuto successo: Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin hanno ritirato la loro medaglia d’oro

Ambrogini d’Oro ai ferrovieri Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin

Milano, 7 dicembre 2015 – E’ arrivato il giorno degli Ambrogini d’Oro. Oggi alle 10.30 ha preso il via la cerimonia di consegna delle 37 Civiche benemerenze edizione 2015. Si tratta del massimo riconoscimento cittadino assegnato dal Comune. A consegnare le due medaglie d’oro alla memoria, le 15 medaglie d’oro e i 20 attestati, non a caso, erano presenti l sindaco Giuliano Pisapia, che prima ha rivolto il tradizionale discorso alla città, e il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo.

È stato per l’étoile del teatro alla Scala, Roberto Bolle, l’applauso più lungo alla cerimonia di consegna degli Ambrogini d’oro. Il ballerino ha ricevuto la medaglia d’oro per il suo ruolo di artista, ma anche perché ha sensibilizzato il mondo al dramma dei bambini e vittime della guerra. “È un bentornato più che un benvenuto – ha detto il primo cittadino – forse mi piace pensare che Marangoni aveva nostalgia per la nostra città e siamo felici di fare un nuovo pezzo di strada insieme a lui”. Lungo applauso e standing ovation per i due ferrovieri dipendenti di Trenord, Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin, che l’11 giugno scorso hanno subito l’aggressione dei giovani appartenenti alla gang ecuadoregna Ms13. Gli Ambrogini 2015 rendono omaggio anche agli uomini e ai giovani che hanno lavorato per il successo di Expo. Il Consiglio comunale ha assegnato la medaglia d’oro al capo cantiere dell’esposizione, il quasi ottantenne Romano Bignozzi (protagonista dei cantieri più rilevanti nella recente storia ingegneristica italiana, compreso quello della M1 milanese). Un attestato invece è andato ai volontari di Expo 2015, a ritiralo è arrivata una rappresentanza di cinque ragazzi su oltre diecimila che hanno dedicato tempo ed energie a Expo in sei mesi. Milano ha anche reso omaggio a una delle voci storiche della musica italiana, che ha vissuto in città per un periodo di tempo, Mina. A ritirare il premio lo storico collaboratore dell’artista, Mauro Balletti. A ricevere le medaglie d’oro anche due donne impegnate in progetti nelle carceri milanesi. Maddalena Capalbi poetessa e coordinatrice del laboratorio di scrittura creativa nel carcere di Bollate e Silvia Polleri, presidente di ‘Abc – La sapienza di tavola’, cooperativa di catering del carcere di Bollate.

In occasione della consegna delle Civiche benemerenze,In occasione della consegna delle Civiche benemerenze, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha riservato una parte del suo discorso ai temi della lotta al terrorismo e della sicurezza: “Milano è una città che vince il terrore e sconfigge il terrorismo, ripudia la guerra e la cultura della morte. Lo è stata nel corso della Resistenza, della lotta all’eversione, e lo è oggi contro ogni fondamentalismo. Come Parigi, Milano ama la vita. Ed ha già risposto con una gioiosa riaffermazione di vita ad ogni paura”.  “Senza cedere di un millimetro su legalità e sicurezza, anzi rafforzando gli antidoti – ha detto dal palco del Teatro Dal Verme – ha allargato ancora di più il suo cuore a chi vive tra noi in pace”. ” Milano – ha aggiunto – continua ad aprirsi al mondo, a cercare soluzioni nuove, a mettere in rete le sue migliori realtà per vincere le sfide crescenti di un mondo complesso ma sempre meraviglioso”. “Per tutto questo, Milano vi dice grazie. E per tutto questo, io con grande commozione, vi dico grazie” ha detto concludendo il suo discorso che, con la decisione di non ricandidarsi e salvo ripensamenti che sembrano impossibili, è l’ultimo da sindaco della città.

TUTTI I PREMIATI – Le medaglie d’oro alla Memoria sono state consegnate alle famiglie di Dino Abbascià, imprenditore dell’ortofrutta, scomparso dopo una lunga malattia, e di Italo Siena, compianto medico originario di Scilla, località marittima in provincia di Reggio Calabria. Per quanto riguarda le medaglie d’oro, sono stati premiati il ballerino Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala di Milano e ambasciatore dell’arte italiana nel mondo; la cantante Mina, artista straordinaria (per lei ha ritirato il premio Mauro Balletti, suo storico collaboratore), Alessandro Giuliano, dirigente della squadra mobile della polizia di Stato di Milano, che ha inferto un duro colpo alle gang sudamericane; l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace, da sempre impegnata per una maggiore estensione dei diritti civili legati alla coppia; Romano Bignozzi, capocantiere del sito Expo 2015; Giacomo Bulleri, chef e gestore di ristoranti a Milano dal 1958; Maddalena Capalbi, poetessa e coordinatrice del laboratorio di scrittura creativa del carcere di Bollate; Giancarlo Comi, presidente della Società Italiana di Neurologia e direttore del dipartimento di Neurologia del San Raffaele; Domenico De Lillo, ciclista e campione d’Europa nel 1968; Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin, i due ferrovieri che a giugno hanno subito l’aggressione della gang ecuadoriana MS13; Massimo Fini, tra i più insigni intellettuali italiani della contemporaneità; Giorgio Lambertenghi Deliliers, ematologo di altissimo livello internazionale; Silvia Polleri, che dal 2004 si occupa del mondo carcerario; Don Giuliano Savina, sacerdote e protagonista del progetto Caritas del refettorio ambrosiano; Claudia Sorlini, presidente del comitato scientifico di Expo 2015.

Sul palco insieme ai miei cari, nel momento cruciale

Hanno inoltre ricevuto gli attestati di civica benemerenza l’Agpd Onlus, Associazione genitori e persone con sindrome di down, che ha svolto un lavoro incessante di sensibilizzazione sulla malattia; Aivis, Associazione italiana vittime e infortuni della strada, fondata a Milano nel 2005 con l’obiettivo di migliorare le leggi e stimolare interventi normativi a tutela delle vittime; l’ambulatorio di Prevenzione e cura delle malattie metaboliche dell’osso dell’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, che in 25 anni di attività si è affermata come punto di riferimento per i cittadini; l’associazione Alfabeti Onlus, che festeggia quest’anno 20 anni di attività; l’associazione Make a Wish, che da oltre dieci anni si dedica ai piccoli ricoverati in ospedale; l’associazione provinciale di Milano Monza e Brianza Cna, che in 50 anni di storia ha sempre sostenuto l’imprenditoria artigiana; l’associazione Santa Marta per l’Accoglienza e il cerimoniale, costituita nel 2001: i volontari dedicano il loro tempo ad attività di carattere culturale e sociale; il commissariato della polizia di Stato di Quarto Oggiaro, punto di riferimento per la città; la cooperativa Sociale Comin, attiva da 40 anni, che aiuta i minori in difficoltà; la cooperativa Sociale Comunità del Giambellino, nata con l’intento di aiutare i cittadini più fragili e sostenere le famiglie; la cooperativa Sociale Diapason Onlus, che ha come obiettivo l’accompagnamento alla crescita dei giovani; la fondazione Culturale Ambrosianeum, attiva dal 1946 con iniziative culturali; il camparino in Galleria, che ha rappresentato al mondo il fascino della galleria, fondato nel 1915; Marani Rosanna, prima donna a diventare una giornalista professionista sportiva e Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana; il Milano Film Festival, rassegna del cinema indipendente fondata nel 1995; il Niguarda Transplant Center, centro che è realtà di eccellenza nazionale e internazionale nel campo dei trapianti; il ristorante Il Baretto, nato nel 1962, meta privilegiata di artisti e professionisti; la rivista Musica Jazz, creata nel 1945 da Gian Carlo Testoni; il Teatro del Buratto, che ha 40 anni di vita ed è punto di riferimento per generazioni di bambini; e, infine, gli oltre diecimila volontari di Expo Milano 2015, che hanno animato il grande evento, fornendo servizi di qualità.

Dalla Gazzetta dello Sport a Twitter: il giornalismo secondo Rosanna Marani

Grazie a Ilaria Mauri.

Dalla Gazzetta dello Sport a Twitter: il giornalismo secondo Rosanna Marani

Ilaria Mauri14/12/2015

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Rosanna Marani è la prima donna a varcare la soglia della Gazzetta dello Sport negli anni ’70 con in mano un’intervista esclusiva a Gianni Rivera. Il comune di Milano le ha assegnato l’Ambrogino d’Oro 2015 alla Civica Benemerenza. La sua carriera da giornalista è esemplare: prima giornalista a condurre una trasmissione sportiva in Bar Sport, per anni ha lavorato per la Rai, il Giornale d’Italia, il Resto del Carlino e Telemilano. È Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ora è in pensione ma questo non le ha impedito di vincere il premio “Alda Merini” nel 2014 con la raccolta di poesie P’Ossessione.

Questo Ambrogino arriva a coronamento di una carriera costellata di “prime volte”: che effetto le ha fatto questa notizia?

R: Quando l’ho saputo ero molto emozionata anche perché sinceramente non me lo aspettavo, non do mai nulla per scontato. Nella mia vita ho avuti molti “colpi al cuore” in senso buono: la Gazzetta dello Sport, il Cavalierato della Repubblica. L’anno scorso ho ricevuto anche un premio di poesia per il mio libro. È bello rendersi conto di aver lasciato un segno con la propria vita. Questo Ambrogino mi arriva da pensionata e ciò mi rende ancora più felice: bisogna sfatare questo mito della vecchiaia come periodo di nulla-facenza e dimenticanza.

Fin da subito lei ha dato prova di sapersi fare ascoltare: oggi che c’è questo sovraccarico di comunicazione, come può un giornalista far sentire la sua voce?

R: Con la bravura e la costanza. Ci vuole talento per fare questo mestiere, ma soprattutto entusiasmo.Un bravo giornalista se riesce a mantenere la determinazione con cui ha intrapreso la sua strada riuscirà sempre a farsi notare. Informarsi per informare gli altri, solo così non si esaurirà mai l’eco della voce di un bravo giornalista.

Ha iniziato questo mestiere sulla carta stampata, poi è passata alla televisione ed ora è approdata sul web e sui social. Come è cambiato secondo lei il mestiere del giornalista in questi anni?

R: Un bravo giornalista deve avere molta fiducia in sé stesso ma deve anche essere consapevole dei propri limiti. Mai farsi scoraggiare dalle novità, mai chiudersi nel proprio guscio di abitudini. Il web è una grande sfida per il giornalismo: da una parte permette di arrivare al cuore di migliaia di persone, dall’altra però è anche una grossa minaccia all’informazione. La rete, e i social in particolare, sono – si passi il termine- ‘il regno degli imbecilli’. La gente oggi scrive senza avere più il senso di responsabilità della parola: va bene la libertà d’espressione, ma concedere indistintamente la possibilità di scrittura online è come mettere un fucile tra le mani di un bambino.

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Nota

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magzine è un progetto della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Intervista alla giornalista Rosanna Marani

Di Daniele Tomat

Rosanna Marani la donna che fece parlare RiveraRosanna Marani la donna che fece parlare Rivera 2

 

www.magliarossonera.it/img_forzamilan/_rosannamarani.pdf

Rosanna Marani nasce ad Imola il 12 ottobre 1946. Grazie a Gino Sansoni, … Si può quindi scrivere che Rosanna Marani, oltre ad essere stata la prima donna a …

http://www.magliarossonera.it/protagonisti/Gioc-Rivera.html

Il primo articolo di Rosanna Marani sulla rosea La Gazzetta dello Sport  RIVERA, E LE DONNE?

Maglia rossonera mio articolo Rivera

Novembre 2016

in-onda

Jan & Vetto On Air il “Veni Vidi Dixie”
Www.dixielandradio.it
Grazie ragazzi! Bellissima serata.
Nella foto con Fabio Vettorato e Gianluca Piacentino.
#radio#intervista#ricordi#bellissimaserata#grazie#inonda
#primagiornalistasportiva #fabiovettorato #gianlucapiacentino #dixilandradio
#rosannamarani  #onair #VeniVidiDixie

Maria Teresa Infante: Intersvista a Rosanna Marani

Grazie Maria Teresa, mi sono divertita assai a risponderti!

Maria Teresa Infante

Continuano le InterSviste, l’altra maniera di conoscere amici. Questa volta è la giornalista Rosanna Marani che si è prestata con grande simpatia e disponibilità alle mie domande atipiche. La conoscerete in una maniera diversa in tutta la sua trasparenza.

LE INTER-SVISTE di Maria Teresa Infante Su L’Oceano nell’Anima

   
Rosanna Marani.  Uragano senza età

Ci conoscemmo circa 5 anni fa quando vinse il Premio Alda Merini e io fui seconda a ruota (grrr) e poi, complice la stima reciproca (spero!) la nostra conoscenza è continuata. Poche chiacchierate, quanto basta – grazie all’amicizia sul social Facebook – ma mirate, tipiche della gente che punta all’essenziale, una caratteristica che ci accomuna. Fui attratta subito dai suoi modi sicuri, diretti, di una che sa come muoversi e cosa dire, mai impacciata, sempre a suo agio eppure disponibile, forte della sua, sempre sagace ironia. Nel tempo rafforzammo la conoscenza reciproca grazie al comune impegno nel sensibilizzare contro la violenza di genere in cui scoprii anche la sua parte combattiva e adirata. Ci scambiammo pareri, ci confrontammo e il mio rapporto con lei fu motivo di crescita personale.
Rosanna è un personaggio pubblico, con una carriera giornalistica di tutto rispetto e tante le sue soddisfazioni in campo lavorativo ma l’InterSvista svela sempre il non detto, cerca di sbirciare dietro le quinte.

Maria Teresa – Rosanna Marani, una donna senza età, in cui convive la curiosità adolescenziale, l’energia della giovinezza, e la maturità dell’esperienza. In quali di questi ruoli ti riconosci essenzialmente? In pratica, chi è oggi Rosanna?
Senza età! In effetti Maria Teresa, davvero non potrei essere più precisa sulla mia età settantenne, cambia di minuto in minuto e non voglio barare. A parte gli scherzi, mi considero una donna che ama il suo tramonto. (Non vedo come potrei non farlo: o mangi questa minestra o…!) Una donna che si porta dentro la curiosità, il sale della vita, l’energia, il motore della vita, la maturità, il lusso della vita.

M.T. – Cara la mia donna/amica senza età, è di pochi giorni fa un post condiviso sui social in cui indossi abiti appartenuti alla tua prima giovinezza. Sei consapevole di inimicarti il 99,9% delle donne (me compresa) che in quegli abiti non ci infilerebbero più neanche il dito della mano destra? (per non parlare di tutto il resto!)
Si, ne sono consapevole e un poco orgogliosa. La mia vanità non sarà mai anziana come la mia anagrafe suggerisce. Dici che mi inimico donne? Beh, devo la mia linea ad una cura dimagrante, che non posso suggerire ma che per me, anche se è stata tremenda, ha funzionato: un tumore maligno che mi ha torturato la lingua e reso acre il sapore del gusto, privandomi della gioia connessa al cibo. In qualche modo, (no?), devo trovare il lato positivo degli accadimenti! È nel mio carattere e questo è il lato positivo che amo, taglia 42, dopo essere uscita da quel viaggio scontro incontro con il dolore. E ora me la godo, la vanità, a piroettare con gli abiti di… secoli fa.

M.T. – Conoscendoti, sapevo bene che non era pura vanità ma piuttosto fierezza e voglia di dire che ce l’hai fatta, che sei qui, più energica, in forma e grintosa che mai.  Era il 2006 quando hai attraversato questo momento difficile e ne sei uscita vincitrice. Solo due parole, per i nostri lettori, e il tuo consiglio per aggrapparsi alla voglia di vivere.
– La voglia di vivere, quando ti fanno credere che stai per morire, è un toccasana. Mi spiego, quando ti comunicano l’esito degli esami a cui ti sottoponi, sulle prime resti inchiodata e prepari il tuo trapasso, metti ordine nelle tue scartoffie, redigi il testamento. Insomma, pieghi la testa in segno di resa e di accettazione del fato. Poi, poi, poi, ti arrabbi come una tigre arrabbiata di brutto e scendi nell’agone, pronta a sfidare, corpo a corpo, quella signora. Vuoi vendere cara la pelle. Vuoi, se è arrivato il tuo cruciale e fatale momento, almeno morire viva.

