Il cerchio di noi
Il cerchio di noi
Distillato dal filtro
Di smagliante ombra
Si annoda
Negli anfratti infossati
Dell’animo
Che bisbiglia
Stridii di comunanza
Cieche
Le palpebre della mente
Vedono
I trabalzi del cuore
Mentre
I nostri corpi
Obliqui sfiancati assuefatti
Dimenticano
Il tempo della loro età invecchiata
Poesia Il cerchio di noi
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Eh sì. Ti aspettavo, Rosanna, sapevo che prima o poi ci avresti (ulteriormente) stupito!
Non voglio neppure dilungarmi in interpretazioni, i versi “parlano” da soli, con una loro voce chiara, densa e intensissima, segnando nel contempo forse un primo deciso distacco dall’apparente ermetismo “informale” cui ci avevi abituato, e si producono in un gioco di immagini non più oscure, ma chiare, sfavillanti, sebbene venate da una profonda emozione.
Parli del Tempo, che senti gravare ormai carico di memoria e di consapevolezza sopra di te, dell’esperienza della cecità visionaria dell’occhio e dell’anima, del contatto dei corpi, che non accettano, non comprendono il trascorrere unidirezionale del tempo.
E concludi – non credo sia un caso vista la sua rarità nella tua scrittura – con un endecasillabo classico, che assieme al vertiginoso bisdrucciolo del verso precedente compongono forse il distico più intimo e in qualche modo dolente ti abbia mai colto a scrivere…
Ti abbraccio, con sempre rinnovata ammirazione
Marianna
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Grazie Marianna. Lo scorrere del tempo è come lo scorrere dell’acqua. Trascina via i sedimenti ed i rifiuti per lasciare solo la sua fragile e specchiata purezza. Come l’età che prosciuga il suo spazio per diventare la nicchia della contemplazione del ricordo che il viaggio dell’esistenza ha voluto portare con sé, separandolo dal superfluo dell’eccesso.
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L’ha ribloggato su L'Orto di Rosannae ha commentato:
I nostri corpi Obliqui sfiancati assuefatti Dimenticano
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