M.T.–  Nasce da qui la tua condizione vegana o è una scelta di natura etica?
Sono vegetariana con tendenza vegana da 25 anni. Nasce, la mia scelta etica, dal desiderio di tornare alla mia condizione animale. L’uomo è, infatti, un animale e solo se ascolta il suo istinto può riscoprire la bellezza primitiva che ha in dono dalla nascita. Ed è meraviglioso sapere che al massimo, per nutrirmi, uccido un pomodoro, ma non uccido né mangio sentimenti di creature senzienti.  Sai, la frase che mi è rimasta impressa e che ha rivoluzionato il mio menù quale è? Questa: “un animale morto per strada dicesi carogna, un animale morto nel piatto, dicesi cibo”. Non mangio carogne. E a detta dei medici, visto che ho ingurgitato veleni per guarire, il mio corpo è stato aiutato dalla mia scelta nutrizionista, ovvero si è dovuto disintossicare solo dalla chemio e non dalle porcherie con cui rimpinzano gli animali cosiddetti da reddito. Mangio “cosa”, ma non mangio “chi”.

M.T – Sai che i poeti e i vegani sono le categorie più odiate? (J), se ci aggiungi i vestitini taglia 42 sei fritta! Svelaci il tuo peggior difetto così facciamo l’en plein. (I pregi non fanno curiosità!)
Sono, in privato, da me con me, collerica, rabbiosa, impaziente, in continuo stato di inquietudine per via dell’impotenza che non mi permette di onorare il senso di giustizia che sento dentro. Sai che mi dedico alle battaglie sociali, e quando mi imbatto nelle ingiustizie, vorrei, vorrei, vorrei… ma non ho più l’età per volere fare quello che vorrei. Difendo le vittime con la parola e con la divulgazione in rete di ogni malefatta compiuta nei loro confronti. Ma non mi soddisfa appieno, perché mi prudono le mani e non le lascio agire, ovvero per farmi capire, ti confesso che ho reazioni da maschiaccio, ed essendo contro la violenza ma avvertendo la violenza dentro di me, mi trovo, sempre da me con me, molto a disagio.

M.T.– Una serata libera: shopping con l’amica, a spasso con Erri De Luca (ti ho vista!) o a cena (con dopocena) con il tuo uomo?
Senza dubbio con Erri De Luca. Per il mio uomo, che non ho, avrei altri mille momenti da contemplare e fargli contemplare. L’amica, se è amica, ci sarà sempre!
– Come sarà contenta l’amica! Non prendertela con me!

M.T.– Cena romantica, tu ordini insalata con semi di kia, semi di lino, semi di zucca, semi d’ogni natura, quinoa e pomodorini e lui ordina l’intero giardino zoologico alla cacciatora. Ce la fai a rimanere seduta?
Si, ma con una faccia parlante. Molto parlante. Non ho l’abitudine di essere talebana e di imporre le mie scelte. Ognuno ha la sua coscienza. O incoscienza. In ogni caso, Maria Teresa, mi informerei prima di accettare l’invito, sulle abitudini dell’eventuale commensale in vena di romanticismo!

M.T. – Dopocena romantico: suite con cuscini damascati, secchiello con ghiaccio e champagne (ma quanto mai!), baby doll e 10 gocce di profumo (esageriamo!), oppure due cuori e una capanna, magari in riva al mare, dove non ti avvedi delle zanzare e della doccia che gocciola di notte?
Suite cinque stelle, antizanzare, aria condizionata, panorama mozzafiato. Mare, d’estate. Camino acceso e neve sul picco delle montagne d’inverno. E penombra per via di quel baby doll!!!!!Direi Taormina e Cortina d’Ampezzo come cornice.
– Incontentabile! Ma me gusta il baby doll!

M.T.–  E l’uomo a letto? Pigiama di seta, slip/e/o canotta oppure nudo. E tu?
Pigiama di seta per lui, il suo fruscio è…estasiante. Camicia di seta per me, ça va sans dire.
Pigiama di seta…emmm (dimmi che qualcuno lo ha indossato!)

M.T. –  Ed allora parliamo di eros, dicci tutto, tutto tutto (ma brevemente). Svestiti, denudati (tira via quel baby doll) ammaliaci: la tua nuova creatura, la nuova raccolta poetica “Po(s)sesso”.  Un titolo provocatorio per una donna mentalmente emancipata come te.
Pos(s)sesso nasce dopo P’ossessione, l’ultimo mio libro pubblicato tre anni fa. È successo che ho incontrato in rete Ferdinando de Martino, (L’Infernale Edizioni), un giovane editore tosto, grintoso, creativo e on the rock, ha a malapena 30 anni, che si è innamorato della mia poesia erotica. E così è nato il progetto Pos(s)sesso, una trilogia che percorre la femminilità di una donna dalla sua scoperta, essere femmina, ai suoi passi sul terreno della sensualità, fino al raggiungimento della consapevolezza della sua sessualità. Tu hai scritto una prefazione, che ho “stragradito”. Hai letto dunque, ogni metafora partorita dalla mia immaginazione per descrivere il desiderio che si immola nell’amplesso. Il sottotitolo del primo volume è: La differenza tra la sensualità e il sexy. Il sottotitolo del secondo volume è: Fare all’amore, non fare l’amore. Il sottotitolo del terzo volume è: Il sublime. Vorrei che il cofanetto della trilogia fosse venduto con una giarrettiera rossa.
Per me è stato sinceramente un piacere e un onore – è una silloge che consiglio ai lettori– ma non credere di cavartela così, aspetto con gioia il libro con dedica!

M.T.– Si gode maggiormente di un amplesso mentale, del suo contorsionismo razionale fatto di attacchi, stoccate e affondi mentali o di quello fisico, del corpo a corpo, del confronto all’arma bianca? La verità! Ricordati che ti stai denudando per i nostri lettori (solo così li teniamo fermi qui).
Non ho dubbio alcuno. Entrambi quando si parla di passione e non di esibizione tecnica di libidine, insomma quando si fa all’amore e non ci si tuffa in una sveltina, devono esistere per unire le essenze nell’amore madre (ne esiste uno solo), nell’amore di appartenenza. Sono convinta che ricreiamo amando, lo stato di beatitudine che noi abbiamo provato dentro al ventre di nostra madre. E che l’amore sia la ricerca indefessa di riannodare con l’amato, il cordone ombelicale, spezzato alla nostra nascita. E che il mugolio dell’orgasmo sia simile al vagito di dolore che abbiamo emesso appena venuti al mondo. Come dire che dolore e piacere hanno la stessa sonorità.

M.T.–Nasci giornalista e un affondo l’hai ottenuto nel 1973 strappando un’intervista esclusiva a Gianni Rivera per la Gazzetta dello Sport, in silenzio stampa da sei mesi. A distanza di anni ci sveli come l’hai convinto ad uscire dal silenzio stampa di 6 mesi? Un aneddoto, un qualcosa di non svelato?
Faccia tosta. Fifa blu. Ecco, circumnavigai Rivera con l’approdo a Romeo Benetti. Una intervista ad Ancona per La Gazzetta dello Sport, che manco sapeva chi fossi, (ancora!). Il fatto è che il direttore, Giorgio Mottana, per togliermi dalla sua vista, io insistevo che mi mettesse alla prova e lui nicchiava e voleva mandarmi a Grazia, a Sogno, insomma a giornali donneschi, se ne uscì con: “Allora mi porti una intervista a Gianni Rivera”. Te l’ho detto qualche riga sopra, la sfida per me è come il nettare per gli dei. Romeo Benetti accettò l’intervista e chiesi a lui di presentarmi Gianni Rivera. Questa è cronaca, l’aneddoto invece è altro. Chiesi l’intervista a Gianni, piangendo! Sì, lacrime calde, gli dissi che ero vedova, a 28 anni (era vero) con un figlio piccolo da mantenere e che sarei entrata a La Gazzetta solo se mi avesse concesso l’intervista. Così fu. Eterna riconoscenza al mito Rivera.
–Quanto piacciono le lacrime sincere delle donne. Ora mi piace ancor più Rivera, che peraltro ai suoi tempi non era niente male… come calciatore intendo
J

M.T.–Tra i tanti riconoscimenti alla carriera spicca l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ricevuta da Francesco Cossiga nell’83.
Me ne deriva una Marani ligia al lavoro, al dovere (una secchiona insomma) opposta alla Marani ribelle, provocatrice e provocante. La donna e la femmina a confronto. Chi vince?
Nessuna delle due. Sono sempre, loro, in lotta per la supremazia. A volte prevale la donna, a volte prevale la femmina. Ma ti dirò che è la mia parte maschile che le tiene a bada, quelle due sconsiderate!
– Tre Marani in una 42!

M.T.– Nella tua vita davvero tante soddisfazioni, compresa una meravigliosa famiglia; cicatrici poche ma profonde. Molto.
Hai perdonato o il perdono non è di questa terra?
No, non perdono gli altri. Semmai, condono.  Entro nella fase della dimenticanza, della cancellazione, dell’indifferenza mistica. Preferisco perdonare me stessa.

M.T.–Giura di aver detto la verità, tutta la verità… e togli le mani dalle tasche, non incrociare le dita!
Sì, che dico la verità. Almeno la verità di ora, che potrebbe non essere stata la verità di ieri e men che meno potrebbe essere la verità di domani.
– Vero. Avevo dimenticato che eri nuda! Fila a vestirti che alla nostra età temiamo i colpi di freddo e la maglia della salute non ci piace indossarla. Baby doll for ever!
Grazie Ros!
Grazie a te. Ps Una interSvista così mai mi era capitata. Davvero una meraviglia!

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Grazie a Barbara Ruggiero per questa bella e veritiera intervista

Grazie a Barbara Ruggiero per questa bella e veritiera intervista per La Città di Salerno.

È consolante, essere ricordate!

 

ULTIMA VOCE: PO(S)SESSO

 

In uscita il prossimo 23 ottobre (già disponibile in digitale) “” di Rosanna Marani per “L’Infernale Edizioni”.

Il volume è una raccolta poetica di Rosanna Marani, conosciuta nel campo del giornalismo come una vera e propria colonna portante del settore. Con Po(s)sesso la giornalista, conduttrice e poetessa, firma un’opera straordinaria affrontando il tema dell’eros con la maestria dei massimi esponenti del genere.

L’INCONTRO CON ROSANNA

Quello con Rosanna è stato un incontro scritto nel tempo.
Esattamente come accade tra il fiore e l’ape quando per la prima volta il profumo del polline inizia ad inebriare l’aria, anche io ho avuto quell’attimo di totale e completo abbandono che attira l’insetto striato al giallo polline.
Tuttavia non voglio parlare di Rosanna, ma delle sue poesie, quindi cercherò di essere il più conciso possibile, descrivendo la sensazione da me provata durante la lettura di questi frammenti letterari.
Come diceva Carmelo Bene, “Il Porno è la morte dell’Eros” e credo fermamente che questa raccolta sia la dimostrazione cartacea di quanto detto dal compianto attore e autore teatrale.
Le poesie erotiche di Rosanna Marani sono un flusso, ma per spiegare meglio ciò che forse non andrebbe spiegato, voglio addentrarmi ancora di più in questa metafora. Prendiamo ad esempio il flusso che porta un tuffatore dalla base della scaletta d’acciaio, ben saldata al terreno con forti bulloni, fino all’orlo del trampolino.
Le poesie di Rosanna sono quel flusso.
La poetessa ci accompagna lungo l’ascesa della scaletta, ci spinge passo dopo passo fino al punto preciso del trampolino sul quale faremo il primo, il secondo ed infine il terzo salto preparatorio per poi abbandonarci completamente nel momento in cui i nostri piedi si staccheranno per l’ultima volta dal trampolino traballante.
Il lettore si deve trovare con il fiato in gola, ma in una situazione di stallo estremamente momentaneo, sospeso tra l’assenza di gravità e caducità della condizione umana.
Il flusso dell’Eros si manifesta solamente in quell’istante che Rosanna, come una direttrice d’orchestra, prolunga e rallenta a suo piacere per insegnarci a godere della parola esattamente come si dovrebbe fare con la carne.

Ferdinando de Martino

Paola Ferrari

Trovo la voglia di far emergere una sensualità che chissà perché dopo una certa età, ci sembra preclusa ed invece può essere potente e sorprendente e vitale. Rosanna ha in fondo allo sguardo sempre quel senso di sfida e di voglia di esplorare l’inesplorabile che ancora mi rapisce.

Ed è bello naufragare così, nelle sue meravigliose poesie.

See more at: https://www.ultimavoce.it/possesso-le-poesie-erotiche-rosanna-marani/

Po(s)sesso di Rosanna Marani

Silvana De Domincis 17/10/2017 Libri

Grazie a Silvana De Dominicis per questo bell’articolo.

Sensualità ed erotismo di classe per Rosanna Marani

Po(s)sesso è un libro di poesie erotiche davvero unico ed originale, è uscito giovedì scorso in digitale e uscirà in cartaceo il prossimo 23 ottobre per “L’Infernale Edizioni”. Una raccolta poetica di Rosanna Marani, conosciuta nel campo del giornalismo come una vera e propria colonna portante del settore.

Con Po(s)sesso la giornalista, conduttrice e poetessa, firma un’opera straordinaria affrontando il tema dell’eros con la maestria dei massimi esponenti del genere.

È il quinto libro, il primo di una trilogia, di poesie erotiche, un’opera sensuale e aggressivamente dolce. La poesia è un’arma doppio taglio… esattamente come l’erotismo.

Di seguito alleghiamo due importanti prefazioni per conoscere meglio il talento dell’autrice e sottolineare la particolarità dell’opera.

Prefazione di Paola Ferrari: “I primi a colpirmi quando incontrai Rosanna furono i suoi occhi. Anzi non esattamente i suoi grandi occhi caldi come il bronzo appena fuso, ma il suo sguardo.
Guizzava come quello di un folletto, di una fata irriverente, trasudava coraggio, indipendenza e originalità. Avevo sentito già parlare di lei e non tutti la amavano. Divideva detrattori e adulatori in eguale misura. Accade sempre alle donne intelligenti di successo e con una visione aperta al futuro.

Ecco cosa aveva quello sguardo… Spaziava oltre, andava al di là delle convenzioni scontate di un mondo maschile come quello del calcio degli anni 70, che poi ancora per decenni, hanno soffocato le legittime aspirazioni professionali di noi donne. Rosanna era famosa e parecchio. Stava riuscendo ad emergere in un mondo misogino e lo faceva senza abbassare la testa, senza celare la sua sensualità, senza nascondere quello sguardo che aveva il fuoco dentro. Imporre una figura femminile emancipata in un mondo arretrato culturalmente in quel senso, è stata negli ultimi trent’anni anche la mia grande sfida.

Ma lei è stata la prima ad osare di infrangere le regole assurde di allora e a cambiarle. Quando ci incontrammo, ero giovane e scalpitavo anche io per affermarmi nel giornalismo sportivo, ma in lei non lessi nessuna gelosia, nessuna preclusione verso quella ragazza esuberante e piena di sogni che si trovava di fronte. Non c’è mai stata una “Eva contro Eva” fra di noi. C’è stata invece sempre presente, una complicità sottile e intrigante.

Ecco, in queste sue poesie, ritrovo indomito quello spirito che coniuga una sensualità mai scontata ad una energia vitale che, negli anni, non le ha mai voltato le spalle. Un dedalo di suggestioni che oltrepassa la passione sfrontata e va cercando e trovando anfratti ancora inesplorati del nostro mondo di donne. Trovo la voglia di far emergere una sensualità che chissà perché dopo una certa età, ci sembra preclusa ed invece può essere potente e sorprendente e vitale. Rosanna ha in fondo allo sguardo sempre quel senso di sfida e di voglia di esplorare l’inesplorabile che ancora mi rapisce.
Ed è bello naufragare così, nelle sue meravigliose poesie.”

Prefazione dell‘Editore Ferdinando de Martino: “Quello con Rosanna è stato un incontro scritto nel tempo. Esattamente come accade tra il fiore e l’ape quando per la prima volta il profumo del polline inizia ad inebriare l’aria, anche io ho avuto quell’attimo di totale e completo abbandono che attira l’insetto striato al giallo polline. Tuttavia non voglio parlare di Rosanna, ma delle sue poesie, quindi cercherò di essere il più conciso possibile, descrivendo la sensazione da me provata durante la lettura di questi frammenti letterari.

Come diceva Carmelo Bene, “Il Porno è la morte dell’Eros” e credo fermamente che questa raccolta sia la dimostrazione cartacea di quanto detto dal compianto attore e autore teatrale.
Le poesie erotiche di Rosanna Marani sono un flusso, ma per spiegare meglio ciò che forse non andrebbe spiegato, voglio addentrarmi ancora di più in questa metafora. Prendiamo ad esempio il flusso che porta un tuffatore dalla base della scaletta d’acciaio, ben saldata al terreno con forti bulloni, fino all’orlo del trampolino.
Le poesie di Rosanna sono quel flusso.

La poetessa ci accompagna lungo l’ascesa della scaletta, ci spinge passo dopo passo fino al punto preciso del trampolino sul quale faremo il primo, il secondo ed infine il terzo salto preparatorio per poi abbandonarci completamente nel momento in cui i nostri piedi si staccheranno per l’ultima volta dal trampolino traballante. Il lettore si deve trovare con il fiato in gola, ma in una situazione di stallo estremamente momentaneo, sospeso tra l’assenza di gravità e caducità della condizione umana.

Il flusso dell’Eros si manifesta solamente in quell’istante che Rosanna, come una direttrice d’orchestra, prolunga e rallenta a suo piacere per insegnarci a godere della parola esattamente come si dovrebbe fare con la carne.”

Non possiamo fare a meno di citare uno tra gli aforismi preferiti della poetessa Marani, veritiero e che colpisce particolarmente: “L’amante perfetto è colui che riesce a mantenere costante l’erezione mentale.” 

See more at: https://www.lagazzettadellospettacolo.it/libri/42686-posssesso-rosanna-marani/

https://lortodirosanna.wordpress.com/2017/11/06/rosanna-marani-possesso-un-viaggio-di-poesie-alla-scoperta-della-donna-attraverso-la-sessualita/

 Grazie ad Antonella Durazzo e al direttore di Stravizzi Francesco Serviente, per questa splendida intervista che delinea, anche nei minimi particolari, il mio carattere “ibrido.”

Rosanna Marani Po(s)sesso Un viaggio di poesie alla scoperta della donna attraverso la sessualità

AUTORE: ANTONELLA DURAZZO 6 NOVEMBRE 2017

Il primo libro di una trilogia nel quale la poesia è palpito

Tutto questo è sicuramente disdicevole” dice Rosanna Marani, e ci ride su. Di cuore. Perché ci vuole una certa sfacciataggine, oggi, a dare alle stampe una merce poco vendibile come la poesia. E se poi si tratta di poesie erotiche e l’autore non solo è una donna, ma ha anche raggiunto le 71 primavere allora non c’è dubbio, è tutta una questione di amoreAmore per la parola scritta.

L’autoironia di Rosanna Marani è qualcosa di contagioso e raro, straniante in questi tempi di autoproclamati artisti. Ma lei liquida con una battuta l’accenno ad ogni complimento, scegliendo di navigare sotto traccia, di proporsi con leggerezza, riluttante a prendersi troppo sul serio. Se vogliamo è l’ennesimo modo per andare contro corrente.

Niente di strano, questione connaturata «ho imparato dire ‘No’ prima ancora di pronunciare la parola mamma», ammette Rosanna Marani. E questo spiega come sia avvezza reggere gli urti, o come riuscita a sopravvivere, anzi, ad uscire vincente, da quel mondo del giornalismo sportivo che negli anni ’70 era esclusivo regno maschile.

Rosanna Marani è stata la prima cronista sportiva d’Europa, con una carriera alla “Gazza” e in tv costellata da scoop, straordinarie interviste e allori. Da pioniera ha aperto una strada a quel giornalismo sportivo al femminile, che pur essendo diventato una realtà, ancora oggi è osservato con qualche riserva.

Ma se per il passato c’è Wikipedia ( HTTPS://IT.WIKIPEDIA.ORG/WIKI/ROSANNA_MARANI ) per il presente, a dirci come la scrittura sia un male cronico, ci sono un blog: L’ORTO DI ROSANNA  e “Po(s)sesso”, primo volume fresco di stampa di una trilogia poetica dai “disdicevoli” sviluppi, pubblicata da “L’Infernale Edizioni.

Poesia per continuare ad andare contro corrente, potrebbe essere un’affermazione giusta?

Rosanna Marani “Poesia per superare le regole, la tradizione. Ognuno di noi può modificare il circostante e cambiare. È difficile, è doloroso, ma se hai imparato a stare sott’acqua prolunghi l’apnea, dici “No” e fai attenzione a dosare i “” per quando è il caso.

La cronista sportiva scriveva già poesie?

Rosanna Marani “Dalla palla…alla pelle (ride). La verità è che amo le parole e, come credo tutti, ho cominciato a scrivere poesie all’età di dieci anni, poi ho continuato. Ne scrivevo anche quando ero alla Gazzetta, per poi riporre tutto in un cassetto.”

In tempi più recenti è arrivato il blog, con gli aforismi fulminanti, e ovviamente poesie. Si percepisce passione

Rosanna Marani “Un blog non troppo seguito, eh sì non sono una influencer, non amo fare guru, ce ne sono già troppi di (para)guru in questo mondo.”

Di fatto le poesie sono volate dalla rete o dai cassetti e sono finite in un libro

Rosanna Marani “Prima sono passate da un concorso “1000 voci per Alda” dove un giovane amico mi aveva iscritto. Un giorno mi arriva una lettera, avevo vinto, mi chiedono altre poesie, le invio, e si apre una strada, per me che non mi considero una poetessa…”

Non sarà una poetessa ma sa bene che cosa è la poesia

Rosanna Marani “La poesia? È un animale selvatico che non può essere addomesticato dall’autore, ma che, docile, si accuccia ai piedi del lettore. È fatta di emozioni non definite, sempre diverse, che si adattano al vissuto di chi legge. Se qualcuno mi dice hai trovato le parole che cercavo, il successo è raggiunto.”

C’è qualcosa di ingovernabile in questo, una sorta di magia che sfugge al creatore

Rosanna Marani “La poesia è palpito. Il tempo ordinario è fatto di attimi, il tempo straordinario di battiti…dei battiti del cuoreCoriandoli, aquiloni, palloncini: la poesia nasce dall’immaginazione ma è foriera di pensiero, il pensiero che plasma la frase, che è una nuvola.

Insomma, la poesia cresce nell’impalpabile ma è anche cosa assai concreta

Rosanna Marani “I limiti del nostro mondo sono nel nostro LINGUAGGIO. Se non conosciamo la parola igloo e definiamo “casa” quella capanna di ghiaccio diciamo qualcosa di impreciso. Chi non ha proprietà di linguaggio è come se vivesse in Cina parlando solo russo, non può vivere bene.”

Torniamo alla nascita del libro, eravamo rimaste al concorso “1000 voci per Alda”

Rosanna Marani “Successivamente ho incontrato uno spettacolo di editore, Ferdinando De Martino, un giovane che crede nella cultura, nella forza della parola, così è nato “Po(s)sesso.

Una raccolta coraggiosa

Rosanna Marani “Siamo andati contro ogni schema. Sono anziana, mi sento alla finestra della vita ed alla mia età è difficile accettare la femminilità, la sensualità, la sessualità. Ma è proprio da qui che nasce la trilogia, un viaggio alla scoperta della donna attraverso la sessualità, che è il filo rosso di “Po(s)sesso”, della sensualità e della femminilità che sono i temi dei libri che arriveranno.”

Torniamo al “disdicevole” dunque

Rosanna Marani “Sono tutte immagini nelle quali fluisce la passione, e l’amore, nella maniera più animale possibile, inteso come desiderio primario all’unità. Senza la volgarità di ciò che la società o la religione vorrebbero fosse il sesso, senza la spocchia di questo mondo che vieta a scuola l’educazione sentimentale. La verità è che la società vuole guardare dal buco della serratura e se fai l’amore tre volte al giorno sei una poco di buono. Da qui le angherie, verso le donne, verso gli omosessuali, verso chi non si omologa.”

D’altronde, l’amore, quello che si fa, non può essere che bene. Scrive Rosanna Marani:

«Fare all’amore, non fare l’amore. Il ritmo armonico, straziante, avviluppante, coinvolgente del fare all’amore, è il rapimento totale dell’io, il coraggio purissimo di vincere l’ego, che educe una ridda di emozioni che si liberano dentro il , nel profondo gorgo di anima, di mente, di cuore, di carne e dei sensi, tutti i sensi che celebrano l’offerta della propria essenza».

Po(s)sesso, il libro di poesie erotiche di Rosanna Marani si può acquistare in versione cartacea su Amazon – Po(s)sesso:  https://www.amazon.it/dp/197311089X/ref=cm_sw_r_wa_awdb_D.E7zb9V00N4R

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Caffè quotidiano Rosanna Marani in testa alle classifiche. Perchè leggerla? Perchè…ha le palle

 Grazie direttore, Francesca Devincenzi, dalla tua “mamma putativa”, orgogliosa di te.

Rosanna Marani in testa alle classifiche. Perchè leggerla? Perchè…ha le palle

10 dicembre 2017

 

di Francesca Devincenzi –  Po(s)sesso è uscito in digitale su Amazon il 12 ottobre, dono dell’editore Ferdinando De Martino per i 71 anni di Rosanna Marani. In seguito è uscito in cartaceo. La sinossi dice che è una raccolta poetica di Rosanna Marani, conosciuta nel campo del giornalismo come una vera e propria colonna portante del settore. Con Po(s)sesso la giornalista, conduttrice e poetessa, firma un’opera straordinaria affrontando il tema dell’eros con la maestria dei massimi esponenti del genere.

Dopo poco è balzato in testa alle classifiche. Per riceverlo a casa vostra: https://www.amazon.it/dp/197311089X/ref=cm_sw_r_wa_awdb_D.E7zb9V00N4R

In realtà, Rosanna Marani è molto di più. “Scusi Rivera, so che lei non parla. Ma io ho nemmeno 30 anni, bocche da sfamare, sono vedova e mi assumono se porto in Gazzetta dello Sport la sua intervista. Come la mettiamo?”.  Ovviamente, l’intervista arrivò.

E lei, splendida, campeggia tra le firme della Rosea. Tra le foto, che adornano i mitici corridoi.

Prima donna, prima giornalista sportiva, prima “femmina” in tv a parlare di sport. Unica al mondo a far vestire Maradona da Babbo Natale per la tivvù.

Troppo avanti, tanto da accedere ai bagni di San Siro, all’epoca unisex, con una frase che fece scuola: “se vi do noia fatemi vedere che avete le balle”.

Lei ne ha sempre avute troppe, quelle di amori spezzati dalla vita ma imperituri nella memoria della sua anima intelligente, più forti di malattie che sono sfuggite davanti alla sua forza.

Rosanna Marani per chi scrive, e per la prima volta dopo mesi si firma, è una mamma putativa, che ha tenuto a Battesimo tutti i miei battesimi professionali: la mia tesi di laurea, il mio primo libro “Voglio entrare negli spogliatoi”, l’orale del mio esame di stato.

Glielo dissi semplicemente: “Siamo diventate professioniste”. In commissione, qualcuno raccontò che Rosanna era le gambe più belle della tv. Io dico che è un’anima eletta in un corpo sublime. Più forte e intelligente di una bellezza già affidata ai book.

Quando è nata questa versione, cultural chic, del Caffè Quotidiano, Rosanna ha speso questo aforisma: #ilcaffequotidiano: Quando il #caffè, diventa una #pausa, una #sosta #importante.

E dico anche che chi non legge Pos(s)esso si perde tanto. Si perde un’anima bella e una donna con le palle. Sono quasi estinte, pensateci bene.

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Grazie Alessandro Bertirotti per le tue preziose parole.

Recensione a Po(s)sesso di Rosanna Marani, poesie.

di Alessandro Bertirotti

www.bertirotti.info

Conosco la poetessa Rosanna Marani grazie al web.

Non ci siamo mai incontrati di persona. Leggo però, da tempo, quello che scrive. La maggioranza delle volte sono in accordo con Lei. È arguta, sagace e raggiunge l’obiettivo direttamente, senza sdolcinature inutili né giri di parole. Una donna essenziale, vera come la sua poesia. Ecco perché ho deciso di scrivere queste poche righe, dopo aver letto il suo libro. È stata un’esigenza spontanea, specialmente perché alla mia età, ho superato i cinquant’anni, si sceglie di fare quello che davvero interessa. Si diventa selettivi: si scelgono le persone e si impara a fare pochi sconti. Senza presunzione, certo, ma con determinazione e cognizione di causa.

Amo molto la poesia, e la frequento da anni, imparando a memoria molti versi di grandi autori. Ho dunque in memoria anche poesie di Rosanna, proprio perché le trovo sincere, universali e quindi in possibile sintonia con la storia di ciascuno di noi.

Vorrei ora, seppure brevemente, elencare qualche considerazione generale, sempre rispetto alla produzione artistica di Rosanna Marani.

Forse, non è un caso che queste poesie, scritte da una donna, siano pubblicate in un periodo in cui ifemminicidisonodiventati uno sport nazionale. Uomini che amavano in nome di un amore malato, e che uccidono; penso che il succedersi martellante dei versi e delle parole, una ogni riga, siano il pre-testo dell’orgasmo; l’utilizzo frequente delle maiuscole accentua e stimola l’attenzione nel lettore; L’amore bambino è vissuto con coinvolgimento, sempre alla luce di una razionalità che prevede l’esito finale e senza illusioni; assistiamo alla traslazione del senso di parole di uso quotidiano con parole per descrivere l’atto sessuale; la poetessa, consapevole che amore e gelosia vanno a braccetto, esplora i meandri più oscuri di queste due facce della stesa medaglia; nelle poesie in cui il verso si fa meno martellante, si dilata anche il contenuto, si allenta, ma a poco a poco, si restringe il verso, intensificandosi il ritmo, fino a giungere all’orgasmo… della parola.

Auguro a tutti voi una buona lettura, utile alla mente e al corpo, seguendo le indicazioni e le volontà della poetessa.

5 marzo 2018

 ©Raffreefly Digital Art: Riflessioni:  Classifiche, bolle di sapone e arcob… http://raffreefly.blogspot.com/2018/03/riflessioni-classifiche-bolle-di-sapone.html?spref=tw

Grazie a Roberto Baldini per la sua calda recensione

Parole per il cuore. E l’anima.

Pos(s)esso
di Rosanna Marani

Abbassare le difese.
Un dolce cedere.
Adoro i giochi di parole.
Adoro giocare con le parole.
Adoro chi gioca con le parole.
Un libro breve, poche pagine che diranno molto, diranno tutto.
Senza peli sulla lingua, senza vergogna, senza rete.
Poesie sparse eppure legate da un filo conduttore, il filo rosso di un’Arianna che si è ritrovata per farci perdere, un disorientamento piacevole e, se vogliamo, indispensabile.

I primi a colpirmi quando incontrai Rosanna furono i suoi occhi. Anzi non esattamente i suoi grandi occhi caldi come il bronzo appena fuso, ma il suo sguardo. Guizzava come quello di un folletto, di una fata irriverente, trasudava coraggio, indipendenza e originalità. Avevo sentito già parlare di lei e non tutti la amavano. Divideva detrattori e adulatori in eguale misura. Accade sempre alle donne intelligenti di successo e con una visione aperta al futuro.
(dalla prefazione di Paola Ferrari, giornalista)

Ha giocato e ha vinto; la lotta era con se stessa, e con chi voleva farle credere che in una stanza ci fossero solo il buio e la sua paura.
(dalla prefazione di Maria Teresa Infante, critica, poetessa, scrittrice)

Parole di stima, di gioia e di calore.
Parole che scaldano il cuore di chi le dice e di chi le riceve. E di chi le legge.
Le belle parole chiamano altre belle parole, così ho sentito dire, e scommetto che quelle scritte da Rosanna svolgeranno un lavoro meraviglioso.
E scalderanno il cuore. Un compito che sembra facile ma che nasconde, in realtà, parecchie insidie.
Insidie che non hanno ostacolato Rosanna, che ha vinto alla grande.
E per questo la ringraziamo.

Titolo: Pos(s)esso 
Autore: Rosanna Marani
Pagine: 108
Edito: 2017

Postato 27 dicembre 2018 da Roberto Baldini
Etichette: Poesia

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La Gazzetta Dello Sport 19 febbraio 2019

Fuorigioco 24 febbraio 2019

   

2 Ottobre 2019

TPI

https://www.tpi.it/cultura/rosanna-marani-ti-do-la-mia-parola-libro-20191002462191/

Ti do la mia parola, il nuovo libro di Rosanna Marani è un regalo per la figlia Giulia

La giornalista Rosanna Marani ha deciso di dedicare a sua figlia il suo nuovo libro di aforismi

Rosanna Marani, Ti do la mia parola: il nuovo libro della Regina del Pallone

Rosanna Marani torna in libreria con “Ti do la mia parola”, un libro che tratta di aforismi e pensieri frammentati, autoconclusivi e filosofici grazie ai quali prova a dare la sua parola.

Rosanna l’ha definito un testamento spirituale, un regalo a sua figlia che compie 37 anni.

Dopo la precedente raccolta poetica “Po(s)sesso” uscita nel 2017, la Marani torna in libreria con l’esigenza di regalare alla sua figlia autrice, Giulia, qualcosa di importante e significativo.

Cosa può esserci di più intimo e viscerale della parola di uno scrittore, donata così ad una persona?

Un regalo, “Ti do la mia parola”, non soltanto per la figlia ma anche per quei lettori affezionati alla Marani che ha conquistato pubblico e critica con la precedente raccolta poetica.

“Ti do la mia parola” è arrivato su Amazon il primo ottobre 2019.

Per acquistare il libro, potete visitare qui la pagina Amazon.

Rosanna Marani, dalla Gazzetta dello Sport alla libreria

Chi non conosce Rosanna Marani, deve sapere che è una giornalista e conduttrice televisiva. Conosciuta anche come la Regina del Pallone, Rosanna si è affermata nel mondo del giornalismo collaborando nel 1973 con la Gazzetta dello sport intervistando Gianni Rivera.

Rosanna Marani è stata la prima donna a diventare giornalista professionista sportiva nel 1976 e anche la prima a condurre una trasmissione sportiva in tv (Bar Sport). E da qui ha poi proseguito la carriera in televisione.

Nel 2013 ha pubblicato la lirica “Veglia”, aggiudicandosi la seconda edizione del Premio “Alda Merini” di Poesia.

Del suo nuovo libro, “Ti do la mia parola”, la Marani ha dichiarato: “A 73 anni arriva il momento del bilancio vita. Lascio a chi vorrà mantenere un mio ricordo, acquistando il libro, la mia parola, anzi i miei giochi di parole”.

Infine, i ringraziamenti: “Grazie al mio editore Ferdinando De Martino di L’Infernale Edizioni, a Fabrizio Caramagna che ha scritto la prefazione, a Virago347 che mi ha regalato la copertina, a Claudio Rosa De Martino, l’editor. E grazie a quei lettori e a quelle lettrici che vorranno leggermi”.

Cinquew News

https://cinquewnews.blogspot.com/2019/10/rosanna-marani-libro-amazon.html?spref=tw

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ottobre 02, 2019

Cinquew News: Cosa può esserci di più intimo della parola donata di una scrittrice? Leggere il libro di Rosanna Marani

MILANO – Dal pallone all’aforisma – Ti do la mia parola – di Rosanna Marani. Dopo la precedente uscita di Po(s)sesso, la raccolta poetica di Marani, la Regina del pallone, l’apripista del giornalismo sportivo ritorna sulle scene con questo nuovo libro. In questo nuovo lavoro editoriale Marani affronta la pagina con aforismi e pensieri frammentati, autoconclusivi e filosofici grazie ai quali prova a dare, appunto, la sua parola. Il tutto nasce dall’esigenza di regalare a Giulia, figlia dell’autrice, un qualcosa di realmente importante e significativo. Cosa può esserci di più intimo e viscerale della parola di uno scrittore, donata così a una persona? Un regalo non solo per la figlia, quindi, ma anche per tutti i fan della Signora della Tv che ha conquistato pubblico e critica con la precedente raccolta poetica. In molti chiedevano a gran voce un libro di aforismi e gli amanti del sito personale della scrittrice e delle sue pagine social hanno deciso di lavorare con lei a questo progetto che è uscito il 1°ottobre 2019 su Amazon.

Se amate l’arguzia del pensiero e l’irriverenza di una penna maliziosa… non dovrete fare altro che entrare nel nuovo libro di Rosanna Marani: Ti do la mia parola (I. Edizioni).

https://www.lagazzettadellospettacolo.it/libri/67717-ti-do-la-mia-parola-rosanna-marani/

Ti do la mia parola, di Rosanna Marani

Dopo la precedente uscita di Po(s)sesso, la raccolta poetica di Rosanna Marani, la Regina del pallone, l’apripista del giornalismo sportivo ritorna sulle scene con Ti do la mia parola.

In questo nuovo libro Rosanna Marani affronta la pagina con aforismi e pensieri frammentati, autoconclusivi e filosofici grazie ai quali prova a dare, appunto, la sua parola.

Il tutto nasce dall’esigenza di regalare a Giulia, figlia dell’autrice, un qualcosa di realmente importante e significativo.

Cosa può esserci di più intimo e viscerale della parola di uno scrittore, donata così ad una persona?

Un regalo non solo per la figlia, quindi, ma anche per tutti i fan della scrittrice che ha conquistato pubblico e critica con la precedente raccolta poetica.

In molti chiedevano a gran voce un nuovo progetto ma soprattutto un libro di aforismi, per cui se amate l’arguzia del pensiero e l’irriverenza di una penna maliziosa… questo è il libro che fa per voi.

https://www.361magazine.com/lifestyle/rosanna-marani-dedica-un-libro-alla-figlia-ti-do-la-mia-parola/

29 OTTOBRE – Lifestyle

Rosanna Marani dedica un libro alla figlia: “Ti do la mia parola”

La giornalista Rosanna Marani ha deciso di dedicare a sua figlia il suo nuovo libro di aforismi

Rosanna Marani, giornalista e conduttrice televisiva torna in libreria con “Ti do la mia parola”. Il libro di aforismi è dedicato a sua figlia Giulia, sulla soglia dei 37 anni ed è disponibile su ‘Amazon’. “È un testamento spirituale” ha affermato l’autrice. Pensieri frammentati, riflessioni e tanto cuore. Un regalo, non solo per Giulia, da custodire gelosamente. Dopo la raccolta poetica “Po (s)sesso” uscita nel 2017, arriva una dedica intima e autentica.

Rosanna Marani ha iniziato la sua brillante carriera nel mondo del giornalismo sportivo, collaborando nel 1973 con la Gazzetta dello sport, intervistando Gianni Rivera. È stata la prima donna a diventare giornalista professionista sportiva nel 1976 e anche la prima a condurre una trasmissione sportiva in tv, ‘Bar Sport’. Da quel momento l’amore per la televisione l’ha accompagnata per tutta la sua vita. Non a caso è stata definita la Regina del Pallone.

“A 73 anni arriva il momento del bilancio vita. Lascio a chi vorrà mantenere un mio ricordo, acquistando il libro, la mia parola, anzi i miei giochi di parole”.

Chisciotte
30 ottobre 2019

 

Ricky Farina mi vede così

ROSANNA https://youtu.be/5OxM0iCBTXk di @YouTube

il Fatto Quotidiano

Ancora grazie a Ricky Farina. È stato un bellissimo incontro il nostro. Uno scambio di parole fluttuanti e irridenti, ironiche e giocose, dissacranti e profonde. Un magma verbale che rispecchia esattamente il suo carattere. E sì, anche il mio!

  Ricky Farina Filmmaker e aforista

SOCIETÀ- 7 NOVEMBRE 2019

L’aforisma è l’arte dell’incontro. E con Rosanna Marani gioco sull’orlo del precipizio

La vita è l’arte dell’incontro, ma anche l’aforisma non scherza. Grazie alla mia passione per gli aforismi di recente ho conosciuto Rosanna Marani, scrittrice di aforismi, poetessa, giornalista. Ci siamo capiti al volo, e siamo precipitati in un’amicizia labirintica fatta di orizzonti di parole, riflessioni sul filo del rasoio e paradossi danzanti. Ho sentito in lei la voglia di giocare, giocare con la vita, con le parole, con i sentimenti, senza fare male a niente e nessuno, tranne che alla banalità e alle convenzioni che riducono l’esistenza a un rantolo burocratico.

Rosanna è stata la pioniera del giornalismo sportivo femminile, la prima donna a scrivere di calcio sulla mitica Gazzetta dello Sport, ha conosciuto tutti ma proprio tutti, e aveva l’ammirazione di Gianni Brera, tanto per fare un nome, e basti questo. Adesso è una bella donna di 73 anni che vive in un appartamento elegante, con la sua gatta e i suoi ricordi, una maglietta di Maradona all’entrata, con autografo e dedica speciale, la targa del premio Alda Merini, l’Ambrogino d’oro, le foto dei suoi amori e dei suoi figli e una testa piena di aforismi zampillanti, con la quale esercita la sua intelligenza e la sua ironia.

Donna forte, volitiva, lottatrice, femminista, combattente, animalista, vegetariana, passionale, di classe, leale e letale, nel senso che la senti sempre pronta a fulminare con un gioco di parole la nostra eventuale stupidità. L’aforisma ci unisce, il pensiero asistematico e guizzante, siamo due spadaccini dell’intuizione, così io affondo con un “Dio è autistico: vive in un mondo tutto suo” e lei risponde con “Boria: parole al vanto”. Allora io le faccio un fendente con “La donna è l’unico enigma penetrabile” e lei mi prende in controtempo con “Felicità: fare il tutto esaudito”. Non pago tento un assalto con “La principessa daltonica non si accorse che il principe era azzurro” e lei mi colpisce al petto con una botta dritta che suona così: “Ci sono uomini tutti di un pezzo e altri tutti di un prezzo”.

Insomma, avrete capito che ci piace giocare, anche sull’orlo del precipizio, siamo dei sarti della vertigine. Rosanna mi è simpatica, per questo le ho fatto un film ritratto e le ho offerto pure un margarita, con il sale da mettere sulle nostre ferite, perché il dolore non sia mai insipido, e nemmeno la vita. Come dice Rosanna: “Invecchiare non è rassegnarsi, ma evolversi buttando a mare la zavorra del superfluo e lasciare galleggiare l’incanto dell’essenziale”.

Il libro di aforismi di Rosanna, dedicato all’incantevole figlia, si chiama Ti do la mia parola, e io vi do la mia parola che ne vale la pena, per un motivo semplice: gli aforismi rendono più intelligenti.

ROSANNA https://youtu.be/5OxM0iCBTXk  di @YouTube

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Funweek

Grazie a Vittorio Lussana per questa scoppiettante intervista.

PEOPLE

Intervista a Rosanna Marani: “Un aforisma vi seppellirà”

Una gran donna e una collega meravigliosa, di primissimo livello, che di recente ha dato alle stampe un libro […]

di VITTORIO LUSSANA – 15 Novembre 2019

Una gran donna e una collega meravigliosa, di primissimo livello, che di recente ha dato alle stampe un libro di aforismi a dir poco geniali nel tratteggiare una società, quella italiana, sempre più immersa tra i paradossi dell’assurdo

Rosanna Marani è stata la prima giornalista ad affermarsi in un settore per lungo tempo precluso alle donne: quello del giornalismo sportivo. Dopo di lei, nulla fu più come prima. Io stesso, all’inizio del mio percorso professionale, frequentavo redazioni in cui la presenza femminile era ridotta al minimo, o relegata in settori specifici, come il costume o la moda. Ma nel breve volgere di qualche lustro, anche le redazioni romane si riempirono di ragazze pronte ad affrontare il mondo. Un merito indiscutibile, un coraggio senza pari, che l’hanno vista recentemente insignita del prestigioso ‘Ambrogino d’oro’. Senza dimenticare, ovviamente, l’onorificenza ricevuta antecedentemente di ‘Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica italiana: “Per avere aperto la strada alle donne ad una professione, quella del giornalismo sportivo, a loro preclusa prima del suo avvento”.

L’amore per la nostra professione l’ha via via portata a condurre trasmissioni televisive seguitissime, in cui ha incontrato e intervistato tutti i più grandi campioni dello sport italiano e internazionale. Una carriera costellata di scoop meritatissimi, voluti e realizzati con grande tenacia e professionalità. Il suo lavoro e la sua firma hanno a lungo dato lustro a giornali importanti, come la ‘Gazzetta dello sport’ – la mitica ‘rosa’ – il ‘Giornale d’Italia’ e il ‘Resto del Carlino’, prima di vederla inoltrarsi in un mondo, quello dell’informazione televisiva, che negli anni ’80 del secolo scorso era ancora nella sua fase embrionale di sviluppo. Come nel caso di ‘Telemilano’, la prima rete televisiva della Fininvest. Un monumento del giornalismo italiano e un’eccellente ‘inviata’, che riusciva sempre a intervistare – a ‘portare a casa’, come si dice nelle redazioni ‘vere’ – chiunque, anche chi proprio non voleva ‘parlare’, come Gianni Rivera, oppure era considerato un personaggio difficilissimo da raggiungere come Rosa Bossi, la mamma di Silvio Belusconi.

Un ‘pezzo di Storia’ del nostro giornalismo, che di recente ha riscoperto il valore della parola e della poesia. Già nel 2013 ha pubblicato una lirica, intitolata ‘Veglia’, che ha vinto la seconda edizione del premio di poesia ‘Alda Merini’. E adesso questo nuovo libro di aforismi, intitolato ‘Ti do la mia parola’ (L’Infernale edizioni), in cui si è scatenata in una serie di calembours e giochi di parole illuminanti e geniali, a dimostrazione di uno ‘spirito’ creativo di primissimo livello. Perché quando Rosanna si mette in testa di fare qualcosa, lo fa sempre al meglio, con una grinta e una professionalità che, oggi, non troviamo più da nessuna parte. Ma proprio da nessuna parte…

Rosanna Marani, prima di ‘infilarci’ in una gara di aforismi, vorrei parlare dalla tua gatta, molto simile alla mia, per chiarire ai lettori cosa significa incontrare un amore così puro: quello di un animaletto affettuoso, pulitissimo, che non fa il ‘territorio’ come nel caso dei felini maschi: confermi?

”Confermo. Poppy, la mia coinquilina tricolore e bipolare, mi permete di assistere a uno spettacolo continuo e quotidiano: la pura essenza dell’animalità. Solo nello sguardo di un animale si può leggere la lealtà, poiché un animale è puro, non avendo il pregiudizio di sé”.

Perché un libro di aforismi?

”Mia figlia Giulia mi domandò, un giorno in cui era particolarmente riflessiva, di pensare a lei, giacché immaginava si sarebbe sentita sola, senza alcuno da interrogare e da cui ricevere risposte per le sue domande, dopo il mio… ‘trapasso’. Le chiesi, perciò, a quali domande avrei dovuto rispondere fino a che fossi stata in tempo. Lei replicò: ‘Risposte sulla vita, mamma’. Ecco, diciamo che, con queste riflessioni, con questi aforismi, con questi calembours, con questi giochi di parole, le sto lasciando un prontuario post mia dipartita, sperando di accontentarla”.

Ma non siamo già assediati da forme di sintesi che non spiegano nulla e tendono a semplificare la complessità del mondo di oggi?

”Oggi, più che altro siamo assediati da un muro di parole ‘vagolanti’ nel disordine, sia di grammatica, sia di contenuto: altro che sintesi! Parole ignoranti e martellanti, che dicono nulla e che diventano slogan di facile apprendimento. Pochi, pochissimi ormai, si occupano della curanza della parola stessa. Nella società della fretta, della superficie, l’aforisma, come una freccia, colpisce e svela il cuore del pensiero per coloro che sono golosi di sapere. Credo che la parola sia un amo, il pensiero la lenza e l’emozione la preda. E sono convinta che la parola esprima il nostro pensiero; che il nostro pensiero esprima il nostro essere; che il nostro essere esprima la nostra sensibilità; che la nostra sensibilità esprima il nostro sentimento; che il nostro sentimento esprima il nostro stile. Dunque, il nostro stile esprime la nostra parola. Siamo circondati da inetti e ignoranti, da imbecilli della peggior specie, da autentici analfabeti. Ciò che loro non capiscono, poiché privi di intelligenza emotiva, di profondità di pensiero e di ricchezza di linguaggio, è un attentato alla propria mediocrità. Sono confusi, irritati, in quanto fugge loro il significato intrinseco della parola stessa. Allora aggrediscono verbalmente, per farci sapere che, se non l’hanno capita loro, la riflessione non vale un acca, per far tornare rasoterra, ovvero la loro dimensione, qualsiasi volo pindarico”.

Quindi, secondo te, l’aforisma è una sintesi logica dotata di sostanza, mentre il propagandismo politico di oggi non ne ha?

”Dici bene: propaganda. E per la propagando occorrono non militanti, ma ‘militonti’: questo penso. Sarebbe auspicabile riappropriarsi del linguaggio e della sua valenza. Oggi, si usa una minima varietà di vocaboli. Vanno per la maggiore: truffatore, turlupinatore, bugiardo, frodatore, corruttore, corrotto, ladro, spergiuro. La parola assume una responsabilità etica, nella profondità del suo significato. E se chi la proferisce ne carpisce il significato, ma non lo onora poiché ne abusa, commette già peccato di amoralità. Infatti, è la parola stessa che definisce qualsivoglia funzione e l’associa alla sua precipua etica. Sacerdote a carità, politico a onestà, per esempio. Quando il sacerdote si corrompe, quando il politico si corrompe, corrompe la parola stessa e la sua funzione, delegando alla propria furbizia meschina il suo non valore, deprivandola, appunto, della sua responsabilità etica”.

Siamo forse tornati al ‘sinistrese’, alle parole utilizzate come ‘gusci vuoti’?

”I confini del nostro mondo sono i limiti del nostro linguaggio. E parlare senza assumersi la responsabilità del significato della parola che si pronuncia, è mera esibizione di sterile vaniloquio, che inficia ogni nostro rapporto civile e sociale. La conseguenza è il diffondere e far radicare un pensiero ignobile, povero di contenuti, che si manifesta con il linguaggio ignobile, scarno di vocaboli, che conduce all’azione ignobile, priva di morale”.

Dio esiste, ma ha una colpa ben precisa: arriva sempre in ritardo. È un mio aforisma: cosa ne pensi? Ho talento? Posso migliorare?

”Oh, sì! Basta, per me, applicarsi alla lettura dei quotidiani: il giro dell’immondo in 80 minuti, fonte perenne di ispirazione”.

Sei femminista, animalista e vegetariana: a destra potrebbero pensare che sei una ‘radical chic’, è così?

”Non so se sono ‘radical’, né se sono ‘chic’. So che le etichette si mettono ai barattoli non alle persone. So di essere il risultato di addizioni, di attimi, di sottrazioni, di errori, di moltiplicazioni, di illusioni, di divisioni, di emozioni. Godo della libertà di essere me stessa come frutto della disobbedienza agli schemi imposti, della ribellione all’ipocrisia dei vincoli, consapevole di aver corso il rischio di averla, la libertà, come sola compagna, al tramonto della mia vita. E sono certa che la libertà individuale si ottenga raggiungendo un buon stato di asocialità personale”.

La maglietta di Maradona: ce la spieghi? Una sorta di cimelio del più grande talento calcistico di tutti i tempi?

Per i miei 70 anni, Diego Armando Maradona ha voluto farmi un regalo speciale: la sua maglia. E me l’ha fatta recapitare con la sua dedica. Lo intervistai per Tmc, travestendolo da Babbo Natale. E quella intervista fu ripresa da mezzo mondo. Si prestò gratuitamente e volle, per compenso, solo il costume rosso”.

Però non hai visto chi e cos’era, in campo, Paulo Roberto Falcao: l’intelligenza al potere…

”Certo che l’ho visto: apprezzato e intervistato”.

Non ti pare che esistano, in Italia, numerosi ed eccessivi problemi antropologico-culturali?

”Stiamo vivendo un periodo orrendo, o almeno questa è la mia percezione. In fondo alla luce c’è un tunnel da percorrere. Siamo immersi nella rete, risucchiati anima e corpo. Costantemente connessi alla solitudine virtuale e perennemente disconnessi dalla nostra presenza reale. Viviamo vite immaginarie e immaginifiche. E la rete è spesso, troppo spesso, tale a un teatro di periferia, dove si esibiscono ‘guitti’ senz’arte né parte, che interpretano, giulivi e beoti, la squallida rappresentazione della loro meschinità. ‘Postano’ notizie false, tese soltanto a reiterare la grettezza e la pochezza dell’umanità in innumerevoli, compulsive, condivisioni di fradiciume di un pensiero nemmeno originale, ma scopiazzato l’uno dall’altro, per dimostrare di esistere, accodandosi alla vigliaccheria di una tremenda ‘catena sporca’ di senso di vita. Manca, a costoro, scimuniti tra i più scimuniti, il pavimento della cultura, della sensibilità, del raziocinio e della responsabilità di appartenere al consesso umano. Ma invece di ‘picconare’ la terra e pavimentarla con pensieri che siano pensieri e non sputi di parole, camminano sul tetto sconnesso dell’ignoranza, completamente fieri di sé. Il risultato è che la società si ritrova allo sbando. Non offre esempi di modelli morali. La crisi economica, lo spettacolo da basso impero offerto dai politicanti, l’abbrutimento dell’estetica della coscienza e il degrado dei costumi suscitano, sommuovono, aizzano solo i bassi istinti. E così i più deboli e indifesi sono massacrati, anche fisicamente. Mogli, bambini, animali: non c’è differenza alcuna, tra le vittime. Creature che non sanno difendersi, che non hanno antidoto alla rabbia di quei bruti. ‘Feccia’, poiché individui o uomini non possono essere chiamati, che sanno, inoltre, di poter farla franca. Tutto parte dall’esilio della cultura: è la cultura il ‘diaframma’ che separa il bene dal male. Il bene, ovvero la bontà, nasce dalla bellezza. E la bellezza è, di per se stessa, etica. La vita come opera di bene, capolavoro dell’uomo, sacra nel suo significato, dovrebbe essere il risultato della sensibilità acquisita dalla cultura, che è bontà, che è bellezza, che è etica. Ma la vita, oggi, vale solo per chi ha quattrini, al fine di acquistarla. Già: la vita, oggi, noi l’abbiamo messa in saldo”.

E stata la ‘rete’ a farci approdare a tutto questo?

“Credo sia così. La ‘rete’ permette anche al ‘cretino’ di fare carriera. Quando si esprime abborracciando l’aborto di pensiero con senso sgrammaticato e incompiuto, egli è ai ceppi di partenza. Ascende a un gradino, quello dell’imbecille, quando tenta di spiegarsi. E assurge alla vetta, quella dell’idiozia, quando si azzarda a rispondere. Il cretino non si accontenta mai: vuole la conferma della sua oscurità intellettiva esibendosi in un triplo salto mortale, poiché inconsapevole di non poter far di conto sulla rete del pudore e sul paracadute dell’intelligenza. La rete, che offre asilo gratuito a tutti, anche a coloro che nulla hanno da dire e lo dicono malissimo, ha mostrato, ancora una volta, il peggio del peggio di noi stessi. Lo squallore del non pensiero di chi fomenta l’odio, di chi solletica gli istinti stercorari della massa: solo un groviglio di tubi digerenti inneggianti al razzismo, allo sfregio della morte, che è silenzio e dolore, dimostrando un livore arrogante, pretestuoso e presuntuoso, come brandello di un ‘Io’ che non esiste, esibito ad alibi che dimostra e mostra la propria meschina, inutile, vita. Sono la prova evidente di una mia riflessione: c’è chi ci mette la faccia e c’è chi ci mette la feccia. A loro, il mio dispregio più totale, per quello che importa”.

Un ultimo aforisma, a cui vorrei che rispondessi per le rime: l’Italia è una cinquecento ‘scassata’ dotata, tuttavia, di freni potentissimi…

“L’Italia s’è destra! Oggi, il degrado alberga nell’inciviltà della maleducazione dell’uomo, che sia cittadino o che sia governante. Accomunati dalla volgarità del loro comportamento, sia individuale, sia collettivo. Ergo, la massa acefala è paragonabile alla casta politica nullafacente. Il degrado è deteriorata disarmonia, è arrogante disordine, è abominevole incuria dell’anima genetica e sociale. Il problema della politica è che, oggi, abbiamo una sinistra ‘ambidestra’ e una destra ‘sinistrorsa’. E tutte e due usano entrambe le mani per distruggere le speranze del nostro Paese. Si fanno sentire a mano a mano che si avvicinano le elezioni, hanno la mano pesante per imporre le loro arroganti tasse, hanno le mani in pasta per spartirsi le prebende, hanno le mani lunghe per afferrare le bustarelle. Se ne stanno con le mani in mano spesso e volentieri di fronte ai nostri problemi urgenti e fondamentali di sopravvivenza. Non danno una mano ai cittadini, formano spesso Partiti e movimenti di seconda mano, sono abilissimi nel far man bassa di ogni valore democratico, mettono le mani avanti quando sono ‘beccati’ con le mani nel sacco o si fanno prendere dal delirio di onnipotenza. Vengono alle mani tra di loro per affermare una presunta supremazia e danno, con la loro inettitudine, l’ultima spinta al compimento del degrado dell’Italia, incapaci di cedere la mano alla democrazia. E nonostante se ne lavino le mani, non riescono a mantenere le mani pulite. Noi cittadini siamo fuori mano dal loro percorso e col cuore in mano, possiamo solo mandarli a ‘quel paese’, mentre ci mangiamo le mani per la rabbia o ci mettiamo le mani nei capelli per la disperazione. E ci chiediamo, sconsolati ma non arresi, rivolgendoci al cielo: ‘Ehi, da lassù, che ce la date una mano?’ Se non recuperiamo l’etica e la morale, la rinascita della società, non ci sarà mai. Solo tramonto per i nostri giovani, che sono all’alba della loro vita. Noi, anziani, siamo colpevoli di immobilismo. È la pratica dell’etica che conduce una società alla presa di coscienza e di responsabilità della sua condotta e che regolamenta le convivenze. Dunque, è quella pratica che ci si attende dalla politica onesta; dunque, è quella pratica che ci si attende dai media liberi; dunque, è quella pratica che ci si attende da un governo attento ai bisogni materiali e spirituali di coloro che governa. È l’etica ciò che indirizza la morale dei cittadini. Insomma, uno ‘specchio’ in cui il cittadino che si sente tutelato sia dalla trasmissione di valori espliciti, che contraddistinguono ed esaltano la cultura del bene comune, sia dalla equità e dalla giustizia nell’applicazione delle leggi, riflette a sua volta il proprio comportamento personale. L’etica necessita di modelli incorruttibili a cui ispirarsi e in cui ritrovarsi; la morale, invece, è la guida personale che insegna all’individuo diventata persona, a seguire quel modello. Dunque, se il modello è un esempio furbo, cialtrone, ipocrita, laido e di mero potere, chiaro che l’emulazione della mediocrità, esibita e solo apparentemente vincente, spinge l’uomo ad applicare la strategia del ladro per non sentirsi derubato”.

Insomma, siamo di fronte a un vero e proprio ‘tracollo’ sociale?

“E’ sotto gli occhi di tutti. Io non posso dimenticare le colpe dei  media che ci vengono propinati. Giustappunto i reality, le isole, i grandi fratelli e la rete. Persa la ‘buona scuola’, latitante la ‘buona famiglia’, scomparsa la ‘buona società’, rinnegata la nostra ‘buona politica’, la nostra maestra analfabeta resta la maleducazione. Oggi, vige il niente e nel niente: ci si annulla. Noi esseri umani abbiamo perduto la nostra unicità, ci spalmiamo in questo nulla, facendo marmellata di qualunque vibrazione, seppur negativa, dell’anima. Siamo diventati campioni di pigrizia mentale, livellati dalla pochezza del linguaggio, incitati solo dalla vanità dell’immedesimazione in questo ‘peggio’ propinato dai media e dai social, che ci inducono al coma del pensiero. Crediamo vera una realtà verosimile, quella che mostra una indecente gara al peggio, dipanata su un palcoscenico virtuale, dove i protagonisti sono smidollati, svaccati, rozzi, ignoranti bipedi. Figure anonime, spesso, che non hanno alcuna connessione col cervello: un organo ormai atrofizzato, che lascia campo libero alla volgarità del vivere, alla banalizzazione dei sentimenti, allo sfruttamento delle smanie di esserci sotto il cono di un qualsiasi riflettore. Chi ci guadagna su tale degradante spettacolo se la ride, mentre la collettività si appiattisce e gli annoiati delinquono. Perché anche seguire il gregge, è delinquenza, seppur intellettuale. Caro Vittorio, ogni giorno si tocca con mano il peggio dell’uomo: non resta che la caparbietà di continuare a combatterlo”.

Qualche aforisma dei tuoi, adesso: ti va?

”Boria: cercare l’ego in un pagliaio. Egocentrismo: essere trafitti da un colpo di sono. Presidente americano: Trump l’oeil. Modaiolo: non avrai altro Dior al di fuori di me. Politica: sbagliando s’impera. Adulterio: Non c’è due senza tre. Guru napoletano: Sai Babà. Eolico: giramenti di pale. Cyberspionaggio: cavallo di Trojan. Spam: meglio tardi che mail. Internet down: bandiere a mezz’ hashtag. Inquinamento ambientale: molto tumore per nulla. Politica: avere le mani in casta. Le parole della politica? Le ultime parole fumose. Politici condannati: poco fumus (persecutionis) e tanto arresto. È buona norma imparare a farsi morti con coloro che non si fanno vivi. Poligamia: non badare a spose….”.

vittorio lussana

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https://lortodirosanna.wordpress.com/2020/01/11/una-gradita-sorpresa-dalla-mia-gazzetta-oggi-su-sportweek/

Una gradita sorpresa dalla mia “Gazzetta”. Oggi su Sportweek.
#gazzettadellosport #sportweek

 

https://lortodirosanna.wordpress.com/?p=14708

Ancora grazie a Giancarlo Antonini

Ancora grazie a Giancarlo Antonini, che “mi” ha tradotto in inglese!

From the ball to the aphorism – I GIVE YOU MY WORD – by Rosanna Marani

After the previous poetry collectionPo(s)sesso, released in 2017 by Rosanna Marani, the Queen of the ball, the forerunner of sports journalism comeback with TI DO LA MIA PAROLA.

A book that deals with fragmented, self-concluding, philosophical aphorisms, and thoughts thanks to which she tries to give voice to her word.

Everything stems from the need to give Giulia, her daughter, something essential and significant. What could be possibly more intimate and visceral than the word of a writer, thus given to a person?

Many were clamoring for a new project but, above all, for a book of aphorisms. If you love the wit and incisiveness of thought, the irreverence in writing, all you need to do is read the new book by Rosanna Marani: “I give you my word – Ti do la mia parola

Of her new book, Marani said: I’m excited. Today “my latest book, “I give you my word,” dedicated to my daughter Giulia, who turns 37 years old, is released. I consider it a spiritual testament. At 73, I need to take stock of my life. I leave it to those who want to keep my memory by purchasing the book, my word, or rather my puns”.

Thanks to my publisher Ferdinando De Martino of L’Infernale Edizioni, to Fabrizio Caramagna, who wrote the preface to Virago347 who drawn and gave me the cover, to Claudio Rosa De Martino, the editor. And thanks to those readers who want to read me.

About the author

Who does not know Rosanna Marani, should know that she is a journalist and TV presenter. Also known as the Queen of the Ball, Rosanna became successful in journalism by collaborating in 1973 with the Gazzetta dello sport interviewing Gianni Rivera.

Rosanna Marani was the first woman to become a professional sports journalist in 1976 and also the first sports broadcast on TV (Bar Sport). Later, continuing her career on television.

In 2013 she published the lyrics “Veglia,” awarded the second edition’s best poetry collection “Alda Merini” prize.

Yet, one more thought: Build online relationships, not links. “The edges of our world are the limits of our language” by Rosanna Marani: The word. The legacy for days.

A life of purpose, meaning, and direction. Grazie Rosanna Marani.

Giancarlo Antonini

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https://www.lindipendenzanuova.com/lindipendenzanuova-e-uno-scritto-del-suo-direttore-nella-tesi-di-laurea-sulla-grande-giornalista-rosanna-marani-amata-da-gianni-brera/

Fuori dal coro

Lindipendenzanuova e uno scritto del suo direttore nella tesi di laurea sulla grande giornalista Rosanna Marani, amata da Gianni Brera

20 Ottobre 2020

Vi lascio un ricordo di me, della mia direzione. Siamo finiti recensiti, citati e bibliografati nella splendida tesi di laurea di Enzo Cairone sulla vita della prima grande giornalista sportiva italiana, Rosanna Marani, tanto decantata da Gianni Brera, che da padano ne descrisse in modo sublime l’originale e irripetibile personalità professionale di pioniera.

Avevamo scritto di Rosanna, amica da sempre, e per un certo periodo anche collaboratrice de lindipendenzanuova, perché ad un corso di aggiornamento professionale dedicato alla figura di Brera, pieno di strafalcioni e ovvietà, sul palco mancava proprio lei, Rosanna, che la storia del giornalismo sportivo con Brera ha scritto e inciso sulla pietra.
Un destino beffardo, d’altra parte alle donne tocca pagare il prezzo del silenzio e dell’ombra. Essere brave non basta per affermarsi e ricevere rispetto.

Nel frattempo ringraziamo Enzo Cairone per aver trovato nel mare di documentazione anche il nostro contributo. A conferma che il quotidiano è apprezzato, letto e considerato utile e autorevole.
Come sempre fuori dal circuito dei potenziali lettori. Nessuno è profeta in patria. Né io né Rosanna abbiamo un batacchio tra i pantaloni e anche per questo sputiamo sangue per lavorare e faticarci il vivere. Apprezzate ma a parole. Premi giornalistici, riconoscimenti, citazioni, ma morte nel cuore.
Ecco alcuni stralci dalla tesi.

Infine Rosanna Marani ha accettato di essere intervistata per l’elaborazione della tesi:

1) Cosa condivide col giornalismo sportivo femminile di oggi e cosa invece crede possa mancare rispetto a quello del passato?
La passione, la tenacia, il desiderio di autoaffermazione, la competenza, la professionalità di alcune giornaliste come Emanuela Audisio, Paola Ferrari[16] , Cristina Parodi, Simona Ventura, Francesca De Vincenzi, Ilaria D’Amico, Valentina Cristiani, Marina Presello e Serena Gentile, senza dimenticare Stefania Piazzo, giornalista di razza a tuttotondo che è corsa in mia difesa in parecchie occasioni a me avverse.

Il giorno 6 marzo 2016, la giornalista Stefania Piazzo[34], pubblica un articolo on line per il quotidiano “L’ Indipendenza Nuova” con il titolo: “Perché a parlare di Brera avrei voluto Rosanna Marani”
In sostanza la Stefania Piazzo, facendo riferimento all’ evento di formazione professionale obbligatoria dell’Ordine dei Giornalisti, dedicato nella circostanza a Gianni Brera, lamenta di uno scarso interesse da parte degli astanti colleghi circa l’incontro in essere, ridotto ad un mero creditificio assicurato dalla sola presenza.

Ed in virtù di questo scenario sconfortante, se non irrispettoso, quantomeno superficiale, la giornalista avrebbe preferito come relatore – al fine di rendere l’evento degno del contesto – proprio la Rosanna Marani: “La prima giornalista sportiva donna del nostro Ordine professionale a parlare di calcio anche in tv. La sola, e unica, che campeggia nei corridoi della Gazzetta assieme a Brera, l’unica tra quei presenti oratori ad aver vinto l’Ambrogino d’Oro per la sua colta carriera di donna dello sport giornalistico e non solo (non primadonna…come accade per molti uomini) a Milano e in Lombardia, pur non essendo lombarda come Brera. Ma di classe, con il premio di poesia “Alda Merini” da “spadellare”.

Basta per avere titoli di relatore ad un corso di formazioneÈ la sola che può vantare, a differenza di tante penne presenti, una prefazione ad un suo libro di calcio, scritta con padana passione da Brera, che ne onorava l’intrigante irriverente intuizione ruspante. Ecco, la prossima volta, si passi il microfono anche a chi svecchiò, e non poco, quel giornalismo alla Gazzetta e nel mondo giornalistico, subendo quelle che erano anche le prime mosse dell’ostruzionismo professionale. Una donna in redazione, era da snobbare. Ma una volta può bastare. O no?”.

No, non basta, una volta non basta mai, Rosanna.

STEFANIA PIAZZO

Grazie ancora a Enzo Cairone per la sua tesi di laurea, dedicata alla mia carriera.
http://roncade.it/eventi2020/cairone01.html

                       RONCADE

                      Vi racconto di lei

Una tesi di laurea del roncadese Enzo Cairone sulla prima
vera giornalista di calcio in Italia

Venerata da Gianni Brera, Rosanna Marani esordì con un’intervista
a Gianni Rivera in silenzio stampa

5 novembre 2020
Una tesi dal titolo “Rosanna Marani. La Prima giornalista sportiva italiana”.

E’ l’atto conclusivo di un corso di laurea in Scienze Motorie – Insegnamento di Letteratura e Sport di Enzo Cairone, roncadese d’adozione, carabiniere a lungo in servizio nella stazione locale e calciatore in ambito amatoriale.
Il testo, che potete consultare integralmente a questo link, racconta gli esordi ed il percorso professionale della giornalista, forse la prima firma in assoluto delle testate nazionali ad occuparsi di calcio e diventata presto destinataria della stima di Gianni Brera.

Nel lavoro di Cairone, Marani racconta in prima persona gli ostacoli incontrati quando, da pioniera, decise di inserirsi in un settore rimasto fino ad allora una riserva esclusivamente maschile e come a metterla sul trampolino di lancio fu un’intervista a Gianni Rivera in un momento in cui l’indimenticabile campione del Milan osservava da mesi un rigoroso silenzio stampa.

Al di là della figura alla quale è dedicata, la tesi permette in modo fluido e con uno stile di immediata comprensione di ripercorrere le fasi che hanno trasformato un po’ alla volta il giornalismo del pallone dagli anni di “Tutto il calcio minuto per minuto” e “Novantesimo minuto” nelle frenetiche e “urlate” rappresentazioni quotidiane di giocatori, campionati e tornei, veicolate dai nuovi media e dalla moltiplicazione di canali televisivi che, scrive Cairone, “paghiamo a cuor leggero, senza batter ciglio rispetto alla necessità del servizio, per assistere ad un’infinità di eventi sportivi.
Abbiamo programmi sportivi e calcistici per ogni zapping, abbiamo vallette scosciate e sinuosamente scollate, giornalisti sportivi che non si interrogano ma che sentenziano.
Non raccontano la favola dello sport, sono passati dall’ essere giornalisti ad essere opinionisti, rilasciano prepotenti versioni di quello che deve essere, non hanno poesia e sono asettici, senza cuore, litigano con gli atleti, con gli allenatori, litigano tra di loro, sembrano politici in cerca di consensi mediatici o di apparire su qualche social”
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Roncade.It
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https://lortodirosanna.wordpress.com/2021/03/07/a-proposito-di-donne-nei-posti-di-potere-il-giornalismo-di-rosanna-marani-e-brera/

Ringrazio il Direttore Stefania Piazzo per questo attestato di stima che mi rende felice.

A proposito di donne nei posti di potere… Il giornalismo di Rosanna Marani e Brera
2 MARZO 2021
5 esatti anni fa scrissi un resoconto su un evento di formazione giornalistica dedicato a Gianni Brera.
C’erano solo uomini, per di più distratti e noiosi.
Vi ripropongo questo scritto perché in un tempo in cui il tema delle pari opportunità e della presenza delle donne nelle istituzioni tiene banco (il giornalismo, che esprime un servizio pubblico, informare, per molti versi io lo colloco nei servizi istituzionali), serve ribadire quale sia il ruolo delle donne, serie e competenti, nella comunicazione.
Tutto ciò non può che giovare alle sinapsi.


di STEFANIA PIAZZO

Evento di formazione professionale, obbligatoria, dell’Ordine dei giornalisti, dedicato a quell’arcimatto di Gianni Brera. Bene, un cantore della nostra terra, forse più longobardo che lombardo, padre di un nuovo lessico che le scuole petalose ancora ignorano. Per non parlare dei colleghi. Ma, ad un certo punto, nel cuore della sala ricolma di giornalisti, si apre il pendolo del silenzio e del brusio dell’imbarazzo quando, tra saluti, salamelecchi, teste canute che parlano di Brera parlando di se stessi, salutano prima il fratello di Gianni “che vedo in prima fila”…e fa nulla se il figlio e collega, Paolo, non se la prende considerando il lapsus quasi cavallerescamente un complimento… alla memoria dello zio defunto!
Poi, dopo lo svarione funereo, gli oratori si sorprendono se la sala non è gremita dalla nuova generazione. Altri morti sul campo. Quale nuova generazione? Quella dei giovani disoccupati o dei giovani che nessuno più assume perché questo lavoro non è più quello che loro ricordano? D’altra parte se si scambiano i vivi per morti e viceversa…
Tra il Brera paracadutista e quello pioniere della Gazza, è stato un percorso a ostacoli, dove ha brillato, in cinque ore di formazione obbligatoria, un oratore che ha spiegato cosa fosse il dizionario di Gianni Brera. 10 e lode.
Ma si poteva far di più. Te lo chiedi perché, dopo che l’ultima mezz’ora di corso taglia il traguardo della resistenza fisica delle 5 ore, inchiodati ad una sedia rigida per 5 crediti di formazione, sale sul palco l’ultimo oratore.
Oratore del quale, nel brusio e nella confusione italica di chi già si alza e si mette in fila per farsi segnare il codice a barre della presenza, non percepisci più né il nome né la sostanza. E’ il caos. Ma il finale a sorpresa è dietro l’angolo: ad un certo punto, qualcuno si appoggia nella calca alle luci della sala. Snaticando, come avrebbe scritto Brera.
E l’oratore, calato il buio nell’auditorium ma conquistato stoicamente il microfono, prosegue da eroe della resistenza, la sua relazione. Al buio. È il crepuscolo degli dei. Se hanno parlato gli altri, è suo diritto raccontare la sua versione. Cosa abbia detto non si sa, tanta è stata ad un certo la conquista dell’uscita, e la penombra che ha dato sfogo alla stanchezza.
Ma perché affrontare così Brera? Perché farne stanchezza e “strematezza” e far perdere magari il senso anche delle ultime parole per ricordarlo, per insegnarlo? Con un po’ di vergogna, sono uscita dalla sala.

 

Allora, ti chiedi come mai in quella carrellata di memorie personali e di citazioni funebri smemorate, a qualcuno non sia passato per la testa di invitare a parlare di Gianni Brera una sua e loro collega (una donna, magari, non avrebbe guastato il convivio professionale), la prima donna che lavorò in Italia alla Gazzetta dello Sport, Rosanna Marani.
La prima giornalista (sportiva) donna del nostro Ordine professionale a parlar di calcio anche in tv. La sola, e unica, che campeggia nei corridoi della Gazzetta nel corridoio delle immagini dei padri nobili della Gazza assieme a Brera, l’unica tra quei presenti oratori ad aver vinto l’Ambrogino d’Oro per la sua colta carriera di donna dello sport giornalistico e non solo (non primadonna… come accade per molti uomini) a Milano e in Lombardia, pur non essendo lombarda come Brera. Ma di classe, con il premio di poesia Alda Merini da “spadellare”. Basta per avere titoli di relatore ad un corso di formazione

E la sola che può vantare, a differenza di tante penne presenti, una prefazione ad un suo libro sul calcio, “Una donna in campo”, scritta con padana passione da Brera, che ne onorava l’intrigante irriverente intuizione ruspante. Ecco, la prossima volta, si passi il microfono anche a chi svecchiò, e non poco, quel giornalismo alla Gazzetta e nel mondo giornalistico, subendo quelle che erano anche le prime mosse dell’ostruzionismo professionale. Una donna in redazione, era da snobbare. Ma una volta può bastare. O no?
Ora Rosanna, una testa pensante su cui Brera ha scritto, è citata tra le donne di un altro Gianni, quel Rivera di cui è uscita in questi giorni la biografia.
E la Marani, raccontata assieme alla Fallaci da Rivera, tocca palla!
Come scriveva Brera della Marani, donando neologismi al nostro mestiere, “In dolce vampiriasi, rifatti i connotati ai nostri Achilli”.
E allora, per Rosanna e per chi ama Brera, ecco la prefazione che Gianni scrisse al suo libro.

Da Una donna in campo (Sansoni-Agielle, 1975)
Prefazione di Gianni Brera
“In dolce vampiriasi, rifatti i connotati ai nostri Achilli”
 
La Rosanna Marani è l’ultimo buon acquisto del giornalismo sportivo italiano. Viene dalle Romagne, che sono molte, ma la sua Romagna è diversa da tutte, precisamente come e quanto è diversa lei dalle romagnole, donne fiere ed estroverse, diciamo pure brulle per schiettezza di toni e robustezza di forme.
Lei, la Rosanna, evoca a prima vista un titolo dell’Amalia Guglieminetti. I suoi occhi sono grandi e languidi. Il visino è delicato, d’un pallore che intriga a illazioni ingenue fino al sospetto.
Ora, nessuna astuzia è raffinata come questa di apparire debole e indifesa. La Rosanna deve averlo capito dalla nascita. Il suo istinto è della gatta trepidante e schiva. Mentre ti chini a tentare una carezza, lei ti applica vampiretti metallici nei punti migliori, e ti sugge sangue e sentimento con impercettibili moti delle labbra, battiti di ciglia lunghe e molli, sorrisi così timidi da farti impettire nel medesimo istante in cui ti gioca.
Non è, si badi, la donnetta che mena il torrone per gabola. È così squisitamente femmina che si lascia soltanto indovinare. E per intravedere la minima piega della sua anima, ti garbi o no, devi mettere a nudo tutto te stesso. Avrete notato che i campioni da lei intervistati le danno tutti del tu. Bene, questa è perfidia autentica. Sotto la più comune battuta di dialogo è la sua vera invenzione.
Eccomi inerme e docile a portata delle tue sgrinfie. Avanti, mettile fuori e di botto mi coglierai come un tenero uccellino. Tu esegui (jam dixi) e lei facilmente constata se queste famose sgrinfie le possiedi per davvero.
Sembra nulla. È la prima offerta, magari accompagnata da teneri sospiri di donna – tutta – immersa – nella – professione – che adora. Le è venuto il ticchio, un certo giorno, e ci s’è provata.
Niente di sulfureo. Ritrattini innocenti, inviti a denudarsi come sentimento comanda («se mettre à nu» era l’imperativo categorico e insieme la civetteria dei romantici veri): intanto la memoria annota secondo fantasia e impotenza di verità. Non una frase forzata fuor dalla comune concinnitas di un dialogo alla buona. Chi le resiste è un perverso, un frigido prevenuto, insomma qualcuno che somiglia pochissimo a un uomo.
Dio mio, si può mai rimanere indifferenti di fronte a così fragile creatura? Ha il registratore, questo è vero: ma lo porta con sé per non tradire le tue parole: avanti, fa’ che non girino a vuoto le rotelle dei nastri. Il sorriso è più timido che invitante. Proprio in questi attimi ella ti applica i vampiretti alle tempie, al costato, dovunque pulsi più celere e copioso il sangue. Non appena te ne accorgi, nonché ritrarti, abbassi le corna ad ariete.
Non valgono sospetti, non ritrosie. Ti ha giocato, senti: e dato che sei in ballo decidi di ballare. Così, non conosco uno solo che abbia saputo difendersi in decenza.
Questa mammola gentile è anche mammina e te n’ha soavemente avvertito. In effetti l’amore non poteva pre­miarla in altro modo, dopo averla delusa come tocca, per solito, alle anime squisite. Sarai così meschino da non tenerne conto? Avanti, Frate Eligio, smetti di fare ambi­gui nodi al cordone francescano.
La canarina di Benetti si dà a cantare non appena il suo dio riapre gli occhi sul giorno. Per lui cantano anche le femmine, vedi caso. Mo­rini si proclama nato dal mare, come Venere e il fiore dei Vichinghi, ma riconosce che la sua è terra buona per gli ortaggi. Allodi si confessa nudista per qualche attimo, in una certa occasione da spilletti marini: ha persino visto comici sbruffoletti sui bianchissimi quarti degli offician­ti: e si è subito dato alla fuga.
Rosanna prende atto e riferisce. Allodi sa dipingere bene (ha un fratello naif, che non vuol dire ingenuo, come ai tempi del Doganiere): riesce a disegnare Babbo Natale nei suoi primi approcci con l’Inter; e chiama Via­ni maestro, per fortuna senza balbettare per vezzo, come soleva quell’altro birbone.
Rosanna è candidamente feli­ce anche di queste menzogne. Cosa racconta Sandro Maz­zola di suo padre? È lecito mandare Edipo a lezione di ragioneria?
Giocasta piccola-borghese non va contro natura. Mazzandro non deve pentirsi di nulla. Il padre è già stato ucciso da un Ippogrifo estraneo ai suoi com­plessi.
Rag. dott. Ivanhoe Fraizzoli, dopo aver mimato Di Stefano, eccomi pronto a ripetere Boniperti in vesti nerazzurre: sarò io il Suo manager domani.
E di Albertino Barbè riesce a dire che è un Diogene atipico. Vedi che definizione t’inventa questa falsa novi­zia del reportage! Ha ventisei anni ma ne dimostra sedici e in realtà si comporta da veterano nell’età critica.
Non chiedetemi altro che fedeltà alle vostre parole. Ecco qui il registratore. Vediamo se funziona (qualche tasto pigia­to a tempo, rotelle che vanno a ritroso con un sibilo, il sovrapporsi schizoide delle frasi, cento e cento canarini impazziti per chiunque di noi si senta Benetti una volta
nella vita.
E poi diamo un titolo al libro che raccoglie le sue svelte biografie scritte e parlate. «Una donna nel pallone», suggerì subito il sadico di turno. «Tutti biotti in spogliatoio». «Una donna in campo». «Nudi con me». E lei, senza parere, ti allenta un «Calcio sotto le lenzuola», ma anche «Il calcio non è la mia droga».
Perché esitare, domando? Et in circensibus ego. Si parafrasa Emilio Cecchi e si ammette una verità.
Per il momento non si parla di ciclismo. Le prime esperienze da suiveuse sono state troppo candide per non allarmare i poveri di spirito. Rosanna si è sentita al Giro come l’amante travestita di Dumas dietro ai Mille.
Nessuna mai era stata più pura. Ahimè, il giornalismo non consente nulla agli ingenui.
Se non vuoi offenderti alle accuse, cerca tu stessa di provocarle con atti reali. Qui il candore di Rosanna è andato oltre l’immaginabile. Uomini di scarsa fantasia hanno gabellato l’invidia per pudore.
Rosanna è tornata raggiando moderatissima rabbia. Sbatteva le palpebre e dilatava gli occhioni. Avendo smesso i blue jeans, era tutta da credere e anche, se posso dirlo, da cattare.
Così le è stato ordinato, quasi per espiazione, questo libro che riscrive gli Achilli come sono. Un atto di modestia esemplare anche nell’astuzia più raffinata.
Identità rifatte come da tempo non sapevamo. Cordiali figure ritrovate fuor dai furori mitomani della cronaca più muscolare. Baciamo dunque la mano a Rosanna che ha fatto centro.
È il più eccitante fenomeno di vampiriasi realizzato in tutta innocenza.
Non so, onestamente, cosa si possa chiedere di più fino e di più amabile a una collega che è anche una donna…
Onestamente, dico. Altrimenti, chi non saprebbe!?
A questo punto: «Ne ultra crepidam!», si raccomanda allarmato il barone Sansonik, degno editore; e sa benissimo, lui, vecchio satiro umanista, di non avere per nulla equivocato sulle intenzioni.
Gianni Brera


Stefania Piazzo

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Grazie a Martina Tomat, a Mattia D’Arienzo e a One Tv Emilia Web

Grazie a Martina Tomat, a Mattia D’Arienzo e a One Tv Emilia Web.

È stato un piacere chiacchierare con chi mi ha accolto con tanta gentilezza.

È stato bello cavalcare i ricordi a One Tv Emilia

VIDEO

Grazie a tutti e a tutte per l’apprezzamento

A TU PER TU CON L’APRIPISTA DEL GIORNALISMO SPORTIVO IN ROSA, L’IMOLESE ROSANNA MARANI. PRIMA FIRMA FEMMINILE DELLA GAZZETTA DELLO SPORT, PRIMA GIORNALISTA SPORTIVA PROFESSIONISTA E MOLTO ALTRO.

https://www.facebook.com/watch/?v=825761114686026

Giulia, Roberto e…l’intervistata!

Ringrazio Paola Cingolani e la redazione di Libreriamo per la recensione del mio libro Ti do la mia parola.

Libri Da Leggere

Perché “Ti do la mia parola” di Rosanna Marani è un libro da leggere

In “Ti do la mia parola”, la giornalista e scrittrice Rosanna Marani regala a sua figlia e a noi lettori una serie di aforismi per intrattenere la mente

Ti do la mia parola” è l’ultimo libro di Rosanna Marani. Per spiegare chi è Rosanna Marani dovrei copiare “verbàtim” intere pagine di Wikipedia, ma potete togliervi la curiosità da soli, ne vale la pena. Sì – vale la pena – poiché non tutte noi siamo state esattamente “Una donna in Campo” al suo pari. L’ambiente del giornalismo sportivo, ancora oggi, ci appare assai scarso di figure femminili di spicco, sembra essere quasi appannaggio esclusivo di penne maschili.

Non solo giornalista sportiva

La verità è che, dai tempi d’oro della mitica Gazzetta dello Sport, non abbiamo più avuto modo di apprezzare una figura femminile così pregna di doti e di spessore come Rosanna Marani. Nonostante la sua immagine sia appesa nel famedio della Gazzetta, Rosanna si è cimentata anche come autrice, come poetessa e come presentatrice, riscuotendo il successo meritato. Segno che – a voler fare bene – servono doti, perseveranza, determinazione e qualità distintive: una donna può averne, tanto quanto un uomo.

“Vi do la mia parola”, ma quello che sto facendo è un piccolo – grande azzardo.

“Vi do la mia parola”, ma quanto scrivo è sentito profondamente perché ho l’onore di averla conosciuta personalmente.

Una promessa alla figlia

Vi garantisco che ho cominciato a recensire il libro quando è uscito, appena acquistato e letto, poi mi sono fermata per una forma di pudore reverenziale. Mi sono chiesta chi fossi io per raccontare una cosa simile? A questo punto è intervenuta Rosanna stessa ed eccoci qui, per parlarvene, per consigliarvi una lettura che mi ha dato tanti spunti, perché “Ti do la mia parola” è una promessa con la quale Rosanna omaggia sua figlia Giulia.

La parola di una madre che – attraverso una serie di aforismi, definizioni ironiche e giochi verbali – consegna un testimone importante non solo a sua figlia, ma ad ogni lettore. Una specie di moderno vademecum, profondo ma anche ironico, a tratti scanzonato, toccante, mai noioso e sempre pieno di spunti intelligenti: il libro è definito, misurato, educato, signorile, simpatico.

Affrontare il quotidiano

Dopo la prima lettura, personalmente, mi sono cimentata riprendendolo spesse volte. Apro una pagina a caso e leggo: sorrido, rifletto, rivedo molte delle mie posizioni, lo percepisco come un compendio – conciso ma preciso – sull’esistenza di tutti noi.

Ci trovo i pregi, i difetti, i sogni e le difficoltà che chiunque incontra nel quotidiano, ma che non tutti possono approfondire, almeno non confrontandosi con lo stile e con la saggezza di questa autrice così tanto speciale.
Rosanna padroneggia le parole, ci gioca, le usa con cura, le dosa nella giusta misura.

Ti do la mia parola

“Ti do la mia parola” è una promessa perfettamente mantenuta, è qualcosa che rimane, è una lettura gradevole ma, al contempo, è un’esperienza irreversibile: è come una sorgente d’acqua con cui possiamo rinfrescarci il viso (leggasi idee) ogni volta.

Questo è un libro che m’acquieta, da almeno due anni, a tratti ne ho necessità: non potrei mai perdere tanta saggezza così generosamente elargita.

Paola Cingolani

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Vi presento Rosanna Marani di Enzo Cairone

Grazie a Enzo Cairone per questo…regalo.

Zeta Vision CalcioStorie

Ogni tanto – da nostalgico del calcio vissuto morbosamente negli anni Ottanta – mi soffermo mentalmente a ricordare i volti e le voci dei protagonisti che ero abituato vivere in tv e alla radio. Non nascondo la commozione per le domeniche pomeriggio trascorse nella mia stanza ad ascoltare Tutto il Calcio Minuto per Minuto e poi, al termine, Sua Maestà 90° Minuto, per trasformare l’immaginazione in forma concreta; quelle voci le sento ancora oggi come un imprinting adolescenziale e hanno il potere di riportarmi indietro di decenni, strapparmi un sorriso e qualche lacrima di malinconia. Sono consapevole che tutto questo non tornerà mai più e ringrazio Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Tonino Carino da Ascoli, Paolo Valenti, che inconsapevolmente mi hanno regalato quelle emozioni e insegnato ad amare questo sport.

Il tempo è passato, sono invecchiato, ho un lavoro e una famiglia; non ascolto più le partite alla radio. Oggi amo il calcio quasi per inerzia, un cordone ombelicale mai reciso e mai recidibile, un ponte tra la mia adolescenza e la mia personalissima (ed opinabile) maturità. Arranco, tirando due calci ad un pallone insieme a qualche altro malinconico sventurato, sognando ingenuamente di essere potuto diventare chissà chi. E mi vengono i brividi, quando sento nominare Virdis, Beccalossi, Junior Vierchowood, Diaz, Passarella… è un retaggio atavico che non riesco a dominare.

Ma tra questi miei ricordi di protagonisti del calcio, emerge una Donna che alla fine degli anni Ottanta rivoluzionò il modo di raccontare il calcio e soprattutto, di trasmettere emozioni contrapposte alla seriosità ed alla passione religiosa del tempo. Si chiama Rosanna Marani.

Adesso, con un pizzico di orgoglio e relativa supponenza, comprendo che non tutti possano ricordare questo nome. Tuttavia, per un vero malato cronico di pallone, non conoscere Rosanna Marani è più o meno paragonabile a un fisico che non sa cosa sia la formula f = m × a. Nascere nel 1946 come la Marani è un po’ come fare tabula rasa, e la Rosanna Nazionale, da Romagnola purosangue, la immagino una bambina già determinata, a volte scontrosa e combattiva, generosa ed altruista ma poco incline all’accordo per convenienza di sistema o per evitare rischi considerati peggiori. Mi piace pensarla così, mentre corre nei campi coltivati a fragole, tipiche di quei luoghi imolesi, da cui la Rosanna ha ereditato sia il colore che il sapore. La immagino fronteggiare qualche maschietto impertinente, tristemente orgoglioso di imporsi sbavandosi nella propria autoproclamazione di Capo branco. A lei però non va bene. Non va bene indietreggiare o ubbidire per tradizione di genere. Neppure quando cresce, la Rosanna, si sposta o si tira indietro, ma osa con impudenza, quella genuina però, impregnata di coraggio. E con coraggio entra nel mondo del giornalismo zuppo di uomini, occupandosi – a chiamata – della pagina locale de Il Resto del Carlino, cronista di fatti e di eventi, di “cose che possono fare anche le donne perché gli uomini si devono occupare di ben altro.“

Eh no. La Rosanna non ci sta. È come una proclamazione di guerra quella che affida alla mamma – dalla quale per osmosi ha assorbito la passione per il calcio e per lo sport: “Mamma, io andrò a La Gazzetta dello Sport!” suscitando nella genitrice un laconico “Sì…figurati!“

TMC intervista Rosanna Marani 1988

Siamo nel pieno del giornalismo di Gianni Brera e alle donne era interdetta la narrazione sportiva, ancora più di calcio; un mondo fatto di uomini che imperavano, facevano e disfacevano, e le donne silenziose spettatrici abbacinate da quella Commedia dell’Arte, pragmatica e precompilata. Ma la Rosanna non voleva fare la spettatrice. Poteva entrare e voleva entrare. E tra tanti Maschi Alfa, uno illuminato ed avanti per quell’epoca, intuì che la Rosanna di talento ne aveva tanto e sarebbe potuta diventare una protagonista di quel mondo. Con un pizzico di coraggio e con grande disinvoltura quell’uomo di nome Toni Romano – un caro amico del già scomparso padre della nostra Rosanna – la portò a Milano dove la presentò all’amico e conterraneo Gino Sansoni, anch’egli Romagnolo Docg e direttore della rivista Forza Milan!

‘Le ho portato la Signora, è molto brava. Le dia una mano‘ – ‘Ma io non conosco nessuno a Grazia‘ – e stimolata la Rosanna: ‘Grazia? Gioia? Ma io faccio calcio! Io voglio diventare giornalista per La Gazzetta dello Sport!‘, allorché il Sansoni interdetto, anch’egli assuefatto al sistema – ma “inquinato” dalla tipica sregolatezza romagnola, balzando dalla sedia: ‘Ma lei è matta! Lei è completamente fuori di testa! D’altronde, viene da Imola, città del manicomio…‘ e dopo un brevissimo attimo di eureka ‘… ma Lei è… Lei è geniale! Mo’ adesso mi ci metto subito!‘

La Rosanna passò al secondo livello, e allo stadio il Sansoni la presenta all’allora direttore della Gazzetta, Giorgio Mottana, il quale obbedendo alle canoniche regole sociali cercò di liquidarla anzitempo con un “Ma NO per carità! Non ho tempo!“

Pensate che la Rosanna abbia deposto le armi? E così, come da quando era bambina, anziché indietreggiare, si parò davanti al regime e impavida gli urlò in faccia: “Mi perdoni! Ma cosa mi devo sposare?! Un Rizzoli?! Un Mondadori? Diventare l’amante di qualcuno? Visto che non discendo dai lombi opimi! Ma perché non mi mette alla prova? A chi devo chiedere se voglio diventare giornalista sportiva?“

Non è dato di sapere se il Mottana avesse avuto più timore o ammirazione. Fatto è che la invitò per la settimana successiva presso la redazione de La Gazzetta, e forse pensando di essere protetto dalle mura del proprio Ufficio, credette di liberarsi definitivamente di quella Donna Diabolica, ma dopo un ulteriore diniego la Rosanna sferrò l’ultimo attacco, prima minacciando di non andarsene dall’ufficio, poi esibendo tutto il suo vigore femminile e iniziando a piangere. Toccato nell’animo o nella ragione, il Mottana, non volendo sbarrarle completamente la strada, ma nemmeno concederle troppo, rispetto alle sue reali intenzioni, le propose, come un monarca indulgente e perfido: “Va bene, va bene dai, mi intervisti Gianni Rivera“. Chissà, forse avrà pensato: “Be’, se riesce davvero facciamo il botto… altrimenti me ne sono liberato definitivamente…“.

Bene, sappiate che Gianni Rivera ovvero il Golden Boy, era in silenzio stampa da sei mesi ed era praticamente impossibile ottenere una sua intervista. Nessun giornalista riuscì nell’impresa tranne… la Rosanna Marani che all’età di 27 anni, in quel novembre del 1973 divenne la prima donna a scrivere sulla Rosea, nonché la prima giornalista sportiva professionista italiana. Non intendo narrare come fece ad ottenere quell’intervista che uscì su La Gazzetta della Sport il 18 novembre – un articolo a 9 colonne nella Terza Pagina (la c.d. Pagina Nobile) – ma sappiate che Gianni Rivera, anni dopo la volle come testimone delle proprie nozze. E non crediate banalmente che abbia ottenuto quell’intervista grazie a chissà cosa: la Rosanna è donna attraente, affascinante, ma non è (solo) questo che l’ha fatta diventare quella che è. Semplicemente Rosanna Marani è nata per oltrepassare i muri.  Tutto qui?

‘Mi perdoni! Ma cosa mi devo sposare?! Un Rizzoli?! Un Mondadori? Diventare l’amante di qualcuno? Visto che non discendo dai lombi opimi! Ma perché non mi mette alla prova? A chi devo chiedere se voglio diventare giornalista sportiva?‘

Rosanna Marani è Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica, nominata dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nel 1987 con la seguente motivazione: “per il merito di avere aperto la strada alle donne ad una professione, quella del giornalismo sportivo, a loro preclusa prima del suo avvento.“ Rosanna Marani, è stata l’unica donna a cui Gianni Brera ha dedicato una premessa su un libro di calcio, Una Donna in Campo, dove viene paragonata niente di meno che ad Amalia Guglielminetti, immensa poetessa e scrittrice del Novecento che Gabriele D’Annunzio (della quale si innamorò) definì l’unica grande poetessa che avesse l’Italia. Quell’introduzione di Gianni Brera attesta con un sigillo la grandezza della giornalista e rimarrà per sempre un pezzo di letteratura sportiva magnificamente pensato dal grande e geniale Giuanin.  Più volte accostata ad Anna Maria Ortese, scrittrice e prima inviata donna a seguire il Giro d’Italia nel Maggio del 1955, costretta a vestirsi da uomo per non scandalizzare il sistema. Ma lei no, Rosanna Marani ha voluto essere donna nella sua bellezza abbacinante, nella sua schiettezza, nella sua interezza.

È stata sempre Lei, Rosanna Marani, la prima a cambiare le regole del giornalismo sportivo, invitando i calciatori in trasmissione (Odeon Tv – Forza Italia! Condotto da Fabio Fazio e Walter Zenga dal 1988 al 1990) e travestendoli in divertenti attori teatrali, mascherandoli e mettendoli al centro di opere teatrali buffe da lei architettate, tirandogli fuori quella parte terrea che nessun tifoso conosceva. Anni dopo la Gialappa’s Band ripercorse a modo loro questo modo di trattare i calciatori.  

Rosanna Marani oggi è ancora una bella donna, un’affermata poetessa – avendo vinto la seconda edizione del premio Alda Merini – stimata da moltissimi colleghi giornalisti e colleghe che ne prendono esempio per il proseguo della loro carriera. Si è adattata ai social dove scrive intensamente e cura un suo sito lortodirosanna.wordpress.com dove, se vorrete, potrete comprendere il peso che questa donna ha avuto sul giornalismo sportivo (e non solo).

Oggi è soggetto di studio di laureandi in giornalismo e figura imponente della letteratura sportiva italiana. Non può bastare questo misero articoletto per parlarvi di Rosanna Marani. Che ad oggi, rimane ancora l’unica donna a comparire nel Famedio de La Gazzetta dello Sport.

Come? Non conoscevate Rosanna Marani? Bene. Siete sempre in tempo.  

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Giornaliste italiane nello sport, oltre alla bellezza c’è di più

Quando si parla di giornalismo al femminile salta subito all’occhio una questione, soprattutto per quanto concerne il video-giornalismo. Si predilige la competenza o la bella presenza? La prima risposta dovrebbe essere quella scontata, ma purtroppo non sempre è stata messa in pratica. Ciò avviene anche perché molto spesso vi è una confusione di fondo nel ruolo da svolgere. In sostanza, si fraintende il ruolo di giornalista con quello di conduttrice e si arriva a focalizzarsi sugli aspetti sbagliati. Proviamo a ripercorrere brevemente le radici del problema.

La doppia difficoltà delle giornaliste italiane

Lavorare nel campo del giornalismo, soprattutto ai suoi albori, per le donne non è stato facile. Il compito però si è complicato ulteriormente nel momento in cui la figura della giornalista donna è entrata nel mondo sportivo. A farla da padrone sono in primo luogo i pregiudizi, perché notoriamente “cosa ne sa una donna di sport?”, giusto per citare una leggera domanda che ogni ragazza che si sia approcciata al giornalismo ha purtroppo visto rivolgersi almeno una volta.

Dove sta l’errore in questo? Non tanto nella persona che pone la domanda, quanto nella cultura che l’ha influenzata, affermando erroneamente che ci sono campi che possono essere solo maschili. Ciò ha portato a tutta una serie di conseguenze, quasi ad effetto domino, che ha reso ancora più difficile il lavoro delle giornaliste. In diversi contesti, ancora oggi, si sfrutta la loro immagine, magari per attirare il pubblico. Si fa strumento del corpo o dell’espressione, depersonalizzando una professionista dell’informazione alla quale non vengono richieste competenze di alcun tipo, solo una ‘bella presenza’.

Per fortuna, il tempo non trascina solo le cattive usanze ma è anche portatore di rivoluzioni e quella che c’è stata dagli anni ’70 ad oggi è stata una vera e propria rivolta. In particolare, se si vogliono ricercare due figure pioneristiche e foriere di cambiamenti, queste andrebbero individuate in Rosanna Marani e Manuela Righini. Nel 1976, Marani divenne la prima giornalista a condurre una trasmissione sportiva in TV. Righini invece è considerata da molti la prima giornalista sportiva in Italia. Sono proprio i ruoli svolti da loro due a permetterci di operare una distinzione.

Differenza tra conduttrice e giornalista

L’elemento basico che contraddistingue le due professioni è che non per forza il conduttore, in questo caso la conduttrice, deve essere giornalista. In secondo luogo, compito di chi conduce una trasmissione televisiva è quello di intrattenere, non sempre vi è bisogno di una preparazione approfondita su ogni tematica alla base, sebbene nella maggior parte dei casi ci sia. Molto spesso però le donne, in virtù di quella domanda già riportata sopra, vengono relegate a questo ruolo, perché viene malamente inteso come quello in cui non sono necessarie troppe competenze. Da qui deriva poi l’importanza della bella presenza, perché fa parte della conduzione e dell’intrattenimento.

Giornalista è chi invece si assume il ruolo di informare, si presenta preparata alle trasmissioni e sa creare un dialogo e dibattito costruttivo. Solo negli ultimi tempi si sono viste donne ricoprire veramente questo ruolo e il tutto sembra essere andato di pari passo con lo sviluppo e la crescita anche dello sport femminile. Via via poi la questione si è espansa e si è riusciti ad entrare anche nel business dello sport maschile, ma è stato un processo piuttosto lungo. Si pensi che per vedere la prima donna commentare una finale dell’Italia del calcio, abbiamo dovuto attendere fino all’11 luglio 2021. Esatto quell’Italia-Inghilterra che per via di un’indisposizione da parte della coppia di telecronisti titolari aveva spinto la Rai a puntare su Stefano Bizzotto e Katia Serra.

La competenza non manca tra le giornaliste italiane

La competenza, dunque, non manca e per rispondere ancora alla fatidica domanda, sì, una donna di sport ne capisce e lo può anche raccontare. Si potrebbero fare davvero tantissimi esempi da Alessia Tarquinio e Giulia Mizzoni, così come Federica Zille per citarne alcune. O la stessa Giulia Pisani, che per dovere di cronaca giornalista al momento non è, ma ha raccontato ottimamente come seconda voce fino a qualche giorno i mondiali di pallavolo per la Rai. Lei tra l’altro ex giocatrice. Così come la stessa Katia Serra, già citata. Quindi forse bisognerebbe continuare a rivedere un po’ le situazioni e dare spazio veramente a chi merita. Talvolta in fondo, basterebbe solamente ascoltare e lasciare da parte dei pregiudizi che non dovrebbero nemmeno esistere.

Maria Laura Scifo

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Grazie a Greta Beccaglia

Grazie a Greta Beccaglia che mi ha sorpreso con due “nomination” che davvero non conoscevo né tantomeno mi prefiguravo.

È successo che si è aggiudicata a novembre, il  Premio Giornalistico per la sezione TV del  Concorso GianFranco Civolani, presentando il filmato che mi racconta.

Complimenti, tutti quelli che ho, a questa fantastica giornalista.

Ed è altrettanto fantastico essere ricordate, alla mia veneranda età!.

Recensione di Po(s)sesso –  Libro Di Rosanna Marani

“La poesia è un percorso verso l’infinito” – è così che sono solita sintetizzare la mia cifra poetica – e nella stessa maniera affermo e confermo la cifra poetica di chi ammiro.

Una delle figure che più mi sono vicine e che stimo maggiormente, a ragion veduta, è quella di Rosanna Marani.

 La  conosciamo tutti, conduttrice, pilastro del giornalismo al femminile mai eguagliato, blogger, poetessa, scrittrice, aforista e amica speciale. Già, assolutamente speciale perché intelligente, arguta, molto bella – dentro e fuori – e anche generosa, capace di rovesciare gli stereotipi classici della signora nota, la quale si lascerebbe commentare solo da chi, come lei, ha numerosi titoli per farlo.

Invece Rosanna, donna aperta e gradevole, chiama serenamente in causa persino un’esordiente come me, mi lascia facoltà di parola e di giudizio su quello che è stato un lavoro coraggioso e del tutto anticonvenzionale: il suo libro Po(s)sesso.

Con Po(s)sesso la sua grande penna ha firmato un’opera straordinaria e ha affrontato il tema dell’eros con la maestria e la delicatezza dei massimi esponenti di tale genere.

L’amore è armonia, ha un suo ritmo coinvolgente, cattura in maniera totalizzante l’io e ha il coraggio necessario di oltrepassare le barriere dell’ego. L’amore si dirige al noi, è pluralità, sdoppiamento e unione al contempo.

L’amore è fatto di emozioni che si amplificano liberamente e crescono oltre il sé, nell’anima, nella mente e nel cuore di alcune persone, procede al di là della carne e dei sensi. L’amore è libertà, essenza, esistenza oltre ogni barricata fatta di vecchie pregiudiziali.

L’amore è unione indissolubile, desiderio che genera altro desiderio corrisposto, è una parte dell’esistenza così tanto importante da dover essere assolutamente vissuta, goduta e condivisa.

Tutto nasce dall’uso del linguaggio. Pensieri nitidi derivano da mentalità la cui consuetudine è quella di considerare la parola come misura esatta. La mente formula le idee e la parola le esprime: nulla può essere volgare se frutto di ideali cristallini e lemmi precisi.

La poesia nasce dal pensiero e lo porta a sublimarsi in qualcosa di riconoscibile, non resta solo un’idea trascendente, diviene immanente in chi la coglie e vi si riconosce.

Mai confondere la sensualità con la pornografia: la prima è dolcezza manifesta, la seconda volgarità brutale. Questo è il filo sul quale si snoda la raccolta di Rosanna Marani. A noi intriga la prima, è lapalissiano, e l’autrice lo sintetizza esplicitamente con i suoi versi.

Quel sesso volgare – consumato un tanto all’ora, fine a se stesso – non  è apprezzato, né apprezzabile, ci sembra più un’esercitazione fisica nella quale mancano poesia, mente e spirito.

Pos(s)esso – il libro di poesie erotiche di Rosanna Marani, si può acquistare su Amazon – Po(s)sesso: https://www.amazon.it/dp/197311089X/ref=cm_sw_r_wa_awdb_D.E7zb9V00N4R

@lementelettriche
Paola Cingolani
19/01/2024

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Grazie Serena Gentile Grazie Gazzetta

Essere ricordate ed in questo splendido modo narrativo è molto gratificante. Ma molto, molto, moltissimo.

Anteprima Serena ieri 8 marzo

Screenshot

Premio Aldo Biscardi 2024 alla Carriera a Rosanna Marani 

Premio Aldo Biscardi II edizione – Roma 25 marzo 2024 in diretta su circuito Netweek.

Presentano la serata Antonella Biscardi, Carlo Paris e Marco Civoli. Partecipano oltre al Presidente del CONI Giovanni Malagò, Silvia Salis, Max Giusti, presidente anche della giuria, l’attore Luigi Pisani, Marco Amelia, Campione del Mondo 2006, la pluricampionessa mondiale di pattinaggio artistico a rotelle Rebecca Tarlazzi, Gioia Masia rappresentante del calcio femminile, Attilio Parisi – Rettore Università di Roma Foro Italico, Iacopo Volpi direttore di Raisport, Guido D’Ubaldo Presidente OdG del Lazio.

I rappresentanti della Giuria Federico Buffa, Novella Calligaris, Darwin Pastorin, Simonetta Pattuglia, Andrea Paventi, con Maurizio Biscardi e Vittoria Castagnotto la squadra degli opinionisti del Processo di Biscardi e la giovane band Cosmonauti Borghesi in un mix che riflette la filosofia del premio, tra tradizione e innovazione.

Il Cuore energetico di Massimiliano Ferragina, opera unica per ogni premiato, verrà consegnata da un personaggio noto nel mondo del giornalismo, dello sport, della comunicazione e dello spettacolo unendo fra loro, nello spirito del premio, coloro che trasmettono doti di fairplay, comunicazione, corretto impatto sociale, culturale e originalità.

Con il patrocinio del CONI.

Premio alla Carriera – Rosanna Marani

“…Per aver, nella sua lunga carriera, rappresentato un giornalismo popolare e innovativo, originale coniugando passione, storia, intuito e spontaneità.”

Rosanna Marani: “Io non mi sento pioniera, lo sono. È un dato di fatto”

INTERVISTA ESCLUSIVA

Rosanna Marani, prima giornalista sportiva donna in Italia e prima giornalista donna della Gazzetta dello Sport, confessa che all’inizio della sua carriera non si sarebbe mai immaginata di raggiungere un successo simile, nonostante la sua passione e la sua determinazione a “non accettare i ‘no’ come risposta”

Laura Laurenzi 26 Marzo 2024

Chiaro che io sono probabilmente nata determinata, io non accetto i ‘no’. Sentirmi dire ‘no, non può fare la giornalista sportiva donna alla Gazzetta dello Sport’, beh quella è stata la molla che praticamente mi ha scaraventato in alto” racconta così Rosanna Marani la sua folle corsa destinata a rompere il soffitto di cristallo, ovvero quella barriera invisibile che fino a quel momento aveva precluso alle donne la possibilità di diventare giornaliste sportive.

Era il 1973 quando la 27enne Rosanna riesce a intervistare Gianni Rivera, in silenzio stampa da ben sei mesi, guadagnandosi la possibilità di lavorare per la tanto agognata Gazzetta dello Sport. Un successo unico nel suo genere, che ha permesso a Rosanna di entrare negli albi della storia come prima giornalista sportiva donna in Italia. Un traguardo che ha aperto la strada a centinaia di donne, che dopo di lei hanno visto il loro sogno di una carriera nel giornalismo sportivo diventare sempre più raggiungibile. Per potersi guadagnare un posto alla Gazzetta, Marani ha dovuto dimostrare di essere straordinaria e di riuscire in un’opera in cui fino a quel momento gli uomini avevano fallito.

Per questo, ma non solo, quando Rosanna Marani si definisce “pioniera, come dato di fatto“, non è possibile contraddirla. Ancora oggi, 51 anni dopo da quell’intervista, il suo nome compare nel Famedio della Gazzetta dello sport, tra quelli dei fondatori, dei direttori, delle firme più prestigiose del quotidiano.

Rosanna Marani: “A chi vuole fare questo mestiere consiglio di avere sempre il pallino della parola in mano

Non avrei mai potuto immaginare, ero troppo presa dal fatto che ce la dovevo fare perché avevo in testa questo traguardo, ma non potevo immaginare quello che mi sarebbe successo  ha dichiarato la giornalista Rosanna Marani, spiegando come all’inizio della sua carriera per lei fosse ancora impensabile poter avere successo. Erano anni diversi, difficili, caratterizzati da un mondo giornalistico prettamente maschile, soprattutto quello sportivo.

Rosanna Marani

Una giovane ragazza, di soli 27 anni, stonava all’interno di un contesto del genere. Rosanna, però, aveva più di un asso nella manica, grazie alla sua determinazione e alla sua volontà di non arrendersi, neanche davanti ai “No” più convinti. “Non è che mi sento pioniera, lo sono. È proprio così, è un dato di fatto e lo testimoniano le 26 tesi di laurea sulla mia carriera, che sono il mio fiore all’occhiello e il premio più grande per me” ha raccontato ai nostri microfoni, con l’orgoglio leggibile nei suoi occhi.

Rosanna Marani ce l’ha fatta, è riuscita in qualcosa che prima di lei nessuno era riuscito a fare. Non ha accettato i dettami della società e si è battuta per i suoi diritti, per i suoi sogni e per i suoi obiettivi. Oggi a chi, come lei 50 anni fa, vorrebbe intraprendere una carriera nel mondo del giornalista consiglia “di prepararsi, studiare, essere se stessi, andare e avere sempre il pallino della parola in mano

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20 risposte a Info sparse di me, della mia vita. Rassegna Stampa

  1. Roberto Reguzzoni ha detto:

    Tanti auguri di buon compleanno,
    anche se non ci si vede da tempo alcune date devono essere onorate.

    un abbraccio
    Roberto

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  2. Donato Labate ha detto:

    Cara Rosanna,
    ho letto con interesse la sua nota alla notizia della scoperta della tomba della coppia che si teneva per mano. La notizia ha fatto il giro del mondo colpendo la sensibilità di moltissimi lettori.

    http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/comunicati_stampa/modena_lovers.htm

    che come lei non condividono il commento acido della sua collega Aspesi

    http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2011/10/14/news/ecco-gli-amanti-di-1500-anni-fa-sepolti-mano-nella-mano-1.1594372

    mi fa piacere come archeologo che ha diretto gli scavi aggiungere un mio commento:

    l’archeologia riserva spesso delle sorprese. Più raramente una scoperta può fornire sentimenti di umana tenerezza, come la scoperta di questa coppia che s’è tenuta per mano per molti secoli finché un crudele archeologo li ha separati per dar ragione a Natalia Aspesi: “non esiste l’amore eterno”. Naturalmente la penso diversamente l’amore di una vita intera può esistere e con semplicità e complicità si può alimentarlo giorno dopo giorno fino alla fine dell’esistenza.
    con stima
    Donato Labate

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    • Rosanna Marani ha detto:

      la ringrazio per la sua precisazione. e concordo con lei. l’umana tenerezza che trasuda dalla scoperta fa bene al..cuore oltre che alla storia.

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  3. cinefobie ha detto:

    Complimenti per lo splendido curriculum ! 🙂

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  4. Noemi Confortini ha detto:

    santo cielo
    non immaginavo di avere una amica, permettimi il termine, così importante e acculturata.
    Complimenti per tutto Rosanna!

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  5. Carolina ha detto:

    Senza parole… ho ragione a dire che sei troppo grande!

    Carolina

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  6. Elda Lanza ha detto:

    chapeau bas, madame!

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  7. Ivan Art ha detto:

    Complimenti !!

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  8. tiziana ha detto:

    ..anche io sn rimasta così…quando ho letto chi sei e che cosa hai fatto..sapessi quanta ammirazione ho per le donne come te, io sn una di quelle che già di partenza è solidale con il genere femminile ma quando individuo una donna come te cerco di imparare il più possibile…come dire impara l’arte e mettila da parte…e tu cara mia ne hai proprio da vendere!!!

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    • Rosanna Marani ha detto:

      Sei troppo gentile….la mia non è arte… è rabbia per le ingiustizie…Da sempre.. porto dentro la ribellione all’arroganza… al no… …. al non si può ….detto in virtù di non si sa quale vangelo…Non volevano le giornaloste donne nel calcio? Beh, mi sono detta.. mi sfidate.. uomini parrucconi.. mo adesso vedete…. chi sono le donne e che cosa sanno fare…. Ce l’ho fatta…. pagando molto.. rientra nel gioco il prezzo da pagare.. Ma ce l’ho fatta.. e da sola…col mio talento… con la mia grinta….. e…con qualche grazie detto col cuore….a pochissime anime pulite e belle che mi hanno soccorsa…

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  9. anonymous ha detto:

    grazie di vero cuore per tutto quello che fai per i nostri amici a 4 zampe ….e di esistere

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  10. rossana carnovali ha detto:

    Ciao cara Rosanna, con grande gioia ti faccio i miei complimenti per tutto quello che hai fatto e stai facendo. Sei una splendida donna, una grande professionista e una compagna di lavoro davvero unica………Mi sono decisa a scriverti dopo tanti anni perchè ho saputo del tuo amore per gli animali cosa che accomuna. Noi ci siamo conosciute tanti anni fa ad A3lombardia, iniseme abbiamo fatto anche qualche partecipazione al programma Cabrioflipper. Mi farebbe tanto piacere rivederti o semplicemente poter avere tue notizie. Io sono Rossana, se ti può aiutare a ricordare ero la collaboratrice di Renzo Villa nel famoso programma Bingooo e poi di tantissime altre trasmissioni. Un grande abbraccio e grande bacio Rossana

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